Cosa spinge un artista che si esprime preferibilmente con la pittura a sperimentare con la ben diversa modalità visuale della fotografia? La pittura di Marco Canova è immaginifica, pervasa da un afflato spirituale, densa di luci e colori. Il gesto e la pennellata sono vibranti, forti ed espressivi. Per questo i recentissimi lavori fotografici presentati in questa personale spingono alla curiosità e all’ascolto, per comprendere da quale esigenza espressiva nascano. Semplice voglia di sperimentare con un mezzo ‘altro’, forse – tuttavia è significativo che questi autoritratti in bianco e nero siano così diversi dalla colorata produzione su tela. Scatti volutamente mossi, non nervosi bensì riflessivi: l’ambiente si fa indistinto e l’unica figura umana (quella dell’artista) si presenta vuoi ectoplasmatica vuoi più concreta – ma doppia, ambigua. Vengono in mente i volti di Francis Bacon, le sue figure umane distorte e sfocate. Gli autoritratti di Canova non sono ovviamente così drammatici, ma non manca in essi una certa tensione, come fossero istantanee di una ricerca di sé, un modo per l’artista di guardarsi allo specchio, nel quale però si riflette una forma mutevole e in evoluzione.

Marco Canova, nato a Biella nel 1977, risiede a Milano dal 2005. È stato allievo di Piera Bertarello, nota pittrice biellese, ed in seguito del visionario Antonio Massari, pittore leccese, da quarant’anni residente a Milano. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, indirizzo Pittura. Numerose sono le mostre in collaborazione con D’Ars: oltre allo Studio D’Ars di Milano, ha esposto anche in diversi spazi dislocati in Italia. “Contorto e controverso, sentimenti cadono dai colori dei suoi quadri illuminati e composti. Poche parole, come è lui. L'impatto esplosivo.” (Grazia Chiesa)