Terza mostra personale romana di Lily Salvo presso il nostro spazio espositivo. Come è ormai noto ai più, la biografia di Lily Salvo è già di per sé un racconto fantastico: nata in argentina – da famiglie di origine europea – ha poi vissuto a lungo in Uruguay, a Montevideo, per trasferirsi quindi in Francia, a Parigi, e in seguito, dal 1974, in Italia – prima a Firenze, infine a Roma. Allieva del più grande pittore latino-americano, Joaquín Torres García, ha avuto rapporti di amicizia con Ernesto Sábato, corrispondenze con Pablo Neruda, incontri di lavoro con Tadeusz Kántor, Micha van Hoeke, Andrej Wajda.

Il mondo creativo di Lily Salvo si contraddistingue sempre più per un’unione felicissima tra il racconto magico delle sue origini e la cura maniacale di una pittura sapiente che ha saputo far tesoro non citazionistico dell’arte pittorica italiana.

Come scrive nel suo testo in catalogo Lorenzo Canova, quello di Lily Salvo è «un erotismo sussurrato e intenso che prende forma grazie ad una vibrazione insita nella sostanza stessa della pittura, nella densità dei suoi impasti e delle sue velature. Il pennello dell’artista infonde in questo modo un soffio vitale e palpitante alla pelle delle donne rappresentate, al profumo dei loro capelli trasformati in roventi filamenti di luce, nei segnali guizzanti di un fremito oscuro e di un’energia esistenziale ».

La mostra è accompagnata dal centodiciottesimo catalogo delle Edizioni Il Polittico, il numero ottantatré della collana «Gli allegri inventori», e comprende, oltre al testo di Lorenzo Canova, la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, e di altre della più recente produzione dell’artista.