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Lucio Fontana – Le scritture del disegno
L’esposizione propone una selezione di 115 delle 313 opere su carta del maestro italo-argentino donate dalla moglie Teresita, alle raccolte universitarie della città ducale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 13 maggio al 26 giugno alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano si terrà la mostra che presenta i disegni inediti di Lucio Fontana provenienti dalle collezioni del CSAC dell’Università di Parma.
Con questa iniziativa, la Fondazione Arnaldo Pomodoro inizia la sua collaborazione con il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma, creato dallo storico Arturo Carlo Quintavalle. Il ricco patrimonio raccolto in oltre vent’anni di lavoro verrà dunque messo a disposizione del pubblico, offrendo anche l’occasione per pubblicare dei cataloghi documentari.
L’esposizione, curata da Gloria Bianchino, direttrice del CSAC, propone una selezione di 115 delle 313 opere su carta del maestro italo-argentino donate dalla moglie Teresita, alle raccolte universitarie della città ducale.
I disegni, ad eccezione di alcuni realizzati negli anni Trenta, coprono un arco temporale che va dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta, e sono una testimonianza preziosa e irripetibile di una ricerca di grande rilievo in un àmbito, quello del disegno, finora molto poco studiato.
Le opere esplorano àmbiti di ricerca tra loro differenti; si va dalla progettazione di allestimenti (come quello della Biennale del 1966 in collaborazione con Carlo Scarpa), a quella di inserimenti architettonici come i soffitti di gesso, o le porte del Duomo di Milano, ai disegni di nudi e dei teatrini, e a quelli per ceramiche e per sculture.
Fontana disegna sperimentando e proponendo una serie di percorsi che non sempre verranno da lui seguiti. Dunque, se in genere è possibile collocare cronologicamente questi disegni, non lo è altrettanto stabilire un nesso preciso con un lavoro specifico fra quelli di fatto esistenti, siano essi sculture, dipinti o altro. Questo testimonia come tra le due fasi - il progetto e la realizzazione - ne esistesse una ulteriore di meditazione e di trasformazione che non portava necessariamente alla creazione dell’opera stessa.
Per Fontana, il disegno ha sempre rappresentato un valore in sé, e risponde a una sua esigenza di segnare le proprie idee sui fogli, quasi sempre dello stesso formato, quasi sempre in carta bianca, sui quali interveniva a matita o a penna
Fontana aveva una straordinaria capacità ideativa e il suo segno sottile e continuo è una delle caratteristiche più evidenti di una ricerca complessa. A volte, sul medesimo foglio si concentrano numerose soluzioni per uno stesso problema. Tra gli aspetti che più colpiscono nella ricerca di Fontana attraverso i disegni, vi è la loro costante differenza dalle opere poi realizzate, oltre alla sua continua capacità di cambiare registro espressivo. Ad esempio, quando Fontana sperimenta la ricerca sui Tagli, il segno risulta netto, preciso, e a volte egli indica con limiti appena accennati il campo entro il quale saranno da inserire i tagli stessi, ma quando dialoga con l’Informale europeo, con l’inserimento di pietre o di altri materiali nel sistema del racconto, allora il segno cambia, così come muta quando si tratta di variare l’immagine di una scultura oppure quella di gruppi pensati per essere poi realizzati in ceramica.
Il volume che accompagna l’esposizione (edizioni Fondazione Arnaldo Pomodoro/ CSAC) conterrà tutte le 313 opere della collezione CSAC e rappresenta il primo passo per la stesura di un catalogo ragionato dei disegni di Fontana che possa affiancarsi alle già esistenti edizioni critiche dedicate alla pittura e alla scultura.
In contemporanea, gli spazi della Fondazione ospitano la mostra di Magdalena Abakanowicz (1930), Space to Experience, che presenta un gruppo selezionato di opere di grandi dimensioni, in grado di raccontare 50 anni di lavoro di una tra le voci più autorevoli della scultura contemporanea internazionale.
