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Lucio Fontana
Opere dal 1950 al 1968
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 9 dicembre 2005 alle ore 18:00 in Campo San Maurizio, presso il nuovo Spazio espositivo Tornabuoni Arte, verrà presentata al pubblico la straordinaria mostra “ Lucio Fontana – Opere dal 1950 al 1968 “.
La Galleria Tornabuoni Arte, una delle più qualificate ed importanti realtà italiane del settore, approda a Venezia con il suo cast di grandi artisti, tra cui Lucio Fontana in mostra dal 10 dicembre al 30 gennaio 2006.
Non sorprende la scelta della Galleria Tornabuoni di dedicare un’intera mostra a questo autore proprio a Venezia, dove egli ha trascorso lunghi soggiorni di intensa ricerca ed elaborazione artistica. E non sorprende ancora la scelta in sé di dedicare un’intera mostra a quest’artista proprio nel momento in cui forte cresce l’interesse verso di lui tanto in Europa quanto nelle Americhe e in Asia, sia da un punto di vista storico-critico che espositivo e collezionistico. Lucio Fontana, che rientra ormai nel novero dei maggiori artisti del XX secolo, ha lasciato un segno di forte valenza artistica e di pregevole attualità.
Di lui ha scritto Enrico Crispolti come di “un artista intimamente fenomenologico, e intimamente evoluzionista, offerto al XXI secolo quale esempio di fiducia profonda nelle possibilità innovative della vita e nelle risorse creative umane. Il suo, un atteggiamento umano e operativo sostanzialmente di chi concepisca la vita sempre in positivo; la sua, una visione sempre fenomenologicamente evolutiva, senza pause o cadute in cristallizzazioni stilistiche, sviluppata in un inesauribile naturale slancio innovativo, in modi continuamente di straordinaria freschezza creativa e di eccezionale essenzialità di modi propositivi.”
Le sue ricerche artistiche hanno attraversato i decenni centrali del XX secolo. Si è misurato tanto con la “cultura simbolista” e con il “Purismo” (Maillol e Wildt) quanto con il “Novecento” (Arturo Martini). A quest’ultimo si è poi contrapposto con svolgimenti plastici del “Cubismo” (Archipenko e dopo Zadkine). In seguito si è dedicato a varie ricerche che vanno dal “non figurativo” al “Futurismo” e il suo dialogo con le correnti europee ha riguardato anche i gruppi “Zero” e “Nul”.La sua opera è vasta e varia quanto originale. Chi non ricorda il gesto creativo del suo segno nei famosi tagli, buchi o graffiti? L’ennesima dimostrazione dell’estrema attualità della sua opera che si configura come rottura con una spazialità assoluta e apre ad una spazialità cosmica e perciò infinita.
Alla base di tutto questo la libertà creativa che ha sempre caratterizzato la sua opera e che ne ha segnato l ‘ evoluzione nel tempo e nello stile.
“Tuttavia – chiarisce Crispolti - attraverso una tale varietà di interessi operativi, manifestatasi non soltanto nel tempo ma anche appunto in una concomitante molteplicità di caratterizzazioni linguistiche delle sue proposizioni pittoriche e plastiche, si riscontra nel lavoro di Fontana una ricorrenza pressoché costante del modo di strutturare l’immagine, plastica o pittorica o ambientale che essa sia. Vale a dire che, pur attraverso una molteplicità di modi operativi quanto una estesissima gamma di configurazione linguistica dei relativi esiti, il modo di concepire strutturalmente l’immagine risulta analogo, e fondato essenzialmente su una consistenza disegnativa dell’articolazione strutturale dell’immagine stessa.”
La mostra organizzata dalla Galleria Tornabuoni Arte, vuol essere un omaggio all’ ,attualità e singolarità di tale espressione artistica e, nel contempo, proposta d’incontro tra l’autore e i fruitori veneziani e stranieri per approcciare la città con l’artista che da anni ormai appresenta, per la stessa Galleria, il fulcro del proprio interesse artistico. Un artista come Fontana inoltre ben meritava un pubblico come è quello veneziano, tra i più sensibili ai mutamenti dell’arte e quindi in grado di apprezzarne il percorso e l’estrema attualità.
