Tra le strade di New York si aggira un artista che pare non essere influenzato dal caotico svilupparsi della vita metropolitana.
Le istantanee, rubate alla quotidianità newyorkese, sorprendono proprio per la loro capacità di distogliere l’attenzione dalla celebre frenesia che anima la Grande Mela e regalano un insolito scorcio della megalopoli, nella quale il tempo pare essere scandito da leggeri sussurri.
Una New York ben addomesticata dall’autore che sembra non subire mai la maestosità sproporzionata della città ma anzi sembra domarla, dando l’idea di uscire vittorioso dalla sua personale sfida con gli spazi.
La città si specchia in silenzio tra le acque di Central Park e si scopre incantevolmente bella, senza che l’abbandono del rituale atteggiamento di esibirsi con clamore ne scalfisca il fascino.
Una città che vive tra i marciapiedi ma che non dimentica di compiacersi guardando in alto, sognando tra gli squarci che si aprono nel cielo tra i giganteschi totem del mito americano: i grattacieli.
Proprio dove le sagome degli edifici disegnano l’orizzonte, l’artista si esalta nell’inseguirne le geometrie, donando alle prospettive un ordine e un respiro inimmaginabili.
Un’esposizione interessante, che invita i visitatori a rivedere i numerosi luoghi comuni che si sprecano sulla Grande Mela e che offre un leggero e originale punto di vista sulla città.