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Manfredi Beninati / Giuseppe Stampone – a Flavio
I due giovani artisti esorditi all’Anteprima XIV Quadriennale a Napoli nel 2003, si rincontrano confrontando le personali esperienze avute in questi ultimi anni
Comunicato stampa
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La mostra di Manfredi Beninati e Giuseppe Stampone s’inaugura il 31 marzo 2007 presso gli spazi del Museolaboratorio ex manifattura tabacchi di Città S. Angelo.
I due giovani artisti esorditi all’Anteprima XIV Quadriennale a Napoli nel 2003, si rincontrano confrontando le personali esperienze avute in questi ultimi anni; Beninati ha vinto il premio del pubblico per la giovane arte italiana all’ultima Biennale di Venezia ed una borsa di studio all’Accademia Americana di Roma giungendo ad essere apprezzato a livello internazionale con mostre in importanti istituzioni d’arte come la Royal Accademy, mentre Stampone ha acquisito il riconoscimento intellettuale di noti critici e studiosi di arte, media e comunicazione, da de Kerckhove ad Abruzzese e Speroni, per l’approccio sperimentale e poliedrico verso le ultime forme d’arte, in lui l’uso delle nuove tecnologie si alterna alla realizzazione di eventi di public art, come quello svolto sulla salvaguardia delle risorse idriche con la partecipazione di 10.000 bambini e un prossimo che vedrà il coinvolgimento di 20 Paesi del mondo.
I due artisti, legati da un’intensa amicizia, hanno desiderato dedicare la mostra alla memoria di Flavio Beninati, fratello di Manfredi scomparso la scorso anno.
Il passaggio nell’al di là viene da entrambi affrontato con suggestiva evocazione invitando lo spettatore ad interagire con l’opera, che si configura come zona liminale d’accesso ad una dimensione altra.
Stampone presenta un’installazione multimediale ed interattiva che connette con soluzione innovativa lo spettatore nell’ambiente virtuale di Second Life (custer 105, 177, 34), offrendo una riflessione sulla nuova percezione di spazio-tempo e sul concetto di reale che le moderne tecnologie innestano nella nostra vita. L’artista opera in collaborazione con il network Diomira di cui è uno degli ideatori; Diomira, nome ispirato a Le città invisibili di Italo Calvino è un “network” in cui si incrociano arte, didattica, sociale e tecnologie attraverso contaminazioni metodologiche e si (ri)genera nella comunicazione integrata, nello sviluppo di reti e connessioni, nella forma a mosaico che relaziona l’individualità alla collettività per la realizzazione di progetti caratterizzati da elementi riconducibili alle caratteristiche proprie dell’ “arte relazionale”, ampliate dall’integrazione con le nuove tecnologie digitali.
Anche Beninati con simile intento catapulta lo spettatore in una Second Life senza l’utilizzo però dei nuovi mezzi tecnologici. Lo spazio del museo è privato della sua funzione espositiva con un’installazione che ne corrode la struttura fisica ed il ruolo istituzionale. Beninati crea un ambiente scenografico naturale vivibile dallo spettatore allagando con l’acqua le stanze del museo tra una serie di mobilia; l’artista offre il soggetto e la sceneggiatura di un film che è lo spettatore stesso ad interpretare rielaborandolo con le proprie fantasie ed emozioni, i sogni individuali si manifestano con una magica finzione che per un attimo è realtà.
La mostra si presenta non come una consueta esposizione d’arte, ma come un laboratorio di sperimentazione, traendo spunto dalla funzione a cui adempie il Museo che la ospita, ed evidenzia come tecniche artistiche diverse possano esprimere con uguale enfasi la contemporaneità multidimensionale in cui viviamo.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi del critico e ricercatore di arte ed estetica Franco Speroni e del noto studioso internazionale di comunicazione e nuovi media Derrick de Kerckhove.
I due giovani artisti esorditi all’Anteprima XIV Quadriennale a Napoli nel 2003, si rincontrano confrontando le personali esperienze avute in questi ultimi anni; Beninati ha vinto il premio del pubblico per la giovane arte italiana all’ultima Biennale di Venezia ed una borsa di studio all’Accademia Americana di Roma giungendo ad essere apprezzato a livello internazionale con mostre in importanti istituzioni d’arte come la Royal Accademy, mentre Stampone ha acquisito il riconoscimento intellettuale di noti critici e studiosi di arte, media e comunicazione, da de Kerckhove ad Abruzzese e Speroni, per l’approccio sperimentale e poliedrico verso le ultime forme d’arte, in lui l’uso delle nuove tecnologie si alterna alla realizzazione di eventi di public art, come quello svolto sulla salvaguardia delle risorse idriche con la partecipazione di 10.000 bambini e un prossimo che vedrà il coinvolgimento di 20 Paesi del mondo.
I due artisti, legati da un’intensa amicizia, hanno desiderato dedicare la mostra alla memoria di Flavio Beninati, fratello di Manfredi scomparso la scorso anno.
Il passaggio nell’al di là viene da entrambi affrontato con suggestiva evocazione invitando lo spettatore ad interagire con l’opera, che si configura come zona liminale d’accesso ad una dimensione altra.
Stampone presenta un’installazione multimediale ed interattiva che connette con soluzione innovativa lo spettatore nell’ambiente virtuale di Second Life (custer 105, 177, 34), offrendo una riflessione sulla nuova percezione di spazio-tempo e sul concetto di reale che le moderne tecnologie innestano nella nostra vita. L’artista opera in collaborazione con il network Diomira di cui è uno degli ideatori; Diomira, nome ispirato a Le città invisibili di Italo Calvino è un “network” in cui si incrociano arte, didattica, sociale e tecnologie attraverso contaminazioni metodologiche e si (ri)genera nella comunicazione integrata, nello sviluppo di reti e connessioni, nella forma a mosaico che relaziona l’individualità alla collettività per la realizzazione di progetti caratterizzati da elementi riconducibili alle caratteristiche proprie dell’ “arte relazionale”, ampliate dall’integrazione con le nuove tecnologie digitali.
Anche Beninati con simile intento catapulta lo spettatore in una Second Life senza l’utilizzo però dei nuovi mezzi tecnologici. Lo spazio del museo è privato della sua funzione espositiva con un’installazione che ne corrode la struttura fisica ed il ruolo istituzionale. Beninati crea un ambiente scenografico naturale vivibile dallo spettatore allagando con l’acqua le stanze del museo tra una serie di mobilia; l’artista offre il soggetto e la sceneggiatura di un film che è lo spettatore stesso ad interpretare rielaborandolo con le proprie fantasie ed emozioni, i sogni individuali si manifestano con una magica finzione che per un attimo è realtà.
La mostra si presenta non come una consueta esposizione d’arte, ma come un laboratorio di sperimentazione, traendo spunto dalla funzione a cui adempie il Museo che la ospita, ed evidenzia come tecniche artistiche diverse possano esprimere con uguale enfasi la contemporaneità multidimensionale in cui viviamo.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi del critico e ricercatore di arte ed estetica Franco Speroni e del noto studioso internazionale di comunicazione e nuovi media Derrick de Kerckhove.
31
marzo 2007
Manfredi Beninati / Giuseppe Stampone – a Flavio
Dal 31 marzo al 20 giugno 2007
arte contemporanea
Location
MUSEOLABORATORIO
Città Sant'angelo, Vico Lupinato, 1, (Pescara)
Città Sant'angelo, Vico Lupinato, 1, (Pescara)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17,00 alle 21,00 – domenica e lunedì chiuso
12 / 20 maggio apertura dalle 10,00 alle 13,00 -17,00 alle 21,00
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 19
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