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Loretta Cavicchi – Ostinata Illusione
Le opere per l’artista bolognese rappresentano i luoghi in cui “la nascita, la ricerca, la crescita nel segno attraverso il gesto dell’immagine emergono da un’energia interiore. L’incontro con lo spazio pieno, su cui s’inizia a operare, diventa attimo sospeso e dilatato insieme, come ampliata e profonda si sente quella superficie che si trasforma in un vuoto di materia, in profondità che si protende sempre più verso di me e avvolge il mio pensiero
Comunicato stampa
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Si intitola “Ostinata Illusione” la personale di pittura di Loretta Cavicchi, che inaugura giovedì 29 marzo alle ore 18.30, presso le sale espositive di Sassetti Cultura Isola d’Arte a Milano. L’esposizione presenterà sei dipinti ed una ampia selezione di disegni.
Le opere per l’artista bolognese rappresentano i luoghi in cui “la nascita, la ricerca, la crescita nel segno attraverso il gesto dell’immagine emergono da un’energia interiore. L’incontro con lo spazio pieno, su cui s’inizia a operare, diventa attimo sospeso e dilatato insieme, come ampliata e profonda si sente quella superficie che si trasforma in un vuoto di materia, in profondità che si protende sempre più verso di me e avvolge il mio pensiero. Cresce d’intensità l’unione di segno, gesto, immagine, energia, pensiero, quando comincia ad apparire quella traccia“nello” spazio così intensamente osservato. Ora quei limiti non s’avvertono più. Quei limiti non esistono, se non intesi come dentro e fuori. Io vivo in questo nuovo iperspazio, all’interno di un’energia che mi unisce all’attimo della nascita dell’immagine. Fuori c’è tutto il resto…”.
Il percorso espositivo include un dipinto (500 x 150 cm) realizzato da Loretta Cavicchi in omaggio a Bach
BACH
Percorso visivo
Dall’ascolto del “Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo" (BMW 992) di J.S. Bach, si sviluppa un discorso organico che riguarda il concetto di durata, la sensazione della durata, connessa al ripetersi degli eventi quotidiani, ma svincolata dalla permanenza in luoghi o itinerari consueti.
Le figure si susseguono incalzanti con ritmo ora lento, ora nervoso; il movimento e le cadenze disegnano nello spazio una musica. I visi si ripetono, si uniscono e si allontanano; a volte gli occhi guardano e gli sguardi parlano, ma spesso le palpebre abbassate rivelano un pensiero nascosto. Quando il volto si stacca dal corpo, la mente è raccolta in un'isola chiusa e compatta, densa di memoria e di richiami, ma il contatto non è perduto, rimane evidente. Il gesto unisce le figure e i corpi si tendono. Le mani si legano e collegano; la mano trattiene, sostiene, allontana, unisce, costringe, indica, accompagna, sottolinea, esalta, congiunge e avvolge. Un gesto produce il distacco, teso e nitido sullo sfondo scuro. Il colore si fa cupo, il viso si illumina e il corpo sparisce aspirato dal nulla; lascia solo alcune tracce nella tensione, nello slancio, nell'immobilità e nell'abbandono, al ricordo.
