L’opera fa parte di un un progetto di ri-trovamento di vecchi negativi famigliari, realizzato negli anni ottanta, che ho personalmente rielaborato e stampato nel segreto della camera oscura, tra acidi di sviluppo, viraggi scaduti, carte veline strappate e sovrapposte, prove e riprove, sino all’incanto della sorpresa! Le immagini, esposte alla SICOF di Milano, furono poi riposte nella custodia e quasi dimenticate.
In epoca recente, intorno al 2011, ricordate e ri-create a nuova personalita’, diversa e contemporanea. La mitica carta Ilford cede il passo al plex o policarbonato ed ecco il gioco delle trasparenze che modifica, sovrapposto alla base materica sottostante, la percezione e l’intuizione dell’immagine.
La materia pittorica grossa e pietrosa e’ stata sempre la base dei miei lavori sui quali dipingevo, incidevo arcaiche scritture, sovrapponevo vecchi manoscritti testimoni di tanti pensieri, minimi e quotidiani .
Poetica del mio lavoro, da sempre, la traccia del vissuto, in un angolo qualunque del mondo, in un dettaglio di frase, in una macchia d’inchiostro caduta da un pennino….. cio che resta di anonimi viandanti…

E allora la ‘’ mia ‘’ fotografia, da sempre frequentata parallelamente alla pittura, diventa protagonista quasi assoluta , traccia vera, autentica di quell’attimo irripetibile, lontano nel tempo o appena trascorso o ancora da vivere.