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Lucio Rosato – Territori limitrofi
“residui di un tempo vissuto, raccontano fisionomie che lentamente modificano: lasciano affiorare ogni traccia se più percepibile il nero”. Sono riproposti, a distanza di 15 anni, alcuni vecchi lavori elaborati da Rosato tra il 1999 e il 2001
Comunicato stampa
Segnala l'evento
venerdì 20 maggio usomagazzino per la serie giacenze, presenta territori limitrofi, acrilici neri su cartoni residui di Lúcio Rosato
residui di un tempo vissuto, raccontano fisionomie che lentamente modificano: lasciano affiorare ogni traccia se più percepibile il nero
sono riproposti, a distanza di 15 anni, alcuni vecchi lavori elaborati da Rosato tra il 1999 e il 2001 e presentati al pubblico in occasione della sua prima personale tenutasi nel 2001 presso lo spazio espositivo Artmedia Project gestito da Alessandro Iasci a Frisa e, nello stesso anno, esposti nella sede della facoltà di architettura di Pescara in occasione di una sua seconda personale curata da Brigida di Leo
i 6 grandi cartoni del 2001 (cm 204x88), che danno il titolo all'esposizione, sono disposti in sequenza ritmica a invadere di nero lo spazio bianco di usomagazzino insieme ad altri lavori, sempre rigorosamente neri, estrapolati da “la stanza dei minotauri” allestita da Lúcio Rosato nell'ex mattatoio di Apricena in occasione della prima edizione di Scarti (settembre 2001)
sempre più interessato alle dismissioni e alla progettazione del vuoto, Rosato recupera dalla sua memoria fattiva questo tentativo estremo di protezione di un mondo adiacente, forse non ancora del tutto compromesso, da preservare attraverso il colore nero se così a quel tempo scriveva: “sono sui territori al limite dove intuisco una condizione immaginata e temuta: desiderata e voluta colata lavica a ricoprire ... dove affiora ogni traccia, inevitabile, del più leggero passaggio”
per Rosato il nero era il colore del sud, il nero di quei tessuti di lana con i quali le donne e gli uomini del sud si proteggevano dal sole anche in estate, quel nero che avrebbe potuto preservare l'anima autentica di quel sud a lui tanto caro e che ancora continua a indicare come direzione dello sguardo volgendo a sud le mappe delle sue architetture
di Lúcio Rosato è possibile visionare, fino a domenica 22 maggio (dalle 17.00 alle 20.00) in occasione dell'esposizione Abruzzo Contemporaneo curata da Barbara Birindelli e Leo Di Rocco nei locali dell'ex manifattura tabacchi di Città sant'Angelo, alcuni suoi recenti lavori che al contrario privilegiano il bianco e raccontano di orizzonti poggiati e di qualcosa che sto perdendo (opere dal 2010 al 2016)
Lúcio Rosato
(Lanciano 1960) architetto, viaggia sui territori al limite tra la concretezza del pensiero e l’astrazione della materia realizzando installazioni e architetture permanenti. Vive e prende appunti a Pescara
residui di un tempo vissuto, raccontano fisionomie che lentamente modificano: lasciano affiorare ogni traccia se più percepibile il nero
sono riproposti, a distanza di 15 anni, alcuni vecchi lavori elaborati da Rosato tra il 1999 e il 2001 e presentati al pubblico in occasione della sua prima personale tenutasi nel 2001 presso lo spazio espositivo Artmedia Project gestito da Alessandro Iasci a Frisa e, nello stesso anno, esposti nella sede della facoltà di architettura di Pescara in occasione di una sua seconda personale curata da Brigida di Leo
i 6 grandi cartoni del 2001 (cm 204x88), che danno il titolo all'esposizione, sono disposti in sequenza ritmica a invadere di nero lo spazio bianco di usomagazzino insieme ad altri lavori, sempre rigorosamente neri, estrapolati da “la stanza dei minotauri” allestita da Lúcio Rosato nell'ex mattatoio di Apricena in occasione della prima edizione di Scarti (settembre 2001)
sempre più interessato alle dismissioni e alla progettazione del vuoto, Rosato recupera dalla sua memoria fattiva questo tentativo estremo di protezione di un mondo adiacente, forse non ancora del tutto compromesso, da preservare attraverso il colore nero se così a quel tempo scriveva: “sono sui territori al limite dove intuisco una condizione immaginata e temuta: desiderata e voluta colata lavica a ricoprire ... dove affiora ogni traccia, inevitabile, del più leggero passaggio”
per Rosato il nero era il colore del sud, il nero di quei tessuti di lana con i quali le donne e gli uomini del sud si proteggevano dal sole anche in estate, quel nero che avrebbe potuto preservare l'anima autentica di quel sud a lui tanto caro e che ancora continua a indicare come direzione dello sguardo volgendo a sud le mappe delle sue architetture
di Lúcio Rosato è possibile visionare, fino a domenica 22 maggio (dalle 17.00 alle 20.00) in occasione dell'esposizione Abruzzo Contemporaneo curata da Barbara Birindelli e Leo Di Rocco nei locali dell'ex manifattura tabacchi di Città sant'Angelo, alcuni suoi recenti lavori che al contrario privilegiano il bianco e raccontano di orizzonti poggiati e di qualcosa che sto perdendo (opere dal 2010 al 2016)
Lúcio Rosato
(Lanciano 1960) architetto, viaggia sui territori al limite tra la concretezza del pensiero e l’astrazione della materia realizzando installazioni e architetture permanenti. Vive e prende appunti a Pescara
20
maggio 2016
Lucio Rosato – Territori limitrofi
Dal 20 maggio al 04 giugno 2016
arte contemporanea
Location
USOMAGAZZINO PER ALTRE ARCHITETTURE
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Pescara, Via Silvio Spaventa, 10/4, (Pescara)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 18.00-20.00
Vernissage
20 Maggio 2016, h 19.00
Autore