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Luciana Lamothe – Folding Roads
Relazioni e tensioni dinamiche tra corpo e materia, tra sculture, lavori su carta, fotografie e video, caratterizzano la personale dell’artista argentina Luciana Lamothe (1975) negli spazi della galleria lagunare, chiamata a rappresentare il suo paese alla 60a Biennale di Venezia all’Arsenale.
Comunicato stampa
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Relazioni e tensioni dinamiche tra corpo e materia caratterizzano l’esposizione personale dell’artista argentina Luciana Lamothe (1975), ospitata nella sede veneziana della Galleria Alberta Pane a partire dal 16 aprile (con vernissage solo su invito giovedì 19 aprile) fino al 27 luglio 2024.
La mostra è accompagnata da un testo critico della curatrice Ilaria Gianni.
Chiamata a rappresentare il suo paese alla 60a Biennale di Venezia, Lamothe dimostra tutta la sua poliedricità con un’esposizione retrospettiva che, in dialogo con l’importante progetto installativo creato negli spazi dell’Arsenale, permette di addentrarsi in un universo artistico fatto di forme sinuose e ortogonali, organiche e al contempo architettoniche.
Folding Roads si snoda negli spazi della galleria lagunare mettendo in dialogo quattro corpi di opere principali: sculture, lavori su carta, fotografie e video realizzati nel corso dell’ultimo decennio. Attraverso diversi media, l’esposizione invita a esplorare la pratica di Luciana Lamothe, ponendo in particolare l’accento sulla costante relazione tensiva, empatica, sensibile e fisica tra
corpo e materia che da molti anni caratterizza il suo lavoro. Le sculture in mostra, fatte di materiali solidi e strutturali resi flessibili e mobili, sono infatti attivate dall’azione e percezione dello spettatore: in uno scambio osmotico, senza soluzione di continuità né gerarchia, il fruitore si trova coinvolto in una relazione con l’opera, vitale e destabilizzante, tra tensioni materiali e spaziali.
Si distinguono invece per la loro dimensione più intima le sculture della serie Adentro; delle maniglie che, persa la loro funzione, fanno della forza energica della distruzione il punto di partenza per un processo di trasformazione.
Richiamando visivamente e concettualmente le opere scultoree, i disegni esposti si caratterizzano per forme geometriche e curvilinee che coesistono tra ordine e casualità; attrezzi da lavoro e mani contornate a matita disegnano forme ambigue, che si combinano in un’infinità di soluzioni. Delicatezza e fragilità coabitano così con elementi geometrici, solidi e definiti in un insieme di tensioni dalle apparenze mutevoli, dietro cui l’azione è sottesa. Corpo, mani e azione sono elementi ricorrenti anche nelle fotografie in mostra, che mettono in luce un aspetto performativo, talvolta anche vandalico e sovversivo, della pratica di Luciana Lamothe.
Nelle serie Encd e Perspectiva le mani dell’artista, protagoniste, catturano la silhouette di un ignaro passante, che diventa complice di un’azione e proiezione di una idea. Nella più recente serie di autoritratti invece, Retrato Borde (2022), un riflesso effimero e transeunte in una pozzanghera urbana vede sovrapporsi, in guisa di Narciso, il corpo dell’artista con acqua e scarti urbani.
In un continuum di relazioni e corrispondenze, tra elementi vegetali, materiali e interventi dell’uomo, resti e detriti sono anche centrali nel video in mostra Caja Tarra Silla Marco del 2011, girato in un paesaggio rurale, in cui l’artista si muove, camera alla mano, tra scarti, natura e architetture industriali. Ma è nell’intrecciarsi fugace di dita che appare nel quasi impercettibile One Frame Life (2022) che, come Lamothe è solita fare con altri materiali, il medium artistico è portate al massimo della sua potenzialità attraverso le sue minime possibilità; un’opera che, annullando il movimento e impedendo la visione dell’immagine, riflette sulla fragilità dei materiali e sulla transitorietà del tempo.
In Folding Roads emerge quindi con forte evidenza la capacità trasversale di Luciana Lamothe di trattare diversi media e materiali. In modo particolare, è messa in luce la concezione di trans- materialità attraverso cui l’artista ripensa la condizione dei materiali stessi, concependoli come entità sensibili e in tensione. La comunione vitale tra corpo e materia resta essenza di un’importante ricerca, tra potenzialità e sensibilità dei materiali, qui presentata mediante installazioni, sculture, disegni e video realizzati nell’ultimo decennio.
