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Luigi Galofaro – Sul segno degli artisti # 5
Dodici artisti presentati, nell’arco di un anno, con 12 lavori ciascuno e raccolti in un catalogo annuale. Lo zodiaco costituirà ciclicamente per 12 anni l’imprevedibile percorso di una lunga mostra sul segno astrale di 144 artisti prescelti, per un ammontare cabalistico di 1728 opere da esporre.
Comunicato stampa
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Dodici artisti da presentare nell'arco di un anno con 12 lavori ciascuno. Alla fine dell'anno sarà pubblicato un catalogo edito dalla Salarchi Immagini, nel segno degli (astri) artisti prescelti, con 144 opere: esso costituirà ciclicamente per dodici anni il corpo ideale di una sinestesia simbolica da deporre nella collana editoriale "Sul segno degli artisti" in dodici volumi, per un ammontare cabalistico di 1728 opere d'arte esposte, prodotte da 144 artisti. "Voglio abbellire la mia vita con i tempi dell’arte, della musica, della poesia, con le pagine migliori dell’uomo" ci dice l'editore Salvatore Schembari, ideatore della rassegna, un Sancho Panza contemporaneo la cui silhouette/ombra si allunga fino a diventare quella di Don Chisciotte. E continua: "I due personaggi letterari si innalzano nel'ambiente culturale simili alle due principali chiese della città di Comiso: quella dell’Annunziata, concreta e popolare; e quella di Santa Maria delle Stelle, utopica e aristocratica, antagoniste a un’abietta periferia. In mezzo a loro c’è il mio piccolo granducato intellettuale - per dirla con Gesualdo Bufalino - che vuole ridestare le meraviglie del sognato giardino greco, fenicio, romano, arabo, aragonese, catalano, ebreo, francese, normanno e spagnolo, di un paese siciliano".
Sabato 24 settembre, alle ore 20, alla Galleria degli Archi di Comiso, ci sarà il quinto appuntamento con “Sul segno degli artisti”: saranno visibili i lavori di Luigi Galofaro, artista comisano eccellente, con la passione per la scultura. Consapevole del valore simbolico della sua appartenenza al segno dell'ariete, nato il 12 aprile del 1944, ha assecondato lucidamente la cabala insita nel progetto del curatore Salvatore Schembari, finendo per presentare dodici piccolissime sculture, di 12 cm ciascuna, da esporre in soli dodici giorni. Una risposta eccentricamente coerente al ludico imprevisto invito rivoltogli dall’amico gallerista, qualcosa di molto distante dal suo paziente quotidiano impegno creativo. Uno stimolo promettente, comunque, accolto in modo esemplare dall’artista. “Galofaro, infatti, ha realizzato dei piccoli gioielli di scultura stratificati, sovrapposti su una materia informe, utilizzando le sostanze più disparate dalle leghe metalliche al legno. Totem in miniatura, presenze figurative, forme astratte, dettate allo spazio o assunte dalla stessa materia manipolata, in linee irregolari, in curve segniche ora alte, ora basse, che raggiungono equilibri formali nel loro dispiegarsi in volo assieme agli intrecci e ai frastagli naturali dell’acciaio, del rame, del ferro, dell’ottone, del legno. A guardarle, nel complesso, sembrano quasi evocare una sinfonia di composte asimmetrie, trascritta, in note dissonanti, nel pentagramma dell’aria e del cielo.
Ne è venuto fuori forse, come paradigma, una sintesi mirabile di tutta la sua ricerca più che trentennale di dedizione all’arte della scultura” ci dice il curatore Salvatore Schembari.
