Il nuovo Spazio12 inaugura Sabato 9 aprile 2011 la mostra personale di Luca Scarabelli. Il lavoro di Scarabelli affronta problematiche post-concettuali, prelevando frammenti di materia dal quotidiano, seguendo l’intuizione, mettendo in discussione le convenzioni e la retorica del fare arte. Scultura oggettuale, installazioni, fotografia e collage, sono gli strumenti privilegiati dall'artista nella sua ricerca. In Processo di criptazione e astrazione esoterica un gruppo di opere inedite insieme a lavori del recente passato, mai esposti, sono proposti in un percorso in cui il concetto è subordinato a una visione poetica che costruisce immagini inesplorate e misteriose del quotidiano. Nel primo ambiente della galleria l’indagine sulle possibilità delle cose si materializza nell'installazione site-specific Il peso della luce, filtro che crea giochi di luce per rappresentare la dialettica tra ombra e luce, ordine e disordine, tempo e di nuovo limite, il buio della notte. Il perno intorno al quale ruota la mostra è l’opera Il nostro giorno è finito, lento ritorno a casa (2010), una bicicletta nera con un cupo corvide fisso sul campanello. Il corvo, uccello secolare e oracolare, sottolinea Scarabelli, è visto come punto fermo di un colore che naturalmente rappresenta l’anima stessa della notte, l’anima dei morti, punto originario del caos e di un incedere del tempo che lo astrae dalla realtà contingente. Sulla contingenza e sul limite delle cose riflette la scultura oggettuale Immobile limite del contenente (2006), un oggetto aperto in cui la dimensione dello spazio riflette su se stessa. La mostra continua con il disegno realizzato per sottrazione, con la gomma per cancellare, Aprire (abitare la dimensione del visibile), una “macchia” di segni a raggiera che indica un possibile moto e il senso di vertigine visiva e psicologica. Piccoli collage su materiali diversi, come Nostos, che sembra sbucato dall’archivio segreto di un artista bohemien e la polaroid Autoritratto con maschera e corvo, in cui la presenza dell’artista entra in circuito con le opere presentate. L'artista ritorna in Esercizio di precisione, autoritratto del 2008 esposto qui per la prima volta. “È un autoritratto ben “appiccicato” il cui taglio è visibile e ha il valore della differenza” dichiara Scarabelli “il lancio si fa difficile perché sono sopra ad un tavolo, in un ambiente freddo e distaccato, anonimo. C’è da prendere bene la mira, occorre essere precisi per fare arte, per costruire una cosa e centrare il senso del significato. Sono lì sul bordo esterno della costruzione, statuario, concentrato, ma fondamentalmente instabile perché tutto si modifica”.
Infine, un segno lasciato nel cortile della galleria, da cercare perché sappiamo che c’è, ma non dov’è: C’è qualcuno là fuori? (2011