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Maddalena Mauri – Dittico
La materia dell’arte scelta da Maddalena Mauri fa corpo con la restituzione di questa idea di crescita minacciosa e irrefrenabile:stesura di grafite su tutta la grande superficie del quadro e poi levare e scavare con il colore all’anilina facendo apparire la natura enorme e potente e invasiva e ambiguamente bellissima come la violenza e il potere che ci circondano.
Comunicato stampa
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Angst alla grafitanilina.
Pane, sale, vivo: “ti amo”, dice Maddalena Mauri, fuori dal quadro, insieme al poeta turco Nazim Hikmet Ran, ti amo come…
come se mangiassi il sale spruzzandolo di sale, scrive sul primo quadro del dittico
come se dicessi Dio sia lodato sono vivo, scrive nel secondo.
In verità molta angoscia ci assale di fronte a queste sublimi nature: splendide e minacciose, sono i luoghi altri cercati da tempo, da quando nelle opere “Io non sono un cacciatore” appariva, nei quadri di Maddalena di qualche tempo fa, quell’uomo/ lupo che abbandonava la società alle ricerca di un luogo altro, appunto, un uomo che non voleva vincere su nessun’ altro e si trovava per questo immobile in mezzo “ad un’erba molto agitata e cattiva”.
E si guardava i piedi come un timido, o come un mite, o come un vile.
Questa natura abnorme e semiartificiale (nera e verde menta) è padrona ora, e le parole del poeta che Maddalena dipinge sull’immagine, evocano la persona che sta fuori , nella sua solitudine e nella sua circoscritta pienezza animale, e solo con l’eros e le materie prime della nutrizione (pane sale) si sente vivere.
Erotica e orale.
La materia dell’arte scelta da Maddalena Mauri fa corpo con la restituzione di questa idea di crescita minacciosa e irrefrenabile:stesura di grafite su tutta la grande superficie del quadro e poi levare e scavare con il colore all’anilina facendo apparire la natura enorme e potente e invasiva e ambiguamente bellissima come la violenza e il potere che ci circondano. La vita è fuori di là e solo con le miti parole di un poeta danno voce alla parte di vita umana fuori dell’immagine.
Ma nel quadro, nel modo in cui Maddalena Mauri si lascia condurre sensibilmente dalle materie con cui costruisce e restituisce un universo minaccioso, c’è l’altra parte della vita, quella dell’artista che, invece dell’attrazione umana e fatale attraverso la bocca e il sesso, pratica la cattura di sé nell’evocazione e controllo dello splendido orrore, con il tatto e la mente cedendo alla attrazione di materie inedite nella grande pittura, inedite nel loro associarsi e nella procedura con cui la Mauri sensualmente e alla grande le pratica.
Semmai scultura, per il modo di combinare materia e parola, tecnica e paura.
Scultura delle ossessioni, ricerca di una semplificazione delle intime icone psichiche, che continua ad annunciare un ulteriore altro luogo della pittura.
Simonetta Lux
Pane, sale, vivo: “ti amo”, dice Maddalena Mauri, fuori dal quadro, insieme al poeta turco Nazim Hikmet Ran, ti amo come…
come se mangiassi il sale spruzzandolo di sale, scrive sul primo quadro del dittico
come se dicessi Dio sia lodato sono vivo, scrive nel secondo.
In verità molta angoscia ci assale di fronte a queste sublimi nature: splendide e minacciose, sono i luoghi altri cercati da tempo, da quando nelle opere “Io non sono un cacciatore” appariva, nei quadri di Maddalena di qualche tempo fa, quell’uomo/ lupo che abbandonava la società alle ricerca di un luogo altro, appunto, un uomo che non voleva vincere su nessun’ altro e si trovava per questo immobile in mezzo “ad un’erba molto agitata e cattiva”.
E si guardava i piedi come un timido, o come un mite, o come un vile.
Questa natura abnorme e semiartificiale (nera e verde menta) è padrona ora, e le parole del poeta che Maddalena dipinge sull’immagine, evocano la persona che sta fuori , nella sua solitudine e nella sua circoscritta pienezza animale, e solo con l’eros e le materie prime della nutrizione (pane sale) si sente vivere.
Erotica e orale.
La materia dell’arte scelta da Maddalena Mauri fa corpo con la restituzione di questa idea di crescita minacciosa e irrefrenabile:stesura di grafite su tutta la grande superficie del quadro e poi levare e scavare con il colore all’anilina facendo apparire la natura enorme e potente e invasiva e ambiguamente bellissima come la violenza e il potere che ci circondano. La vita è fuori di là e solo con le miti parole di un poeta danno voce alla parte di vita umana fuori dell’immagine.
Ma nel quadro, nel modo in cui Maddalena Mauri si lascia condurre sensibilmente dalle materie con cui costruisce e restituisce un universo minaccioso, c’è l’altra parte della vita, quella dell’artista che, invece dell’attrazione umana e fatale attraverso la bocca e il sesso, pratica la cattura di sé nell’evocazione e controllo dello splendido orrore, con il tatto e la mente cedendo alla attrazione di materie inedite nella grande pittura, inedite nel loro associarsi e nella procedura con cui la Mauri sensualmente e alla grande le pratica.
Semmai scultura, per il modo di combinare materia e parola, tecnica e paura.
Scultura delle ossessioni, ricerca di una semplificazione delle intime icone psichiche, che continua ad annunciare un ulteriore altro luogo della pittura.
Simonetta Lux
30
agosto 2008
Maddalena Mauri – Dittico
Dal 30 agosto al 18 settembre 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO MAZZATOSTA
Viterbo, Via Orologio Vecchio, 34, (Viterbo)
Viterbo, Via Orologio Vecchio, 34, (Viterbo)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato 17 – 20 Altri orari su appuntamento
Vernissage
30 Agosto 2008, ore 18
Autore
Curatore