Biografia
Luigi Galofaro nasce a Comiso il 12 aprile del 1944. Nel 1954 si scrive alla Scuola Statale d’Arte del proprio paese, dove è allievo dei maestri G. Belletti, B.Brancato, I. Giubilei, R.Terranova. Nel 1960 partecipa, per la prima volta, ad una mostra giovanile. Nel frattempo frequenta l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino Di Betto” di Perugia, presso il quale consegue, nel 1961, il titolo di maestro d’arte. Nello stesso anno partecipa a diverse mostre, sia a carattere regionale che nazionale, nelle quali ottiene premi e riconoscimenti. Nel ‘62 inizia la carriera di docente di materie artistiche che lo impegnerà fino al 2000. Dal 1963, per una decina d’anni, divide la “Bottega d’arte”, uno studio sito in via Ferreri, a Comiso, con gli scultori Vittorio Balcone, Giuseppe Di Nicola, Biagio Miceli, Michele Licata. Sono anni importanti ai fini della ricerca espressiva, delle acquisizioni tecniche nella lavorazione dei metalli e nella realizzazione di strutture plastiche. Nel ‘65 partecipa insieme a Balcone, a Elia ed a Michele Licata ad una mostra, organizzata presso la biblioteca comunale di Comiso dall’allora direttore, professore Biagio Floridia. Due anni più tardi fa parte di una collettiva d’arte contemporanea presso il Palazzo del Carmine, a Caltanissetta con Balcone, Carnicelli, De Simone, Elia, Fava, B. Miceli, Spampinato. Al 1969 risale invece la prima personale, presso la galleria “Ponte 2” di Ragusa, presentata dal critico d’arte E. Leopardi. Il 1970 segna una data importante per la maturazione dell’artista che abbandona definitivamente il figurativo per l’astratto. Cinque anni dopo partecipa alla quadriennale “La nuova generazione”, presso il palazzo delle esposizioni a Roma e nello stesso anno viene organizzata presso la galleria d’arte di Siracusa, “La Quadriga”, la seconda personale, presentata da A. Cortese. Nel 1976, in occasione della XXII “Estate chiaramontana”, presso la sala consiliare del Comune di Chiaramente Gulfi, organizza, per volere dell’amministrazione Comunale, una personale di scultura. L’anno successivo riceve il “Premio Comiso” per la scultura alla “Biennale Città di Comiso”, alla quale partecipa con un'opera dal titolo “Dissociazione”, realizzata in ferro ed ottone. Nel 1978 espone a Roma insieme a Di Nicola, Forte e Camilleri, presso la galleria “Il Babuino”. Se gli anni ottanta sono segnati dalla scelta di non partecipare a mostre, tuttavia sono caratterizzati da una intensissima, accorta, ininterrotta produzione. Nel 1993 una sua scultura viene collocata, per volere dell’amministrazione comunale, nel cortile del palazzetto dello Sport della sua città. Nel 1996, in occasione del “Settembre Kasmeneo” insieme a Balcone, Elia e Michele Licata espone alcune opere ad una mostra di pittura e scultura dal titolo “La virtù è ordinato amore”, presentata da Aldo Cottonaro. Nel 2006 è presente al I simposio nazionale “Percorsi d’Arte” città di Stefanaconi(VV). Nello stesso anno è presente alla collettiva “Una scuola una generazione” Aula P. Palazzo, Comiso curata da Luciano Marziano con testi di L. Marziano, E.Giannì e G. Corallo. Nel 2007 espone alla mostra collettiva “Cento Artisti intorno al giardino” allestita presso la Fondazione Bufalino di Comiso. Nello stesso anno in seguito alla mostra di Comiso “Una scuola una generazione”, che dà il via al Collettivo Comisano BAI, è presente ad un ciclo di mostre itineranti : a San Cataldo (CL) con testi di L.Bontà e D. Gulizia dal titolo “Coralità Riemerse”; ad Arcidosso (GR) con testo di G. Corallo dal Titolo “Esperienze Parallele”, a Gorizia con testo di Nicoletta Bressan dal titolo “Il collettivo Comisano BAI: Una Generazione a Confronto”. Contemporaneamente, nello stesso anno, partecipa a Ragusa alla collettiva d’arte “Confluire” presso la Galleria Lirismo d’Autore, con testo di G. Corallo dal Titolo “ Linguaggi a Confronto”. Alle sue opere si sono interessati riviste e quotidiani. Hanno scritto sui suoi lavori: G. Baragli, G. Belletti, F. Bellonzi, Antonio e Biagio Brancato, F. Carbone, G. Corallo, A.Cortese, A. Cottonaro, B. Floridia, E. Franceschini, E. Giannì, E. Leopardi, E. Marino, L. Marziano, B. Miceli, L. Rimmaudo, D. Gulizia, A. Lauretta, T.Giardina. F. Spena, N. Bressan, A. Crescenzi, F. Bardelli.
