Sarà inaugurata sabato 30 luglio la mostra dedicata al pittore Lorenzo Viani “ La rabbia del genio” che sarà esposta a Vernio (Provincia di Prato) fino al 28 agosto presso la Villa Delfiniana di Montepiano e nella galleria comunale dell’Oratorio di S. Niccolò a San Quirico. Questa importante evento culturale è stato organizzato dal Comune di Vernio, la Provincia di Prato in collaborazione con Farsetti Arte e il Consiag. La mostra, curata da Franco Riccomini, comprende 25 dipinti e 15 disegni che raccontano una parte importante dell’attività artistica di Lorenzo Viani, la sua Versilia, gli anarchici, i personaggi del mare, i diseredati, gli allucinati e il suo no alla guerra. Sono questi i temi in sintesi della mostra valbisentina dedicata ad un artista intriso di rabbia ma baciato dal genio. La rabbia di Viani l’ha espressa perché anche lui la miseria l’ha subita scaricandola poi nei suoi dipinti e nei suoi disegni che, oltre alla miseria sono motivati dal suo essere fondamentalmente anarchico idealista. Senza che una certa incoerenza nel periodo centrale della sua vita, abbia scalfito la sua ideologia nel profondo. Questa mostra non ha la pretesa di essere un’antologica, tuttavia ripercorre, anche in sequenza temporale il cammino artistico di Viani, dal 1904 al 1936 anno della sua morte, con opere celebri ed emblematiche come la “Crocefissione” del 1907, “Lo spiritato” ( Paritucco con il fiore rosso) del 1914 o “L’esposizione futurista” del 1935, delineando con segno nervoso tutti i personaggi che fanno parte della storia della sua breve vita; dalle spiagge viareggine, alle Apuane, all’esperienza parigina, al periodo della guerra, alle esaltazioni del regime fascista, all’esilio di Montecatini fino ai lunghi periodi di permanenza nelle cliniche devastato dall’asma. In ogni momento della sua vita Lorenzo Viani ha raccontato per colori e segni un ‘epoca, un suo percorso, una sua convinzione come quella che ha motivato lo splendido ciclo grafico di “Alla gloria della guerra”, dieci disegni antimilitaristi commentati da Alceste De Ambris che saranno esposti insieme ad altri nella galleria comunale di Vernio e che vogliono esattamente dimostrare il contrario del contenuto del titolo. Un Viani che, nonostante provvisori cambiamenti di rotta, è rimasto sempre se stesso proprio perché la sua anarchia andava oltre l’appartenenza ai gruppi apuani: era radicata nel suo dna perché nata nella miseria e nella sofferenza. Poco prima di morire, da Roma dove si trovava per affrescare il collegio “IV Novembre” per gli orfani dei marinai a Castel Fusano scriveva alla moglie: “ …ho superato di molto i pannelli della stazione di Viareggio. Credo di aver affidato con salde opere il mio nome a secoli lontani”. E il suo nome, come egli sperava, è stato davvero affidato alla storia.