"Da giovane ero amico degli estranei, dei passanti, dei viaggiatori transcontinentali. Sentivo di appartenere a loro, ne ero innamorato, dei loro volti, dei loro corpi, dei loro profili. Ormai devo lottare per non trovare qualsivoglia sconosciuto repellente già al primo sguardo (...) Non mi guida più nessuna idea, ma ne sento la mancanza come se, privàtone, il mio fare non avesse più luce (...). Specie nei tardi pomeriggi delle mie lunghe giornate sopravviene un'ora nella quale, frastornato come sono da tutti i percorsi e i cambiamenti di luogo, i volti degli altri mi vengono incontro come maschere di automi; e allora il mio stesso volto ne fa parte. (...) Solo un'umanità morta, nata morta, mi viene incontro; miserabili nei quali non è avvertibile alcun cammino. In quel viaggio serale in autobus quando sul plateau di Vélizy mi girai quasi inconsciamente, secondo la mia quotidiana esercitazione di sguardi, verso chi mi stava alle spalle, finalmente riuscii di nuovo a vedere la gente diversificata. Nel girare la testa mi liberai di giudizi e pregiudizi. La mia epoca, il mio nemico: questo pensiero, sul punto di consolidarsi con gli anni, divenne inconsistente. Nessuna epoca contava più nulla in quel momento, se non tutte insieme: con i volti dietro di me gettavo uno sguardo in una preistoria e anche in un'età moderna. Senza che qualcosa legasse l'uno all'altro i passeggeri, il mio guardare indietro creò tra loro un'unità. Sebbene nessuno ne sembrasse consapevole, non era una chimera". (P. Handke, Il mio anno nella baia di nessuno )
Formazione: Diploma di Pittura Accademia di Belle Arti di Bologna, 1976 - Diploma di Scultura Accademia di Belle Arti di Bologna, 1980
Attualmente docente di Arte e Immagine, Discipline Pittoriche e Discipline Plastiche
Formazione artistica Luciano De Vita, Quinto Ghermandi, Mario Leoni, Paolo Manaresi, Pompilio Mandelli, Giuseppe Milesi
Mostre personali a Bologna
Galleria d'Azeglio, 1985, curatore Francesca Donati; presentazione Maria Bagnoli
Galleria d'Azeglio, 1987, curatore Francesca Donati; presentazione Luciano Bertacchini
Villa Aldrovandi Mazzacorati, 1990
Galleria L'Ariete, 1993 curatore Patrizia Raimondi, presentazione Marilena Pasquali
Antoniano di Bologna, 2006, Angeli della Terra, per il sostegno dell’infanzia disagiata di
Grand –Bassam in Costa d’Avorio
Galleria Gnaccarini, 2008
Partecipazione alle biennali del bronzetto dantesco, Ravenna
XII edizione: La porta per la città di Dante: Purgatorio, 1996
XIII edizione: La porta per la città di Dante: Paradiso, 1998
XIV edizione: Dante europeo, 2003
Dal 1997 fa anche parte del gruppo di ricerca visuale ut pictura poësis, per il quale ha realizzato i seguenti percorsi visivi:
Progetto Franz Schubert, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 1997
Progetto Gershwin, Cabaret Voltaire di Bologna 1998
Progetto Hildegard von Bingen, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 1998
Progetto Goethe: Staub zu beleben (dare vita alla polvere) Istituto di Cultura Germanica di Bologna. 1999
Hildegard von Bingen: il mondo, il corpo e la melanconia, Associazione Focus di Imola, 2000
Progetto J.S. Bach, Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo, Ist. Cultura Germanica di Bologna, 2000; Ist.Cultura Germanica di Pesaro, 2001
Progetto Kurt Weill, From Berlin to Broadway, Associazione Focus di Imola, 2001
Progetto Novalis: Was fesselt mich an irdische Beschwerden (cosa mi incatena alle fatiche terrene), Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2001
Schubert e Goethe fra Classicismo e Romanticismo, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2002
Progetto Hermann Hesse: dappertutto e in nessun luogo, tentativi di città, tentativi di parole, tentativi di uomini, Ist. di Cultura Germanica di Bologna, 2003
Vidi una Luce, Mistero della beata Hildegard von Bingen, da un testo teatrale di Grytzko Mascioni, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2003
Dal Reno al Reno: in occasione del 50° anniversario dell’Istituto di cultura Germanica di Bologna, 2003
Musica e sentimento nei Lieder di Schubert: Istituto di Cultura Germanica di Bologna
Progetto Teilhard de Chardin: Università Gregoriana di Roma e Parigi. Clermont Ferrand
Einstein e Teilhard de Chardin:
2005. Ist. Cultura Germanica di Bologna, in occasione della conferenza “Le frontiere della scienza”, tenuta dal prof. Antonino Zichichi
Recensioni, servizi radio e TV : Maria Bagnoli, Luciano Bertacchini, Lino Cavallari, Nicoletta Magnoni, Angiolo Silvio Ori, Marilena Pasquali, Roberto Vitali
Le opere per l’artista bolognese rappresentano i luoghi in cui “la nascita, la ricerca, la crescita nel segno attraverso il gesto dell’immagine emergono da un’energia interiore. L’incontro con lo spazio pieno, su cui s’inizia a operare, diventa attimo sospeso e dilatato insieme, come ampliata e profonda si sente quella superficie che si trasforma in un vuoto di materia, in profondità che si protende sempre più verso di me e avvolge il mio pensiero. Cresce d’intensità l’unione di segno, gesto, immagine, energia, pensiero, quando comincia ad apparire quella traccia“nello” spazio così intensamente osservato. Ora quei limiti non s’avvertono più. Quei limiti non esistono, se non intesi come dentro e fuori. Io vivo in questo nuovo iperspazio, all’interno di un’energia che mi unisce all’attimo della nascita dell’immagine. Fuori c’è tutto il resto…”.