Sabato 24 settembre, alle ore 20, alla Galleria degli Archi di Comiso, ci sarà il quinto appuntamento con “Sul segno degli artisti”: saranno visibili i lavori di Luigi Galofaro, artista comisano eccellente, con la passione per la scultura. Consapevole del valore simbolico della sua appartenenza al segno dell'ariete, nato il 12 aprile del 1944, ha assecondato lucidamente la cabala insita nel progetto del curatore Salvatore Schembari, finendo per presentare dodici piccolissime sculture, di 12 cm ciascuna, da esporre in soli dodici giorni. Una risposta eccentricamente coerente al ludico imprevisto invito rivoltogli dall’amico gallerista, qualcosa di molto distante dal suo paziente quotidiano impegno creativo. Uno stimolo promettente, comunque, accolto in modo esemplare dall’artista. “Galofaro, infatti, ha realizzato dei piccoli gioielli di scultura stratificati, sovrapposti su una materia informe, utilizzando le sostanze più disparate dalle leghe metalliche al legno. Totem in miniatura, presenze figurative, forme astratte, dettate allo spazio o assunte dalla stessa materia manipolata, in linee irregolari, in curve segniche ora alte, ora basse, che raggiungono equilibri formali nel loro dispiegarsi in volo assieme agli intrecci e ai frastagli naturali dell’acciaio, del rame, del ferro, dell’ottone, del legno. A guardarle, nel complesso, sembrano quasi evocare una sinfonia di composte asimmetrie, trascritta, in note dissonanti, nel pentagramma dell’aria e del cielo.
Ne è venuto fuori forse, come paradigma, una sintesi mirabile di tutta la sua ricerca più che trentennale di dedizione all’arte della scultura” ci dice il curatore Salvatore Schembari.
Biografia
Luigi Galofaro nasce a Comiso il 12 aprile del 1944. Nel 1954 si scrive alla Scuola Statale d’Arte del proprio paese, dove è allievo dei maestri G. Belletti, B.Brancato, I. Giubilei, R.Terranova. Nel 1960 partecipa, per la prima volta, ad una mostra giovanile. Nel frattempo frequenta l’Istituto Statale d’Arte “Bernardino Di Betto” di Perugia, presso il quale consegue, nel 1961, il titolo di maestro d’arte. Nello stesso anno partecipa a diverse mostre, sia a carattere regionale che nazionale, nelle quali ottiene premi e riconoscimenti. Nel ‘62 inizia la carriera di docente di materie artistiche che lo impegnerà fino al 2000. Dal 1963, per una decina d’anni, divide la “Bottega d’arte”, uno studio sito in via Ferreri, a Comiso, con gli scultori Vittorio Balcone, Giuseppe Di Nicola, Biagio Miceli, Michele Licata. Sono anni importanti ai fini della ricerca espressiva, delle acquisizioni tecniche nella lavorazione dei metalli e nella realizzazione di strutture plastiche. Nel ‘65 partecipa insieme a Balcone, a Elia ed a Michele Licata ad una mostra, organizzata presso la biblioteca comunale di Comiso dall’allora direttore, professore Biagio Floridia. Due anni più tardi fa parte di una collettiva d’arte contemporanea presso il Palazzo del Carmine, a Caltanissetta con Balcone, Carnicelli, De Simone, Elia, Fava, B. Miceli, Spampinato. Al 1969 risale invece la prima personale, presso la galleria “Ponte 2” di Ragusa, presentata dal critico d’arte E. Leopardi. Il 1970 segna una data importante per la maturazione dell’artista che abbandona definitivamente il figurativo per l’astratto. Cinque anni dopo partecipa alla quadriennale “La nuova generazione”, presso il palazzo delle esposizioni a Roma e nello stesso anno viene organizzata presso la galleria d’arte di Siracusa, “La Quadriga”, la seconda personale, presentata da A. Cortese. Nel 1976, in occasione della XXII “Estate chiaramontana”, presso la sala consiliare del Comune di Chiaramente Gulfi, organizza, per volere dell’amministrazione Comunale, una personale di scultura. L’anno successivo riceve il “Premio Comiso” per la scultura alla “Biennale Città di Comiso”, alla quale partecipa con un'opera dal titolo “Dissociazione”, realizzata in ferro ed ottone. Nel 1978 espone a Roma insieme a Di Nicola, Forte e Camilleri, presso la galleria “Il Babuino”. Se gli anni ottanta sono segnati dalla scelta di non partecipare a mostre, tuttavia sono caratterizzati da una intensissima, accorta, ininterrotta produzione. Nel 1993 una sua scultura viene collocata, per volere dell’amministrazione comunale, nel cortile del palazzetto dello Sport della sua città. Nel 1996, in occasione del “Settembre Kasmeneo” insieme a Balcone, Elia e Michele Licata espone alcune opere ad una mostra di pittura e scultura dal titolo “La virtù è ordinato amore”, presentata da Aldo Cottonaro. Nel 2006 è presente al I simposio nazionale “Percorsi d’Arte” città di Stefanaconi(VV). Nello stesso anno è presente alla collettiva “Una scuola una generazione” Aula P. Palazzo, Comiso curata da Luciano Marziano con testi di L. Marziano, E.Giannì e G. Corallo. Nel 2007 espone alla mostra collettiva “Cento Artisti intorno al giardino” allestita presso la Fondazione Bufalino di Comiso. Nello stesso anno in seguito alla mostra di Comiso “Una scuola una generazione”, che dà il via al Collettivo Comisano BAI, è presente ad un ciclo di mostre itineranti : a San Cataldo (CL) con testi di L.Bontà e D. Gulizia dal titolo “Coralità Riemerse”; ad Arcidosso (GR) con testo di G. Corallo dal Titolo “Esperienze Parallele”, a Gorizia con testo di Nicoletta Bressan dal titolo “Il collettivo Comisano BAI: Una Generazione a Confronto”. Contemporaneamente, nello stesso anno, partecipa a Ragusa alla collettiva d’arte “Confluire” presso la Galleria Lirismo d’Autore, con testo di G. Corallo dal Titolo “ Linguaggi a Confronto”. Alle sue opere si sono interessati riviste e quotidiani. Hanno scritto sui suoi lavori: G. Baragli, G. Belletti, F. Bellonzi, Antonio e Biagio Brancato, F. Carbone, G. Corallo, A.Cortese, A. Cottonaro, B. Floridia, E. Franceschini, E. Giannì, E. Leopardi, E. Marino, L. Marziano, B. Miceli, L. Rimmaudo, D. Gulizia, A. Lauretta, T.Giardina. F. Spena, N. Bressan, A. Crescenzi, F. Bardelli.
24
settembre 2011
Luigi Galofaro – Sul segno degli artisti # 5
Dal 24 settembre al 06 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEGLI ARCHI
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Comiso, Via E. Calogero, 22, (Ragusa)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 17-20 o su appuntamento
Vernissage
24 Settembre 2011, ore 20.00
Autore
Curatore