La mostra raccoglie la sua ultima produzione, la serie di Papere e Generali frutto di un percorso che negli ultimi anni ha visto l’artista prediligere una pittura di racconto, a metà strada tra la figurazione e il simbolismo, in cui i personaggi proiettati sulla tela nel ruolo di icone, indirizzano lo spettatore verso una riflessione che va al di là della sfera puramente estetica. Giovagnoli, infatti, si affida a quell’effetto spiazzante che provoca un oggetto tolto dal suo contesto abituale e inserito in una realtà inconsueta. Così vediamo delle paperelle gialle, sì proprio quelle di gomma con cui giocano i bambini, con il loro becco arancione, i loro occhioni sorridenti, ri-vivere accanto a dei Generali, in alta uniforme, in tutta la loro autorevolezza; un contrasto assolutamente suggestivo. La paperella nel suo essere indifesa, nel suo essere gioco inanimato ma vitale allo stesso tempo, grida più forte di qualsiasi slogan politico, contro quel sistema impersonato dal militare che crolla sotto il suo stesso potere. Ancora una volta l’oggetto tolto dal contesto grazie all’arte, alienato per usare una vecchia terminologia, diventa diverso, attende un nuovo senso che è anche un segnale sociale. L’ironia aiuta l’intelligenza, sembra suggerire Giovagnoli. Allora l’unica cosa che resta all’artista per fuggire da questa realtà cinica è di riproporre un mondo raccolto, fatto di affetti e valori semplici, recuperare il proprio territorio che, seppur con un senso di malinconia da vecchia fotografia sbiadita, ha tutta la capacità di evocare storie che felicemente appartengono a tutti noi. Sono i vacanzieri sulla spiaggia, la gente del posto, le bagnanti sulla riva che Giovagnoli espone in mostra affinché tutto ritorni all’equilibrio e a quella serenità che è propria del suo lavoro.