Castelvolturno e' spesso descritta come terra di confine. Situata ai margini della pianura campana, nel punto in cui il fiume Volturno sfocia nel mar Tirreno, negli anni Settanta e' stata investita dal sogno del turismo. Cio' ha portato ad un'alterazione radicale del territorio per poi, nel corso degli anni Ottanta, essere investito da una profonda trasformazione sociale indotta dall'arrivo di sfollati provenienti dalle aree piu' povere di Napoli e dei comuni limitrofi e, contemporaneamente, dai primi flussi immigratori. La fusione tra abusivismo edilizio, illegalità diffusa, inquinamento e il radicarsi di popolazioni fortemente svantaggiate e marginalizzate, ha portato a un degrado, sia ambientale che sociale, e alla fine di ogni progetto di sviluppo economico fondato sul turismo.

Luigi Caterino, portando avanti un percorso di ricerca sul territorio, i suoi mutamenti e il rapporto tra questo e l'azione umana, focalizza l'atroce contrasto, tra sogni e illusioni, che pervade questi luoghi. Finis Terrae e' un racconto fotografico di Castelvolturno e della provincia di Caserta, delle problematiche e delle stridenti contraddizioni che l'attraversano, con uno sguardo puntato sulla tensione tra bellezza e miseria, appartenenza e distanza.

Luigi Caterino nasce a Marano di Napoli (NA) nel 1982, vive a San Cipriano d'Aversa (CE). Da tre anni lavora come fotoreporter freelance. Collabora con il mensile Fresco di Stampa.

La mostra si inserisce all'interno della rassegna di cinema antropologico e riflessione sociale Contro-Sguardi, promossa e organizzata dalla sezione antropologica del Dipartimento Uomo e Territorio e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Perugia, dall'associazione culturale Macadam, in collaborazione con l'Informagiovani del Comune di Perugia e gemellata con il Festival do film etnografico do Recife. In allegato il programma completo della manifestazione.