I corpi si muovono flessuosi, ondeggianti ai ritmi musicali assordanti. Non è soltanto lo spazio che loro occupano a determinare la forza, ma anche il sogno che ci propongono, sotto i fari e i flashes. Tuttavia al di là della plasticità delle masse in tensione, vi sono presenze ataviche di cui nessuno può oggettivamente darne la ragione. E poi, perché razionalizzare? Natura, natura, reminiscenza tribale. Ritorno al movimento rituale per un recupero della nostra identità

La divergenza di opinioni su di un prodotto artistico dimostra che l’opera è nuova, complessa e vitale (O.Wilde – Prefazione a Il ritratto di Dorian Gray)

Terza personale romana dell'artista, personalità significativa nel panorama della pittura attuale. Caflisch esporrà una selezione di opere recenti: una dozzina di tele di grande formato, per lo più ad olio, che trattano il tema della figura, risultato di un attento lavoro di ricerca col colore.

Caflisch ha una libertà coloristica fatta di colori tenui: violetti e gialli, il tratto è nervoso e il disegno è del tipo impressionista. La sua è una pittura giocata su più piani semantici tra modernità e tradizione in cui non è rigettato nulla, ma tutto rielaborato e reinterpretato.

Luigi Caflisch, nasce a Forlì, nel 1961. Studia a Roma pittura all’Accademia di Belle Arti, e storia dell’arte all’Università “La Sapienza”, Facoltà di lettere. Si trasferisce a Lugano per l’insegnamento e quindi a Catania dove vive fino all’anno 2002. Attualmente abita a Roma. La prima mostra personale la tiene a Roma, al Centro di Sarro, nel 1987. In seguito espone a Catania, Lugano e a Seoul; partecipa inoltre a varie mostre collettive in Italia. Sul suo lavoro hanno scritto: Federica di Castro, Antonella Sbrilli, Mariano Apa, Mario Bertin, d. Massimo Camisasca , Giuseppe Cannilla e Dalmazio Ambrosioni.