La potenza che sprigiona la creatività è stata la spinta che ha consentito ad artisti e poeti di collaborare - grazie anche alle moderne tecnologie di comunicazione di cui possiamo avvalerci - e di portare a termine i progetti per Libri di versi 12, salpati verso l’inizio di questo strampalato anno 2020, e che il lockdown, causato dalla pandemia, ha tentato disperatamente di affondare, senza riuscirci.
Il virus, nella sua infinita solitudine, quando infetta, costringe la cellula ospite a produrre rapidamente migliaia di copie identiche del virus originale. Un’infinita successione di identici che ammalano l’organismo, inteso nel suo insieme simbolico di corpo, mente e anima, allontanandolo dal resto della compagine umana.
Il progetto Libri di versi non consente la solitudine, ma insiste nel voler avvicinare un artista e un poeta con l’obiettivo di costruire, insieme, un libro oggetto corredato da un testo poetico. Quest’ultimo dialoga con l’oggetto d’arte, anzi ne fa intimamente parte: è una sorta di DNA creativo con cui l’artista visivo impregna la sua opera, così come il poeta si confronta con l’identità unica dell’artista, con le sue tecniche, con la sua sensibilità per costruire una poesia che si amalgami efficacemente all’oggetto d’arte, facendone risultare un lavoro unico, irripetibile e sicuramente dotato di bellezza.
Non ci illudiamo che la tempesta sanitaria che abbiamo, e che stiamo attraversando, porti l’essere umano verso lidi pieni di speranza dove la fraternità, la coesione sociale ed emozionale abbiano la meglio sul profondo egoismo di massa nel quale, noi umani contemporanei, ci affanniamo. Tuttavia, siamo sicuri di poter affermare che Libri di versi rappresenta un viatico concreto per avvalorare la tesi che l’arte ci connette con il mondo, con gli artisti e con l’umanità attraverso un filo invisibile, anche se migliaia di chilometri, ma anche pochi metri, come durante il lockdown, ci separano dalle altre persone.