Il percorso espositivo include un dipinto (500 x 150 cm) realizzato da Loretta Cavicchi in omaggio a Bach
BACH
Percorso visivo
Dall’ascolto del “Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo" (BMW 992) di J.S. Bach, si sviluppa un discorso organico che riguarda il concetto di durata, la sensazione della durata, connessa al ripetersi degli eventi quotidiani, ma svincolata dalla permanenza in luoghi o itinerari consueti.
Le figure si susseguono incalzanti con ritmo ora lento, ora nervoso; il movimento e le cadenze disegnano nello spazio una musica. I visi si ripetono, si uniscono e si allontanano; a volte gli occhi guardano e gli sguardi parlano, ma spesso le palpebre abbassate rivelano un pensiero nascosto. Quando il volto si stacca dal corpo, la mente è raccolta in un'isola chiusa e compatta, densa di memoria e di richiami, ma il contatto non è perduto, rimane evidente. Il gesto unisce le figure e i corpi si tendono. Le mani si legano e collegano; la mano trattiene, sostiene, allontana, unisce, costringe, indica, accompagna, sottolinea, esalta, congiunge e avvolge. Un gesto produce il distacco, teso e nitido sullo sfondo scuro. Il colore si fa cupo, il viso si illumina e il corpo sparisce aspirato dal nulla; lascia solo alcune tracce nella tensione, nello slancio, nell'immobilità e nell'abbandono, al ricordo.
"Da giovane ero amico degli estranei, dei passanti, dei viaggiatori transcontinentali. Sentivo di appartenere a loro, ne ero innamorato, dei loro volti, dei loro corpi, dei loro profili. Ormai devo lottare per non trovare qualsivoglia sconosciuto repellente già al primo sguardo (...) Non mi guida più nessuna idea, ma ne sento la mancanza come se, privàtone, il mio fare non avesse più luce (...). Specie nei tardi pomeriggi delle mie lunghe giornate sopravviene un'ora nella quale, frastornato come sono da tutti i percorsi e i cambiamenti di luogo, i volti degli altri mi vengono incontro come maschere di automi; e allora il mio stesso volto ne fa parte. (...) Solo un'umanità morta, nata morta, mi viene incontro; miserabili nei quali non è avvertibile alcun cammino. In quel viaggio serale in autobus quando sul plateau di Vélizy mi girai quasi inconsciamente, secondo la mia quotidiana esercitazione di sguardi, verso chi mi stava alle spalle, finalmente riuscii di nuovo a vedere la gente diversificata. Nel girare la testa mi liberai di giudizi e pregiudizi. La mia epoca, il mio nemico: questo pensiero, sul punto di consolidarsi con gli anni, divenne inconsistente. Nessuna epoca contava più nulla in quel momento, se non tutte insieme: con i volti dietro di me gettavo uno sguardo in una preistoria e anche in un'età moderna. Senza che qualcosa legasse l'uno all'altro i passeggeri, il mio guardare indietro creò tra loro un'unità. Sebbene nessuno ne sembrasse consapevole, non era una chimera". (P. Handke, Il mio anno nella baia di nessuno )
Formazione: Diploma di Pittura Accademia di Belle Arti di Bologna, 1976 - Diploma di Scultura Accademia di Belle Arti di Bologna, 1980
Attualmente docente di Arte e Immagine, Discipline Pittoriche e Discipline Plastiche
