Livorno, 5 marzo – La rassegna d’arte contemporanea under 30 M3 Metrocubo, organizzata da Ars Nova Fuoricentro e Cdcom col patrocinio di Regione Toscana , Provincia di Livorno e Comune di Livorno si chiude sabato 7 marzo alle 19 alla libreria Gaia Scienza di Livorno, con la presentazione del catalogo delle tre mostre curate da Cristina Olivieri e Valeria Giuliani, che si sono svolte nella seconda metà di dicembre nei locali del centro di aggregazione giovanile Fuoricentro di via Grotta delle Fate.

Alla serata conclusiva di sabato, che vedrà esposte le opere di alcuni artisti protagonisti della rasssegna, parteciperanno oltre alle due curatrici anche l’assessore alla Cultura della Provincia di Livorno Laura Bandini, l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Livorno, Emiliano Chirchietti, il presidente di Ars Nova/Fuoricentro Emanuele Gamba.

M3 –Metro Cubo progetto Arte in Transito è stato un grande festival delle arti giovani, che si è snodato fino al 30 dicembre attraverso mostre, performances di teatro-pittura, happenings e concerti. Diciotto giovani artisti under 30 provenienti da tutta Italia sono stati selezionati con un bando pubblico e invitati ad animare con le proprie opere le sale del centro giovanile.

“Che cos’è l’artista se non il recettore e trasmettitore…- si legge nel testo critico di Cristina Olivieri - dei messaggi che passano dal flusso inarrestabile della comunicazione di immagini, segni, colori, suoni, istanti che ogni individuo vive sulla propria pelle? La sensibilità di questi giovanissimi artisti interiorizza i fatti del mondo, la vita privata, le emozioni e si fa da catalizzatore, da narratore raffinato e fantasioso, interpretando con intensità il vissuto. Alla mercificazione delle immagini, nell’assuefazione ai fatti, alle realtà tangibili ma sfuggenti del nostro vivere quotidiano, i giovani artisti rispondono con un forte messaggio che impone il dato autobiografico della loro presenza in questo processo inarrestabile. ‘Anche la mia emozione, il mio pensiero sono importanti, sono forti, sono assolutamente libero di realizzare le istantanee di un punto di vista”.

Metrocubo ha rappresentato non un progetto omogeneo e strutturato, ma un work in progress in cui vari linguaggi si sono fusi sulle pareti e nelle sale, perché come spiega nella sua critica Valeria Giuliani: “Stabilire una tematica o delle linee guida per un progetto come Metrocubo era impossibile. Quella al Fuoricentro è stata un'esperienza mirata a dare spazio e modo per esprimersi a giovani creativi solitamente esclusi dai canali dell'arte contemporanea, a volte per età, a volte per la tendenza da sempre forte nelle nuove generazioni di rompere schemi ed equilibri. Dare modo a ognuno di loro di raccontare le proprie idee attraverso piccoli percorsi personali, liberi da qualsiasi imposizione tematica per far si che ad animare le sale dell'Ex Spica fossero i linguaggi stessi della contemporaneità”.