Catalogo a cura di Tornabuoni Arte – Disponibile in Galleria
BREVE PROFILO DELL’ARTISTA
Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fé (Argentina).
Si trasferisce molto presto in Italia. Nel 1927 si iscrive all’Accademia di Brera e segue i corsi di Adolfo Wildt. Nonostante la lontananza, continua a mantenere intensi contatti con il Sudamerica, dove effettua frequenti viaggi e dove ha aperto uno studio di scultura. Partecipa a numerose esposizioni e concorsi, in Italia e all'estero. Realizza monumenti funerari e commemorativi.
Stringe rapporti con il gruppo degli architetti razionalisti, collaborando ai loro progetti con sculture e rilievi. Un’attività che porterà avanti per buona parte della sua vita.
Nel 1934 Fontana entra in contatto con l’ambiente dell’astrattismo lombardo legati alla galleria milanese Il Milione. L’anno dopo, si lega al gruppo parigino “Abstraction-Création”. Alterna opere astratte, come le tavolette graffite o le sculture in ferro filiformi, con le ceramiche “barocche”, che realizza presso le fornaci di Albisola e Sévres.
Nel 1939 prende parte alla “Seconda mostra di Corrente”. Nel 1940 è di nuovo a Buenos Aires, dove frequenta i gruppi d’avanguardia e partecipa alla stesura del Manifesto Blanco (1946), che segna la nascita dello spazialismo.
Nel 1946 Lucio Fontana torna in Italia. Qui riunisce subito attorno a sé numerosi artisti.
Nel 1947 elabora il Primo Manifesto dello Spazialismo. Nel 1949 realizza i primi ambienti spaziali. Del 1951 è il grande arabesco al neon per la Triennale di Milano.
Parallelamente nascono le prime carte con i “Buchi”. E’ l’inizio della grande stagione dei Concetti spaziali.
Tra il 1951 e il 1957 elabora diversi cicli di opere, basate sulla perforazione del supporto (tela, tavola, carta) e la sovrapposizione di materiali vari: pietre, pezzetti di vetro, gesso, sabbia, payettes. Passa poi alle tele dipinte all’anilina e alle sculture spaziali su gambo.
Sul finire del 1958 realizza le prime opere con i “tagli”, che riproporrà nel 1959 su tela, con il titolo Concetto spaziale. Attese. Una variante è costituita da I Quanta, insieme di 9 tele poligonali, recanti un taglio ciascuna.
Del 1959 sono anche le sculture in bronzo Natura. Nel 1960, parallelamente alle tele con i tagli, avvia il ciclo di tele con i cosiddetti “crateri”, squarci prodotti nella tela, spalmata di colore ad olio. Nel 1962 è la volta dei “Metalli”, lastre di ottone o di acciaio squarciate.
Nel 1963 appare la notissima serie della Fine di Dio, grandi tele ovali verticali monocrome, recanti squarci. Nel 1964 è la volta dei cosiddetti “teatrini”, tele con buchi, incorniciate da bordi sagomati in legno che simulano una quinta teatrale.
Rientrano nell’intensa attività espositiva di questi anni, la retrospettiva del Walzer Art Center di Minneapolis e il Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia, entrambi del 1966. Dell’anno seguente sono le “Ellissi”, le sculture in metallo verniciato e le scenografie del Ritratto di Don Chisciotte per la Scala di Milano.
Lucio Fontana muore nel 1968, dopo essersi trasferito nella casa di famiglia a Cornabbio, in provincia di Varese.
Nel 1982 Teresita Rasini Fontana, moglie dell’artista, dà vita alla Fondazione Lucio Fontana. Ancora oggi la Fondazione costituisce una delle iniziative meglio gestite nel campo della valorizzazione e della tutela del lavoro di un artista.
