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Lidia dell’Ajra Mengoli – I luoghi dell’uomo
Costante nelle opere è un rigoroso filo logico che guida la scelta dei colori: cerchi concentrici irregolari (quasi arcobaleni riflessi nelle acque), forme geometriche colorate, delimitate a tratti da smalti di nero. Pur con pochi accostamenti, l’artista riempie il quadro di linee ferme tracciate a catrame e di colori pezzati, che sembrano piccole vetrate dalle vivide rifrazioni colorate
Comunicato stampa
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“I luoghi dell’uomo”, personale ospitata presso lo Spazio Guicciardini, documenta il percorso di Lidia dell’Ajra Mengoli, pittrice ricca di temperamento, la quale parte da esperienze figurative per accostarsi poi, con libertà di gesto, a composizioni in cui il particolare si snatura dal proprio contesto e prende vita propria.
Costante nelle opere è un rigoroso filo logico che guida la scelta dei colori: cerchi concentrici irregolari (quasi arcobaleni riflessi nelle acque), forme geometriche colorate, delimitate a tratti da smalti di nero. Pur con pochi accostamenti, l’artista riempie il quadro di linee ferme tracciate a catrame e di colori pezzati, che sembrano piccole vetrate dalle vivide rifrazioni colorate.
Lidia dell’Ajra Mengoli, trevigiana di nascita, milanese di formazione accademica, mentre frequenta il liceo umanistico si appassionava alla pittura della Scuola d’arte di Augusto Colombo, dove studia e approfondisce il ritratto e le tecniche di disegno e pittura. Espone in diverse collettive (tra le quali: Milano, Palazzo Marino, “Dipingi la tua zona”; Palermo, Palazzo Ruggeriano, Artisti lombardi e siciliani “Così lontani così vicini”; Montecarlo, Hotel de Paris, Sala Beaumarchais). E tra le sue personali dal 1971: Verona, Galleria Il Prisma; Rapallo, Galleria Tigullio; Montecatini, Galleria La Cupola; Milano, Bagutta). Ha eseguito il ritratto di Ezra Pound per il manifesto celebrativo mondiale in occasione del centenario della nascita del Poeta. Sue opere si trovano in collezioni private in Australia , Svizzera, Germania, Francia, Belgio.
Nel suo atelier di Milano insegna a piccoli gruppi d’allievi.
Lidia Dell’Ajra Mengoli spinta da una grande e sincera passione del figurare pittoricamente si è trovata di fronte al problema che è di tutti i pittori contemporanei: come possorendere la natura che mi piace in un modo attuale, moder-no, non ottocentesco? La Mengoli ha il merito di affrontare questo problema dei problemi evitando sia la soluzione su-perficiale (il naturalismo istintivo), sia le successive ipotesi in-tellettuali che porta al nulla concettuale. Progettando le sue tele con linee ferme tracciate a catrame, la Mengoli riempie il quadro di forme colorate che si collocano in precisi rapporti, in un contesto cromatico che acquista un significato via via che l’occhio lo costruisce in rapporto all’intelligenze decora-tiva del tutto. Si potrebbe fare un po’ di letteratura su questi quadri di impegno poetico della Mengoli. Preferisco notarne l’autenticità e l’originalità dell’opera del corso di una crescita professionalmente positiva.
Raffaele De Grada
Quando qualcosa si manifesta d’innanzi a noi con forza in-consueta, quando il particolare si snatura dal proprio conte-sto e prende vita propria, increspando la nostra coscienza come l’eco di un sasso nel nostro essere d’acqua; quando qualcosa si rivela a noi nella sua essenza: il nostro intelletto formula un’immagine.L’elaborazione non segue regole o tracce, è rapida e spontanea, si formula rubando frammenti dai nostri sensi. Vengono fissati profumi, suoni, sapori, e quello che ormai abbiamo di fronte non è più solo un’immagine,sono schegge cristallizzate di quell’attimo. Sono i tasselli di quello che tutti noi chiameremo ricordo. L’immagine perde la sua oggettività, si frantuma nella coscienza pittorica e si dipana sulla tela come il filo logico di un intimo discorso tra l’Io artistico e l’attimo che ha dato luogo alla creazione. Non si più pensare ad un’immagine o ad un soggetto guardando i quadri di Lidia, quello che si ha di fronte è un mondo creato dal continuo sovrappor-si di sensazioni, dalla continua fermentazione del cosciente che ne rimane impresso.
Daria Maggi
Lidia Mengoli fa una bella pittura, voglio dire che l’artista esegue con ottimi risultati in libertà di gesto e in libertà didettato: di qui cerchi i cerchi concentrici irregolari - quasi arcobaleni riflessi nelle acque - le irregolari figure geometriche delimitate da evoluenti bave di nero, si che i colori pezzatipaiono di fatto degli smalti chiusi in alveoli, con la nota tecnica cloisonnée e paiono piccole vetrate, delle quali i dipinti assumono fermo fulgore pur con pochi accostamenti. Le sue opere danno delle eccitanti rifrazioni coloristiche. Cio’che eleva la “piega” espressiva dell’artista é il suo stare sulla soglia dell’espressionismo astratto con un qualche cosa diattinente all’industria pollockiana.
Mario Portalupi
Lidia Mengoli è partita da esperienze figurative per accostarsi poi, con convinzione, a una ricerca forma-colore estremamente interessante. Le mostre dell’artista hanno permesso di analizzare concretamente l’excursus di questa pittrice ricca di verve e di temperamento. Le composizioni si allineano sulla tela in maniera mai disordinata: c’è sempre un rigoroso filo logico a guidarne l’emozione coloristica. Un po’ come dipingere i pensieri, o le sensazioni: l’accostamento é paradossale, ma serve a chiarire senza troppi preamboli la tematica della Mengoli.
