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Luigi Veronesi – colore sogno di bambino
La VALENTE Artecontemporanea a distanza di cinque anni propone una personale dell’artista Luigi Veronesi, cogliendo l’occasione di presentare una visione nuova del maestro con una serie di lavori inediti, ed anche dell’uso di materiali non convenzionali al far pittura
Comunicato stampa
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La VALENTE Artecontemporanea a distanza di cinque anni propone una personale dell’artista Luigi Veronesi, cogliendo l’occasione di presentare una visione nuova del maestro con una serie di lavori inediti, ed anche dell’uso di materiali non convenzionali al far pittura.
Nato a Milano nel 1908 si avvicina allo studio dell'arte affiancando per sette anni un pittore napoletano di modeste dimensioni, Carmelo Violante, il quale ha però il merito di insegnargli tutto ciò che riguarda il mestiere, soprattutto in ambito paesaggistico e figurativo. La grande mostra di Modigliani del 1930 e la scoperta, nella stessa occasione, di Kandinsky, Klee, Schlemmer ed il gruppo del Bauhaus, gli aprono improvvisamente la strada verso l'astrattismo. Quattro anni dopo Veronesi aderisce al gruppo Abstraction-Création: espone i bozzetti per "Le Rossignol" di Stravinskij e per "Anatema" di Andreev, comincia una serie di ricerche sul fotogramma, sulla fotografia astratta e la solarizzazione. Nel 1935 partecipa alla prima mostra collettiva d’arte astratta a Torino e realizza dieci bozzetti di costumi per "Pelléas et Mélisande" di Claude Débussy. Questi lavori appartengono all'attività scenografica che Veronesi svolse parallelamente a quella grafico-pittorica, protraendola fino agli anni quaranta. A questo periodo corrisponde infatti la sua collaborazione col gruppo teatrale Palcoscenico, in cui esordiscono Paolo Grassi e Strehler: interessato soprattutto al teatro musicale che gli permette di studiare il rapporto fra arti visive e musica, tra arti dello spazio e arti del tempo. L'attenzione maturata anche nei confronti del fotomontaggio illustrativo, al quale si aggiungeranno il cinema e la musica, fa di Veronesi l'artista italiano più vicino al concetto di polidimensionalità o di arte intesa come progetto globale, pensiero tipico del Bauhaus. Partecipa attivamente alla maggior parte delle mostre degli anni a seguire, quali la mostra storica dell'astrattismo italiano alla XXXIII Biennale di Venezia, il Festival di Musica Contemporanea ed una Personale alla Galleria Spatia di Bolzano nel 1980. Alla fine degli anni Trenta Veronesi realizza nove film astratti, di cui sette sono andati perduti durante i bombardamenti dovuti al secondo conflitto bellico e due, rimasti in Francia, ma in condizioni tali da non poter essere proiettati.
Per quanto riguarda invece le trasposizioni cromatiche di partiture musicali, persegue la precisa resa matematica dei timbri e delle altezze del suono in pittura. Negli anni Sessanta con l'aiuto di uno strumento di misurazione, lo spettroscopio, riuscirà ad associare il colore alla lunghezza d'onda del tono. Luigi Veronesi muore nel Febbraio del 1998.
Nato a Milano nel 1908 si avvicina allo studio dell'arte affiancando per sette anni un pittore napoletano di modeste dimensioni, Carmelo Violante, il quale ha però il merito di insegnargli tutto ciò che riguarda il mestiere, soprattutto in ambito paesaggistico e figurativo. La grande mostra di Modigliani del 1930 e la scoperta, nella stessa occasione, di Kandinsky, Klee, Schlemmer ed il gruppo del Bauhaus, gli aprono improvvisamente la strada verso l'astrattismo. Quattro anni dopo Veronesi aderisce al gruppo Abstraction-Création: espone i bozzetti per "Le Rossignol" di Stravinskij e per "Anatema" di Andreev, comincia una serie di ricerche sul fotogramma, sulla fotografia astratta e la solarizzazione. Nel 1935 partecipa alla prima mostra collettiva d’arte astratta a Torino e realizza dieci bozzetti di costumi per "Pelléas et Mélisande" di Claude Débussy. Questi lavori appartengono all'attività scenografica che Veronesi svolse parallelamente a quella grafico-pittorica, protraendola fino agli anni quaranta. A questo periodo corrisponde infatti la sua collaborazione col gruppo teatrale Palcoscenico, in cui esordiscono Paolo Grassi e Strehler: interessato soprattutto al teatro musicale che gli permette di studiare il rapporto fra arti visive e musica, tra arti dello spazio e arti del tempo. L'attenzione maturata anche nei confronti del fotomontaggio illustrativo, al quale si aggiungeranno il cinema e la musica, fa di Veronesi l'artista italiano più vicino al concetto di polidimensionalità o di arte intesa come progetto globale, pensiero tipico del Bauhaus. Partecipa attivamente alla maggior parte delle mostre degli anni a seguire, quali la mostra storica dell'astrattismo italiano alla XXXIII Biennale di Venezia, il Festival di Musica Contemporanea ed una Personale alla Galleria Spatia di Bolzano nel 1980. Alla fine degli anni Trenta Veronesi realizza nove film astratti, di cui sette sono andati perduti durante i bombardamenti dovuti al secondo conflitto bellico e due, rimasti in Francia, ma in condizioni tali da non poter essere proiettati.
Per quanto riguarda invece le trasposizioni cromatiche di partiture musicali, persegue la precisa resa matematica dei timbri e delle altezze del suono in pittura. Negli anni Sessanta con l'aiuto di uno strumento di misurazione, lo spettroscopio, riuscirà ad associare il colore alla lunghezza d'onda del tono. Luigi Veronesi muore nel Febbraio del 1998.
01
luglio 2007
Luigi Veronesi – colore sogno di bambino
Dal primo luglio al 19 agosto 2007
arte contemporanea
Location
VALENTE ARTE CONTEMPORANEA
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Orario di apertura
9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00 tutti i giorni inclusi festivi
Vernissage
1 Luglio 2007, ore 11
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