La Galleria Tornabuoni Arte, una delle più qualificate ed importanti realtà italiane del settore, approda a Venezia con il suo cast di grandi artisti, tra cui Lucio Fontana in mostra dal 10 dicembre al 30 gennaio 2006.
Non sorprende la scelta della Galleria Tornabuoni di dedicare un’intera mostra a questo autore proprio a Venezia, dove egli ha trascorso lunghi soggiorni di intensa ricerca ed elaborazione artistica. E non sorprende ancora la scelta in sé di dedicare un’intera mostra a quest’artista proprio nel momento in cui forte cresce l’interesse verso di lui tanto in Europa quanto nelle Americhe e in Asia, sia da un punto di vista storico-critico che espositivo e collezionistico. Lucio Fontana, che rientra ormai nel novero dei maggiori artisti del XX secolo, ha lasciato un segno di forte valenza artistica e di pregevole attualità.
Di lui ha scritto Enrico Crispolti come di “un artista intimamente fenomenologico, e intimamente evoluzionista, offerto al XXI secolo quale esempio di fiducia profonda nelle possibilità innovative della vita e nelle risorse creative umane. Il suo, un atteggiamento umano e operativo sostanzialmente di chi concepisca la vita sempre in positivo; la sua, una visione sempre fenomenologicamente evolutiva, senza pause o cadute in cristallizzazioni stilistiche, sviluppata in un inesauribile naturale slancio innovativo, in modi continuamente di straordinaria freschezza creativa e di eccezionale essenzialità di modi propositivi.”
Le sue ricerche artistiche hanno attraversato i decenni centrali del XX secolo. Si è misurato tanto con la “cultura simbolista” e con il “Purismo” (Maillol e Wildt) quanto con il “Novecento” (Arturo Martini). A quest’ultimo si è poi contrapposto con svolgimenti plastici del “Cubismo” (Archipenko e dopo Zadkine). In seguito si è dedicato a varie ricerche che vanno dal “non figurativo” al “Futurismo” e il suo dialogo con le correnti europee ha riguardato anche i gruppi “Zero” e “Nul”.La sua opera è vasta e varia quanto originale. Chi non ricorda il gesto creativo del suo segno nei famosi tagli, buchi o graffiti? L’ennesima dimostrazione dell’estrema attualità della sua opera che si configura come rottura con una spazialità assoluta e apre ad una spazialità cosmica e perciò infinita.
Alla base di tutto questo la libertà creativa che ha sempre caratterizzato la sua opera e che ne ha segnato l ‘ evoluzione nel tempo e nello stile.
“Tuttavia – chiarisce Crispolti - attraverso una tale varietà di interessi operativi, manifestatasi non soltanto nel tempo ma anche appunto in una concomitante molteplicità di caratterizzazioni linguistiche delle sue proposizioni pittoriche e plastiche, si riscontra nel lavoro di Fontana una ricorrenza pressoché costante del modo di strutturare l’immagine, plastica o pittorica o ambientale che essa sia. Vale a dire che, pur attraverso una molteplicità di modi operativi quanto una estesissima gamma di configurazione linguistica dei relativi esiti, il modo di concepire strutturalmente l’immagine risulta analogo, e fondato essenzialmente su una consistenza disegnativa dell’articolazione strutturale dell’immagine stessa.”
La mostra organizzata dalla Galleria Tornabuoni Arte, vuol essere un omaggio all’ ,attualità e singolarità di tale espressione artistica e, nel contempo, proposta d’incontro tra l’autore e i fruitori veneziani e stranieri per approcciare la città con l’artista che da anni ormai appresenta, per la stessa Galleria, il fulcro del proprio interesse artistico. Un artista come Fontana inoltre ben meritava un pubblico come è quello veneziano, tra i più sensibili ai mutamenti dell’arte e quindi in grado di apprezzarne il percorso e l’estrema attualità.
Catalogo a cura di Tornabuoni Arte – Disponibile in Galleria
BREVE PROFILO DELL’ARTISTA
Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fé (Argentina).
