Sabato 13 ottobre alle ore 18.oo, per festeggiare il compimento del loro trentesimo anno di carriera, Andy e Alessandro Rosada, alla guida della Galleria Torbandena dal 1977, presentano una selezioni di lavori di alcuni tra i più importanti artisti europei del XX secolo.


Andy Rosada, proveniente dall'informale e dallo spazialismo milanese degli anni Cinquanta e suo figlio Alessandro, formatosi invece a Trieste in un clima culturale di matrice neoespressionista, ripercorrono alcune scelte dei loro trent'anni d'attività alla Torbandena in una rassegna che, attraverso un itinerario ideale, propone una ventina di opere di altissimo livello di alcuni tra gli artisti da loro più amati all'interno dell'avanguardia storica.


Anche se da molti anni la Galleria Torbandena si è immersa nel mondo dell'arte contemporanea e lavora con alcuni artisti stranieri molto noti nel circuito internazionale, la vecchia passione per alcuni classici non è mai venuta meno; al punto che negli stand della galleria, nelle varie fiere d'arte internazionali, da Colonia a Madrid a Bologna, gli artisti giovani sono sempre volutamente affiancati ai mostri sacri del secolo scorso.


E' una rassegna con opere decisamente speciali. La figura umana è al centro dell'indagine di alcune degli artisti presentati: dalla Testa di Pablo Picasso proveniente dalla storica Galerie Louise Leiris alla Cariatide di Amedeo Modigliani; dai Lettori di André Masson alla Cucitrice di André Lhote (piccola tela bozzetto di un grande quadro presente al Centre Pompidou) fino alla Reclining Figure in bronzo di Henry Moore. Si liquefa poi la figura nelle opere di Joan Mirò e di Julio Gonzalez, mentre si stilizza nella delicata tempera di Marino Marini. Il paesaggio è invece rappresentato da una piccola tela di Egon Schiele datata 1907, mentre la natura morta trova in Morandi e De Chirico due grandi incantatori. La rarissima tela del 1922 di Nina Kogan (allieva prediletta di Malevich) e il "Cretto" nero di Alberto Burri riportano il pensiero visivo sui piani della pura astrazione. E infine l'opera forse più affascinante della mostra: un grande "paravento" dipinto da Giacomo Balla nel 1918 su tela di paracadute, che chiude una mostra difficilmente ripetibile per qualità ed importanza.