Con questa iniziativa, la Fondazione Arnaldo Pomodoro inizia la sua collaborazione con il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma, creato dallo storico Arturo Carlo Quintavalle. Il ricco patrimonio raccolto in oltre vent’anni di lavoro verrà dunque messo a disposizione del pubblico, offrendo anche l’occasione per pubblicare dei cataloghi documentari.
L’esposizione, curata da Gloria Bianchino, direttrice del CSAC, propone una selezione di 115 delle 313 opere su carta del maestro italo-argentino donate dalla moglie Teresita, alle raccolte universitarie della città ducale.
I disegni, ad eccezione di alcuni realizzati negli anni Trenta, coprono un arco temporale che va dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta, e sono una testimonianza preziosa e irripetibile di una ricerca di grande rilievo in un àmbito, quello del disegno, finora molto poco studiato.
Le opere esplorano àmbiti di ricerca tra loro differenti; si va dalla progettazione di allestimenti (come quello della Biennale del 1966 in collaborazione con Carlo Scarpa), a quella di inserimenti architettonici come i soffitti di gesso, o le porte del Duomo di Milano, ai disegni di nudi e dei teatrini, e a quelli per ceramiche e per sculture.
Fontana disegna sperimentando e proponendo una serie di percorsi che non sempre verranno da lui seguiti. Dunque, se in genere è possibile collocare cronologicamente questi disegni, non lo è altrettanto stabilire un nesso preciso con un lavoro specifico fra quelli di fatto esistenti, siano essi sculture, dipinti o altro. Questo testimonia come tra le due fasi - il progetto e la realizzazione - ne esistesse una ulteriore di meditazione e di trasformazione che non portava necessariamente alla creazione dell’opera stessa.
Per Fontana, il disegno ha sempre rappresentato un valore in sé, e risponde a una sua esigenza di segnare le proprie idee sui fogli, quasi sempre dello stesso formato, quasi sempre in carta bianca, sui quali interveniva a matita o a penna
Fontana aveva una straordinaria capacità ideativa e il suo segno sottile e continuo è una delle caratteristiche più evidenti di una ricerca complessa. A volte, sul medesimo foglio si concentrano numerose soluzioni per uno stesso problema. Tra gli aspetti che più colpiscono nella ricerca di Fontana attraverso i disegni, vi è la loro costante differenza dalle opere poi realizzate, oltre alla sua continua capacità di cambiare registro espressivo. Ad esempio, quando Fontana sperimenta la ricerca sui Tagli, il segno risulta netto, preciso, e a volte egli indica con limiti appena accennati il campo entro il quale saranno da inserire i tagli stessi, ma quando dialoga con l’Informale europeo, con l’inserimento di pietre o di altri materiali nel sistema del racconto, allora il segno cambia, così come muta quando si tratta di variare l’immagine di una scultura oppure quella di gruppi pensati per essere poi realizzati in ceramica.
Il volume che accompagna l’esposizione (edizioni Fondazione Arnaldo Pomodoro/ CSAC) conterrà tutte le 313 opere della collezione CSAC e rappresenta il primo passo per la stesura di un catalogo ragionato dei disegni di Fontana che possa affiancarsi alle già esistenti edizioni critiche dedicate alla pittura e alla scultura.
In contemporanea, gli spazi della Fondazione ospitano la mostra di Magdalena Abakanowicz (1930), Space to Experience, che presenta un gruppo selezionato di opere di grandi dimensioni, in grado di raccontare 50 anni di lavoro di una tra le voci più autorevoli della scultura contemporanea internazionale.
13
maggio 2009
Lucio Fontana – Le scritture del disegno
Dal 13 maggio al 26 giugno 2009
disegno e grafica
Location
FONDAZIONE ARNALDO POMODORO
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Biglietti
8/5 euro (consente l’ingresso anche alla mostra Magdalena Abakanowicz, Space to Experience)
Orario di apertura
mercoledì-domenica ore 11-18 (ultimo ingresso ore 17); giovedì ore 11-22 (ultimo ingresso ore 21)
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore