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Lucian Freud
la mostra del Correr presenta una serie di opere finora mai esposte al pubblico, oltre ai capolavori che furono il punto di forza della grande retrospettiva del 2002 alla Tate
Comunicato stampa
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A cinquant’anni dalla prima mostra a Venezia, la fama di Lucian Freud è cresciuta esponenzialmente: la mostra del Correr presenta una serie di opere finora mai esposte al pubblico, oltre ai capolavori che furono il punto di forza della grande retrospettiva del 2002 alla Tate.
La mostra propone quindi oltre novanta opere (settantacinque dipinti e sedici acqueforti) provenienti da collezioni europee e americane - tra cui il celebre ritratto della Regina d’Inghilterra, prestato per la prima volta dalle Collezioni Reali- che tratteggiano oltre cinquant’anni di sviluppo di un intenso percorso artistico, lungo il quale - nel mutare di direzioni, attitudini, sensibilità - è rimasto costante il motivo d’ispirazione, e cioè l’indagine sull’unicità dell’individuo e sul particolare.
Nell’enfatizzazione di ciò che potremmo chiamare prossimità appassionata essa inoltre differisce sostanzialmente dalla mostra della Tate.
Gli artisti a lui più prossimi, da Graham Sutherland a Francis Bacon, decenni fa, fino a Frank Auerbach nell’ultimo trentennio, l’hanno influenzato in termini di attitudine ma non di stile o approccio. Come Bacon, Freud ha sempre inteso andar oltre l’apparenza, ma a differenza di Bacon egli lo fa concentrandosi sulla specificità. Le opere di Freud rappresentano infatti la sua stessa vita “Tutto è autobiografico e qualunque cosa è un ritratto” ha detto. Il soggetto - sia esso amico o conoscente, figlia o nipote, amante o collega pittore come Bacon e Hockney, o la regina d’Inghilterra o lui stesso- diventa unicamente opera di Freud.
In questo contesto, l’insieme del percorso è caratterizzato, tra l’altro, da una straordinaria varietà, per significati, soggetti, misure, spaziando da lavori di piccolo formato ma grandiosi, ad altri di notevoli dimensioni ma di carattere intimo, che non solo rivelano la straordinaria qualità della pittura di Freud ma anche ne dimostrano l'acuta tensione verso una percezione della realtà sorprendentemente diretta, priva di sentimentalismo e di pretenziosità e perciò commovente.
Nipote di Sigmund, Lucian Freud è stato sempre in qualche modo associato all’idea di una capacità d’introspezione psicologica trasmessa geneticamente. In realtà egli è un artista interessato prevalentemente alle possibilità espressive della pittura, anche facendo riferimento a maestri del passato– da Tiziano, Rembrandt, Hals, a Velazquez, Watteau , Cezanne- non tanto per imitarli ma per porsi in relazione con loro in termini attuali.
La tenace attenzione dedicata a qualunque cosa, dal mondo vegetale alla museruola di un cane, da un copriletto spiegazzato ai quarti posteriori di un cavallo, lo rende un unicum tra gli artisti contemporanei, capace di tramandare senza compromessi, con profonda onestà, lo scorrere della vita , così com’è.
Lucian Freud nasce a Berlino nel 1922, emigra in Inghilterra con la famiglia (di origine ebraica) nel 1933 ed è cittadino britannico dal 1939.La prima personale è del 1944; nel 1954 rappresenta la Gran Bretagna alla XXVII Biennale Arti Visive di Venezia, con Francis Bacon e Ben Nicholson. A partire dal 1979 espone anche in Giappone e negli Stati Uniti,ove, a Washintgton, nel 1987, si svolge la prima grande mostra fuori della Gran Bretagna che passa poi al Musée National d’Art Moderne di Parigi, alla Hayward Gallery di Londra e alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Dal ’92 si susseguono onorificenze e grandi mostre in spazi museali tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid,La Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo, fino alla grande retrospettiva del 2002 alla TATE Britain, passata poi alla Fundacio La Caixa di Barcellona e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Al 2001 risale il ritratto della Regina, donato alla Royal Collection, mentre la sua fama cresce esponenzialmente. La mostra del Correr lo vede di nuovo a Venezia, dopo cinquant’anni.
