Linda Lucia, nata a Roma nel 1978, si dedica alla fotografia dalla prima metà degli anni novanta, strutturando un’ampia produzione artistica nell’ambito della fotografia su pellicola, per approdare nel 2007 all’uso del digitale. L’artista, vincitrice del Concorso fotografico del Marziale Modigliano e Ripalta Vecchia nell’edizione del 2006, ha partecipato a diverse esposizioni collettive, fra le quali le mostre tenutesi fra il 2005 e il 2007 a Caltanissetta presso l’Associazione Gruppo fotografico il Gufo. L’artista ha inoltre ricoperto il ruolo di fotografo di scena nel film di Christian Angeli Il tuo disprezzo (2007).

Sin dagli anni novanta l’artista pone al centro del proprio campo visivo le realtà urbane più letteralmente “underground”, evitando ogni immagine monumentale, canonica dei luoghi storici delle città europee e statunitensi, immortalando invece nei suoi scatti i particolari apparentemente più “banali” e rimossi dall’immaginario stratificatosi nel tempo rispetto ad esse. Sono le bellezze alternative ai canoni comuni a dominare il suo campo visivo, il fascino meccanico dei derivati dell’industria, gli equilibri sospesi dei pilastri dei ponti, le strumentazioni urbane, dagli idranti ai semafori ai tombini, le insegne pubblicitarie, i graffiti.

Le opere esposte in occasione di questa mostra, prima personale dell’artista, sono indirizzate all’attenzione del dettaglio dei piedi delle persone che percorrono le città nelle quali nel 2007 sono state effettuate le fotografie , New York e Roma.

Le fotografie dei piedi nel caso dell’opera di Linda Lucia sono lontanissime dalle immagini riconducibili in maniera più o meno esplicita ad orientamenti “fetish” e si collocano piuttosto come un percorso di ricerca sulle realtà urbane underground. L’attenzione rivolta dall’artista al dettaglio, sia esso appartenente al corpo umano come alla realtà oggettuale, trova in questo caso espressione nella scarpa, vista nella sua qualità di elemento identificativo di genere, nella considerazione di come persino un elemento apparentemente “scontato” come questo sia in realtà espressione di identità singole o di gruppo, come nel caso degli skater e della “sottocultura” loro correlata.