Formazione artistica Luciano De Vita, Quinto Ghermandi, Mario Leoni, Paolo Manaresi, Pompilio Mandelli, Giuseppe Milesi
Mostre personali a Bologna
Galleria d'Azeglio, 1985, curatore Francesca Donati; presentazione Maria Bagnoli
Galleria d'Azeglio, 1987, curatore Francesca Donati; presentazione Luciano Bertacchini
Villa Aldrovandi Mazzacorati, 1990
Galleria L'Ariete, 1993 curatore Patrizia Raimondi, presentazione Marilena Pasquali
Antoniano di Bologna, 2006, Angeli della Terra, per il sostegno dell’infanzia disagiata di
Grand –Bassam in Costa d’Avorio
Galleria Gnaccarini, 2008
Partecipazione alle biennali del bronzetto dantesco, Ravenna
XII edizione: La porta per la città di Dante: Purgatorio, 1996
XIII edizione: La porta per la città di Dante: Paradiso, 1998
XIV edizione: Dante europeo, 2003
Dal 1997 fa anche parte del gruppo di ricerca visuale ut pictura poësis, per il quale ha realizzato i seguenti percorsi visivi:
Progetto Franz Schubert, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 1997
Progetto Gershwin, Cabaret Voltaire di Bologna 1998
Progetto Hildegard von Bingen, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 1998
Progetto Goethe: Staub zu beleben (dare vita alla polvere) Istituto di Cultura Germanica di Bologna. 1999
Hildegard von Bingen: il mondo, il corpo e la melanconia, Associazione Focus di Imola, 2000
Progetto J.S. Bach, Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo, Ist. Cultura Germanica di Bologna, 2000; Ist.Cultura Germanica di Pesaro, 2001
Progetto Kurt Weill, From Berlin to Broadway, Associazione Focus di Imola, 2001
Progetto Novalis: Was fesselt mich an irdische Beschwerden (cosa mi incatena alle fatiche terrene), Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2001
Schubert e Goethe fra Classicismo e Romanticismo, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2002
Progetto Hermann Hesse: dappertutto e in nessun luogo, tentativi di città, tentativi di parole, tentativi di uomini, Ist. di Cultura Germanica di Bologna, 2003
Vidi una Luce, Mistero della beata Hildegard von Bingen, da un testo teatrale di Grytzko Mascioni, Istituto di Cultura Germanica di Bologna, 2003
Dal Reno al Reno: in occasione del 50° anniversario dell’Istituto di cultura Germanica di Bologna, 2003
Musica e sentimento nei Lieder di Schubert: Istituto di Cultura Germanica di Bologna
Progetto Teilhard de Chardin: Università Gregoriana di Roma e Parigi. Clermont Ferrand
Einstein e Teilhard de Chardin:
2005. Ist. Cultura Germanica di Bologna, in occasione della conferenza “Le frontiere della scienza”, tenuta dal prof. Antonino Zichichi
Recensioni, servizi radio e TV : Maria Bagnoli, Luciano Bertacchini, Lino Cavallari, Nicoletta Magnoni, Angiolo Silvio Ori, Marilena Pasquali, Roberto Vitali
29
marzo 2012
Loretta Cavicchi – Ostinata Illusione
Dal 29 marzo al 15 aprile 2012
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ASSOCIAZIONE SASSETTI CULTURA
Milano, Via Volturno, 35, (Milano)
Milano, Via Volturno, 35, (Milano)
Orario di apertura
10.30 – 12.30 • 16.00 – 19.00
Vernissage
29 Marzo 2012, ore 18.30
Autore