A. Scemma
Costante nelle opere è un rigoroso filo logico che guida la scelta dei colori: cerchi concentrici irregolari (quasi arcobaleni riflessi nelle acque), forme geometriche colorate, delimitate a tratti da smalti di nero. Pur con pochi accostamenti, l’artista riempie il quadro di linee ferme tracciate a catrame e di colori pezzati, che sembrano piccole vetrate dalle vivide rifrazioni colorate.
Lidia dell’Ajra Mengoli, trevigiana di nascita, milanese di formazione accademica, mentre frequenta il liceo umanistico si appassionava alla pittura della Scuola d’arte di Augusto Colombo, dove studia e approfondisce il ritratto e le tecniche di disegno e pittura. Espone in diverse collettive (tra le quali: Milano, Palazzo Marino, “Dipingi la tua zona”; Palermo, Palazzo Ruggeriano, Artisti lombardi e siciliani “Così lontani così vicini”; Montecarlo, Hotel de Paris, Sala Beaumarchais). E tra le sue personali dal 1971: Verona, Galleria Il Prisma; Rapallo, Galleria Tigullio; Montecatini, Galleria La Cupola; Milano, Bagutta). Ha eseguito il ritratto di Ezra Pound per il manifesto celebrativo mondiale in occasione del centenario della nascita del Poeta. Sue opere si trovano in collezioni private in Australia , Svizzera, Germania, Francia, Belgio.
Nel suo atelier di Milano insegna a piccoli gruppi d’allievi.
Lidia Dell’Ajra Mengoli spinta da una grande e sincera passione del figurare pittoricamente si è trovata di fronte al problema che è di tutti i pittori contemporanei: come possorendere la natura che mi piace in un modo attuale, moder-no, non ottocentesco? La Mengoli ha il merito di affrontare questo problema dei problemi evitando sia la soluzione su-perficiale (il naturalismo istintivo), sia le successive ipotesi in-tellettuali che porta al nulla concettuale. Progettando le sue tele con linee ferme tracciate a catrame, la Mengoli riempie il quadro di forme colorate che si collocano in precisi rapporti, in un contesto cromatico che acquista un significato via via che l’occhio lo costruisce in rapporto all’intelligenze decora-tiva del tutto. Si potrebbe fare un po’ di letteratura su questi quadri di impegno poetico della Mengoli. Preferisco notarne l’autenticità e l’originalità dell’opera del corso di una crescita professionalmente positiva.
Raffaele De Grada
Quando qualcosa si manifesta d’innanzi a noi con forza in-consueta, quando il particolare si snatura dal proprio conte-sto e prende vita propria, increspando la nostra coscienza come l’eco di un sasso nel nostro essere d’acqua; quando qualcosa si rivela a noi nella sua essenza: il nostro intelletto formula un’immagine.L’elaborazione non segue regole o tracce, è rapida e spontanea, si formula rubando frammenti dai nostri sensi. Vengono fissati profumi, suoni, sapori, e quello che ormai abbiamo di fronte non è più solo un’immagine,sono schegge cristallizzate di quell’attimo. Sono i tasselli di quello che tutti noi chiameremo ricordo. L’immagine perde la sua oggettività, si frantuma nella coscienza pittorica e si dipana sulla tela come il filo logico di un intimo discorso tra l’Io artistico e l’attimo che ha dato luogo alla creazione. Non si più pensare ad un’immagine o ad un soggetto guardando i quadri di Lidia, quello che si ha di fronte è un mondo creato dal continuo sovrappor-si di sensazioni, dalla continua fermentazione del cosciente che ne rimane impresso.
Daria Maggi
Lidia Mengoli fa una bella pittura, voglio dire che l’artista esegue con ottimi risultati in libertà di gesto e in libertà didettato: di qui cerchi i cerchi concentrici irregolari - quasi arcobaleni riflessi nelle acque - le irregolari figure geometriche delimitate da evoluenti bave di nero, si che i colori pezzatipaiono di fatto degli smalti chiusi in alveoli, con la nota tecnica cloisonnée e paiono piccole vetrate, delle quali i dipinti assumono fermo fulgore pur con pochi accostamenti. Le sue opere danno delle eccitanti rifrazioni coloristiche. Cio’che eleva la “piega” espressiva dell’artista é il suo stare sulla soglia dell’espressionismo astratto con un qualche cosa diattinente all’industria pollockiana.
Mario Portalupi
Lidia Mengoli è partita da esperienze figurative per accostarsi poi, con convinzione, a una ricerca forma-colore estremamente interessante. Le mostre dell’artista hanno permesso di analizzare concretamente l’excursus di questa pittrice ricca di verve e di temperamento. Le composizioni si allineano sulla tela in maniera mai disordinata: c’è sempre un rigoroso filo logico a guidarne l’emozione coloristica. Un po’ come dipingere i pensieri, o le sensazioni: l’accostamento é paradossale, ma serve a chiarire senza troppi preamboli la tematica della Mengoli.
A. Scemma
10
giugno 2008
Lidia dell’Ajra Mengoli – I luoghi dell’uomo
Dal 10 al 27 giugno 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO GUICCIARDINI
Milano, Via Francesco Guicciardini, 6, (Milano)
Milano, Via Francesco Guicciardini, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 9.30-12.30 /14.30-18.30; sabato e festivi chiuso
Vernissage
10 Giugno 2008, ore 18
Sito web
www.provincia.milano.it/cultura
Autore