Dedicato a Alda Merini

“Ho imparato a guardare dall’interno per vedere all’esterno, spio la vita e non ho paura del male, lo sostengo per liberarmene. Amo dipingere perché nessuno me l’ha chiesto e a questo proposito ho letto tutto ciò che c’è da sapere sulla crudeltà e il dolore, vivendolo in prima persona con il coraggio dell’amore. Dedico questa mostra a una persona, a un poeta straordinario che del dolore e della crudeltà di un male ha saputo purificare la sua anima per liberarla da se stessa.
Alda Merini è per me una madre spirituale, un ritrovamento di me, tra bene e male, e con maggiore sforzo ho qui la mia mano…Qualcosa accade sempre.”
Manuela Franco

La mostra presenta un’installazione di oltre trecento dipinti su carta, formato 20x30, che l’artista milanese ha realizzato ispirandosi alla famiglia intesa come il corpo sociale delle nostre esistenze. Famiglia sono coloro che ci circondano, che abitano e frequentano il nostro passato, come il presente e l’onirico mondo dei sogni.
I volti incarnano i nostri ricordi, le persone che accompagnano le nostre vite, ma anche le figure che circondano il nostro habitat senza averne partecipazione diretta. Il vicino di casa, l’uomo accanto a noi alla fermata del metrò, l’uomo/donna che abbiamo odiato/amato, che vorremmo incontrare, che vorremmo cancellare, la prostituta, l’assassino, il giudice, il commesso della libreria. Il caleidoscopico installativo coinvolge nel profondo lo spettatore. La Franco non ha pudore nel mostrare attraverso la fisiognomica della forma e del colore, i limiti e i difetti dell’anima, il dolore, l’indifferenza, il grottesco dell’uomo. Siamo certi che ognuno di noi ritroverà in questi ritratti alcuni dei volti della propria vita.