La mostra propone quindi oltre novanta opere (settantacinque dipinti e sedici acqueforti) provenienti da collezioni europee e americane - tra cui il celebre ritratto della Regina d’Inghilterra, prestato per la prima volta dalle Collezioni Reali- che tratteggiano oltre cinquant’anni di sviluppo di un intenso percorso artistico, lungo il quale - nel mutare di direzioni, attitudini, sensibilità - è rimasto costante il motivo d’ispirazione, e cioè l’indagine sull’unicità dell’individuo e sul particolare.
Nell’enfatizzazione di ciò che potremmo chiamare prossimità appassionata essa inoltre differisce sostanzialmente dalla mostra della Tate.
Gli artisti a lui più prossimi, da Graham Sutherland a Francis Bacon, decenni fa, fino a Frank Auerbach nell’ultimo trentennio, l’hanno influenzato in termini di attitudine ma non di stile o approccio. Come Bacon, Freud ha sempre inteso andar oltre l’apparenza, ma a differenza di Bacon egli lo fa concentrandosi sulla specificità. Le opere di Freud rappresentano infatti la sua stessa vita “Tutto è autobiografico e qualunque cosa è un ritratto” ha detto. Il soggetto - sia esso amico o conoscente, figlia o nipote, amante o collega pittore come Bacon e Hockney, o la regina d’Inghilterra o lui stesso- diventa unicamente opera di Freud.
In questo contesto, l’insieme del percorso è caratterizzato, tra l’altro, da una straordinaria varietà, per significati, soggetti, misure, spaziando da lavori di piccolo formato ma grandiosi, ad altri di notevoli dimensioni ma di carattere intimo, che non solo rivelano la straordinaria qualità della pittura di Freud ma anche ne dimostrano l'acuta tensione verso una percezione della realtà sorprendentemente diretta, priva di sentimentalismo e di pretenziosità e perciò commovente.
Nipote di Sigmund, Lucian Freud è stato sempre in qualche modo associato all’idea di una capacità d’introspezione psicologica trasmessa geneticamente. In realtà egli è un artista interessato prevalentemente alle possibilità espressive della pittura, anche facendo riferimento a maestri del passato– da Tiziano, Rembrandt, Hals, a Velazquez, Watteau , Cezanne- non tanto per imitarli ma per porsi in relazione con loro in termini attuali.
La tenace attenzione dedicata a qualunque cosa, dal mondo vegetale alla museruola di un cane, da un copriletto spiegazzato ai quarti posteriori di un cavallo, lo rende un unicum tra gli artisti contemporanei, capace di tramandare senza compromessi, con profonda onestà, lo scorrere della vita , così com’è.
Lucian Freud nasce a Berlino nel 1922, emigra in Inghilterra con la famiglia (di origine ebraica) nel 1933 ed è cittadino britannico dal 1939.La prima personale è del 1944; nel 1954 rappresenta la Gran Bretagna alla XXVII Biennale Arti Visive di Venezia, con Francis Bacon e Ben Nicholson. A partire dal 1979 espone anche in Giappone e negli Stati Uniti,ove, a Washintgton, nel 1987, si svolge la prima grande mostra fuori della Gran Bretagna che passa poi al Musée National d’Art Moderne di Parigi, alla Hayward Gallery di Londra e alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Dal ’92 si susseguono onorificenze e grandi mostre in spazi museali tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid,La Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo, fino alla grande retrospettiva del 2002 alla TATE Britain, passata poi alla Fundacio La Caixa di Barcellona e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Al 2001 risale il ritratto della Regina, donato alla Royal Collection, mentre la sua fama cresce esponenzialmente. La mostra del Correr lo vede di nuovo a Venezia, dopo cinquant’anni.
10
giugno 2005
Lucian Freud
Dal 10 giugno al 30 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO CORRER
Venezia, San Marco, 52, (Venezia)
Venezia, San Marco, 52, (Venezia)
Biglietti
Intero: euro 9,00; Ridotto: euro 7,00
Orario di apertura
tutti i giorni 10-19 (biglietteria 10-18)
Editore
ELECTA
Autore
Curatore