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Luca Rossi – La misura inquieta
Architetture del caso, labirinti del dubbio, misure del sogno. La ventina di opere che l’artista mantovano Luca Rossi presenta, al primo sguardo sembrano fondarsi su una geometria intesa come equilibrio, armonia, ordine. Ma basta poco per rendersi conto che la composizione è in realtà formata da un infinito accumulo di tracce, pieghe, sovrapposizioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Titolo: La misura inquieta
Artisti: Luca Rossi
a cura di Luigi Meneghelli
Sede esposizione: [G]LOVEBANK, P.zza della Pieve, 14, San Giorgio in
Valpolicella (VR)
Inaugurazione: sabato 7 dicembre, ore 18.00
Periodo: 07.12.2013 – 02.02.2014
Orario: giov, ven, sab 16-19 (e su appuntamento: cell 339 2533287)
ingresso libero
Architetture del caso, labirinti del dubbio, misure del sogno. La ventina
di opere che l’artista mantovano Luca Rossi presenta, al primo sguardo
sembrano fondarsi su una geometria intesa come equilibrio, armonia, ordine.
Ma basta poco per rendersi conto che la composizione è in realtà formata da
un infinito accumulo di tracce, pieghe, sovrapposizioni. Il tutto dipende dal
fatto che per l’artista un quadro non è mai veramente finito: egli lo prende,
lo lascia, lo recupera, per aggiungervi sempre ulteriori segni, innesti, rinvii.
Il suo obiettivo è quello di farne una struttura aperta: non più una semplice
relazione con lo spazio, ma una presa di coscienza dello spazio stesso e
della sua dimensione.
Non essendo un matematico né un filosofo, egli non tenta di dimostrare
che la sua opera è un modello di bellezza, ma la interroga, la esamina
come fosse un corpo vivo, palpitante. Così, alla fine, più che la struttura
delle varie figure, conta seguire il procedimento di esecuzione, importa
osservare la costruzione interna dell’opera, la sua ossatura, proprio come
quella di un corpo umano o di un edificio: un’ossatura discreta, che a volte
si fa persino dimenticare, ma che sostiene l’intera impalcatura del quadro.
Del resto il lavoro di Luca Rossi si presenta come un lungo cammino che
lascia intuire anche i primi passi o, meglio, come una pittura che lascia
intravedere i propri fondali. Qui potrebbero funzionare le parole di Meister
Eckhart: “In fiume eterno il colore in colore si perde”, dove il fluire e il perdersi
vogliono soprattutto alludere ad una condizione metafisica, trascendentale
della visione. Uno spegnersi dei rossi nel nero o, viceversa, un emergere
delle tenebre alla luce, sempre eliminando però ogni parvenza oggettiva e
rendendo invisibili le cose del mondo.
In precedenti prove Rossi arrivava anche a impiegare con insistenza l’oro
(delle icone) o addirittura l’evocazione di paramenti liturgici o di addobbi sacri,
quasi a voler evidenziare un senso di mistero e di inspiegabilità che abitava
l’immagine. Negli ultimi lavori invece egli cerca di raggiungere l’identico
obiettivo, accostando tra di loro diversi saperi e diversi codici compositivi. Ed
è come se volesse conseguire una visione plurima, sfaccettata del mondo,
nella convinzione che un’anima invisibile possa vibrare in ogni frammento di
colore e che una dimensione non esperibile si celi in tutti quelli che sono i toni
cromatici e i motivi formali.
In mostra: catalogo a cura di Luigi Meneghelli. Stampa Grafiche Aurora.
Artisti: Luca Rossi
a cura di Luigi Meneghelli
Sede esposizione: [G]LOVEBANK, P.zza della Pieve, 14, San Giorgio in
Valpolicella (VR)
Inaugurazione: sabato 7 dicembre, ore 18.00
Periodo: 07.12.2013 – 02.02.2014
Orario: giov, ven, sab 16-19 (e su appuntamento: cell 339 2533287)
ingresso libero
Architetture del caso, labirinti del dubbio, misure del sogno. La ventina
di opere che l’artista mantovano Luca Rossi presenta, al primo sguardo
sembrano fondarsi su una geometria intesa come equilibrio, armonia, ordine.
Ma basta poco per rendersi conto che la composizione è in realtà formata da
un infinito accumulo di tracce, pieghe, sovrapposizioni. Il tutto dipende dal
fatto che per l’artista un quadro non è mai veramente finito: egli lo prende,
lo lascia, lo recupera, per aggiungervi sempre ulteriori segni, innesti, rinvii.
Il suo obiettivo è quello di farne una struttura aperta: non più una semplice
relazione con lo spazio, ma una presa di coscienza dello spazio stesso e
della sua dimensione.
Non essendo un matematico né un filosofo, egli non tenta di dimostrare
che la sua opera è un modello di bellezza, ma la interroga, la esamina
come fosse un corpo vivo, palpitante. Così, alla fine, più che la struttura
delle varie figure, conta seguire il procedimento di esecuzione, importa
osservare la costruzione interna dell’opera, la sua ossatura, proprio come
quella di un corpo umano o di un edificio: un’ossatura discreta, che a volte
si fa persino dimenticare, ma che sostiene l’intera impalcatura del quadro.
Del resto il lavoro di Luca Rossi si presenta come un lungo cammino che
lascia intuire anche i primi passi o, meglio, come una pittura che lascia
intravedere i propri fondali. Qui potrebbero funzionare le parole di Meister
Eckhart: “In fiume eterno il colore in colore si perde”, dove il fluire e il perdersi
vogliono soprattutto alludere ad una condizione metafisica, trascendentale
della visione. Uno spegnersi dei rossi nel nero o, viceversa, un emergere
delle tenebre alla luce, sempre eliminando però ogni parvenza oggettiva e
rendendo invisibili le cose del mondo.
In precedenti prove Rossi arrivava anche a impiegare con insistenza l’oro
(delle icone) o addirittura l’evocazione di paramenti liturgici o di addobbi sacri,
quasi a voler evidenziare un senso di mistero e di inspiegabilità che abitava
l’immagine. Negli ultimi lavori invece egli cerca di raggiungere l’identico
obiettivo, accostando tra di loro diversi saperi e diversi codici compositivi. Ed
è come se volesse conseguire una visione plurima, sfaccettata del mondo,
nella convinzione che un’anima invisibile possa vibrare in ogni frammento di
colore e che una dimensione non esperibile si celi in tutti quelli che sono i toni
cromatici e i motivi formali.
In mostra: catalogo a cura di Luigi Meneghelli. Stampa Grafiche Aurora.
07
dicembre 2013
Luca Rossi – La misura inquieta
Dal 07 dicembre 2013 al 02 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
(G)LOVEBANK
Sant'ambrogio Di Valpolicella, Piazza Della Pieve, 14, (Verona)
Sant'ambrogio Di Valpolicella, Piazza Della Pieve, 14, (Verona)
Orario di apertura
giov, ven, sab 16-19 (e su appuntamento: cell 339 2533287)
Vernissage
7 Dicembre 2013, ore 18
Autore
Curatore