La galleria eclettica presenta, in venti tele recenti, gli ultimi sviluppi di un lavoro sul paesaggio iniziato nel 1999 in cui dell’uomo appaiono essenzialmente delle tracce, siano esse residui di architetture da lui costruite o “pezzi di natura” da lui modificati.

Il soggetto vero e proprio del lavoro non è tanto il paesaggio bensì la barriera posta tra questo e l’osservatore, barriera rappresentata da una rete metallica talvolta associata a fili spinati.

Il tutto appare in qualche modo abbandonato, una sorta di eredità lasciata al mondo dal genere umano rappresentata da diffidenza, paura, bisogno di porre un muro tra un “noi” sempre più oltranzista, ed un “altro da sé” sempre più vicino, ma verso il quale curiosità e bisogno di conoscenza sembrano non esistere più.

L’uomo in questi dipinti risulta assente anche se è di lui in fondo che parlano tutte le tele. Ognuno può dare a questa assenza un significato differente e in questo sta l’aspetto concettualmente più interessante della fruizione di questi dipinti.