Oggi nel vicentino si possono contare circa 1200 aziende artigiane rappresentanti dell’espressione più prestigiosa e qualificata del settore orafo. A documentare la tradizione orafa a Vicenza un testo unico per contenuti ed immagini esposto nella vetrina in Sala del Capitolo a ViArt. Il testo va a correlare la già esistente mostra “Gioielli (in cerca) d’autore” collocata al piano mezzanino che ha visto coinvolti 10 designer in collaborazione con 10 artigiani del settore orafo. “L’ORO DI VICENZA”, il libro d’artista firmato da Virgilio Scapin, noto scrittore e libraio Vicentino, è accompagnato dalle immagini di Vico Calabrò. Scapin ci racconta come la tradizione orafa sia databile al 1455, anno della consacrazione della cappella di S. Eligio il protettore degli orefici. A partire da quell’anno l’attività nel settore sarà fiorente e raggiungerà il suo apice con le produzioni di Valerio Belli, il più grande incisore di cristalli e pietre dure del XVI secolo, lodato anche nelle Vite del Vasari. Al tempo la Piazza Maggiore era il centro del commercio orafo, tutelato da una Corporazione di antichissime origini. Per la piazza passava anche la processione del Corpus Domini, la più importante fra tutte le festività , celebrata con processioni cui facevano parte anche gli Orefici insieme a tutte le altre Fraglie cittadine. La processione era occasione per sfoggiare tutto il lustro e la competenza che tutt’oggi denotano e differenziano la produzione orafa vicentina. Il testo, edito il 1° dicembre 1994, giorno di S. Eligio, è fuori commercio ed è a tiratura limitata. Questo ne accresce l’alto valore già attribuitogli dalle parole di Scapin e dalle immagini di Calabrò. La copia esposta è di proprietà della Litografia Busato di Vicenza dove le acqueforti sono state tirate con i torchi a mano su carta fabbricata appositamente dalle cartiere Magnani di Pescia. Il testo è stato composto con carattere post medioevale, il capolettera di dimensioni superiori è stato illustrato dallo stesso Calabrò.

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