Si trasferisce molto presto in Italia. Nel 1927 si iscrive all’Accademia di Brera e segue i corsi di Adolfo Wildt. Nonostante la lontananza, continua a mantenere intensi contatti con il Sudamerica, dove effettua frequenti viaggi e dove ha aperto uno studio di scultura. Partecipa a numerose esposizioni e concorsi, in Italia e all'estero. Realizza monumenti funerari e commemorativi.
Stringe rapporti con il gruppo degli architetti razionalisti, collaborando ai loro progetti con sculture e rilievi. Un’attività che porterà avanti per buona parte della sua vita.
Nel 1934 Fontana entra in contatto con l’ambiente dell’astrattismo lombardo legati alla galleria milanese Il Milione. L’anno dopo, si lega al gruppo parigino “Abstraction-Création”. Alterna opere astratte, come le tavolette graffite o le sculture in ferro filiformi, con le ceramiche “barocche”, che realizza presso le fornaci di Albisola e Sévres.
Nel 1939 prende parte alla “Seconda mostra di Corrente”. Nel 1940 è di nuovo a Buenos Aires, dove frequenta i gruppi d’avanguardia e partecipa alla stesura del Manifesto Blanco (1946), che segna la nascita dello spazialismo.
Nel 1946 Lucio Fontana torna in Italia. Qui riunisce subito attorno a sé numerosi artisti.
Nel 1947 elabora il Primo Manifesto dello Spazialismo. Nel 1949 realizza i primi ambienti spaziali. Del 1951 è il grande arabesco al neon per la Triennale di Milano.
Parallelamente nascono le prime carte con i “Buchi”. E’ l’inizio della grande stagione dei Concetti spaziali.
Tra il 1951 e il 1957 elabora diversi cicli di opere, basate sulla perforazione del supporto (tela, tavola, carta) e la sovrapposizione di materiali vari: pietre, pezzetti di vetro, gesso, sabbia, payettes. Passa poi alle tele dipinte all’anilina e alle sculture spaziali su gambo.
Sul finire del 1958 realizza le prime opere con i “tagli”, che riproporrà nel 1959 su tela, con il titolo Concetto spaziale. Attese. Una variante è costituita da I Quanta, insieme di 9 tele poligonali, recanti un taglio ciascuna.
Del 1959 sono anche le sculture in bronzo Natura. Nel 1960, parallelamente alle tele con i tagli, avvia il ciclo di tele con i cosiddetti “crateri”, squarci prodotti nella tela, spalmata di colore ad olio. Nel 1962 è la volta dei “Metalli”, lastre di ottone o di acciaio squarciate.
Nel 1963 appare la notissima serie della Fine di Dio, grandi tele ovali verticali monocrome, recanti squarci. Nel 1964 è la volta dei cosiddetti “teatrini”, tele con buchi, incorniciate da bordi sagomati in legno che simulano una quinta teatrale.
Rientrano nell’intensa attività espositiva di questi anni, la retrospettiva del Walzer Art Center di Minneapolis e il Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia, entrambi del 1966. Dell’anno seguente sono le “Ellissi”, le sculture in metallo verniciato e le scenografie del Ritratto di Don Chisciotte per la Scala di Milano.
Lucio Fontana muore nel 1968, dopo essersi trasferito nella casa di famiglia a Cornabbio, in provincia di Varese.
Nel 1982 Teresita Rasini Fontana, moglie dell’artista, dà vita alla Fondazione Lucio Fontana. Ancora oggi la Fondazione costituisce una delle iniziative meglio gestite nel campo della valorizzazione e della tutela del lavoro di un artista.
09
dicembre 2005
Lucio Fontana
Dal 09 dicembre 2005 al 30 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
TORNABUONI ARTE
Venezia, Rio Di San Maurizio, 2663, (Venezia)
Venezia, Rio Di San Maurizio, 2663, (Venezia)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-13 e 14.30-19.30
Vernissage
9 Dicembre 2005, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO DAL CERO
Autore