La mostra è accompagnata da un testo critico della curatrice Ilaria Gianni.
Chiamata a rappresentare il suo paese alla 60a Biennale di Venezia, Lamothe dimostra tutta la sua poliedricità con un’esposizione retrospettiva che, in dialogo con l’importante progetto installativo creato negli spazi dell’Arsenale, permette di addentrarsi in un universo artistico fatto di forme sinuose e ortogonali, organiche e al contempo architettoniche.
Folding Roads si snoda negli spazi della galleria lagunare mettendo in dialogo quattro corpi di opere principali: sculture, lavori su carta, fotografie e video realizzati nel corso dell’ultimo decennio. Attraverso diversi media, l’esposizione invita a esplorare la pratica di Luciana Lamothe, ponendo in particolare l’accento sulla costante relazione tensiva, empatica, sensibile e fisica tra
corpo e materia che da molti anni caratterizza il suo lavoro. Le sculture in mostra, fatte di materiali solidi e strutturali resi flessibili e mobili, sono infatti attivate dall’azione e percezione dello spettatore: in uno scambio osmotico, senza soluzione di continuità né gerarchia, il fruitore si trova coinvolto in una relazione con l’opera, vitale e destabilizzante, tra tensioni materiali e spaziali.
Si distinguono invece per la loro dimensione più intima le sculture della serie Adentro; delle maniglie che, persa la loro funzione, fanno della forza energica della distruzione il punto di partenza per un processo di trasformazione.
Richiamando visivamente e concettualmente le opere scultoree, i disegni esposti si caratterizzano per forme geometriche e curvilinee che coesistono tra ordine e casualità; attrezzi da lavoro e mani contornate a matita disegnano forme ambigue, che si combinano in un’infinità di soluzioni. Delicatezza e fragilità coabitano così con elementi geometrici, solidi e definiti in un insieme di tensioni dalle apparenze mutevoli, dietro cui l’azione è sottesa. Corpo, mani e azione sono elementi ricorrenti anche nelle fotografie in mostra, che mettono in luce un aspetto performativo, talvolta anche vandalico e sovversivo, della pratica di Luciana Lamothe.
Nelle serie Encd e Perspectiva le mani dell’artista, protagoniste, catturano la silhouette di un ignaro passante, che diventa complice di un’azione e proiezione di una idea. Nella più recente serie di autoritratti invece, Retrato Borde (2022), un riflesso effimero e transeunte in una pozzanghera urbana vede sovrapporsi, in guisa di Narciso, il corpo dell’artista con acqua e scarti urbani.
In un continuum di relazioni e corrispondenze, tra elementi vegetali, materiali e interventi dell’uomo, resti e detriti sono anche centrali nel video in mostra Caja Tarra Silla Marco del 2011, girato in un paesaggio rurale, in cui l’artista si muove, camera alla mano, tra scarti, natura e architetture industriali. Ma è nell’intrecciarsi fugace di dita che appare nel quasi impercettibile One Frame Life (2022) che, come Lamothe è solita fare con altri materiali, il medium artistico è portate al massimo della sua potenzialità attraverso le sue minime possibilità; un’opera che, annullando il movimento e impedendo la visione dell’immagine, riflette sulla fragilità dei materiali e sulla transitorietà del tempo.
In Folding Roads emerge quindi con forte evidenza la capacità trasversale di Luciana Lamothe di trattare diversi media e materiali. In modo particolare, è messa in luce la concezione di trans- materialità attraverso cui l’artista ripensa la condizione dei materiali stessi, concependoli come entità sensibili e in tensione. La comunione vitale tra corpo e materia resta essenza di un’importante ricerca, tra potenzialità e sensibilità dei materiali, qui presentata mediante installazioni, sculture, disegni e video realizzati nell’ultimo decennio.
16
aprile 2024
Luciana Lamothe – Folding Roads
Dal 16 aprile al 27 luglio 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALBERTA PANE
Venezia, Calle Dei Guardiani, 2403, (Venezia)
Venezia, Calle Dei Guardiani, 2403, (Venezia)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10:30 - 18:30
Vernissage
19 Aprile 2024, 19 - 23, su invito
Sito web
Autore
Autore testo critico