L’angolo visuale è suggerito dall’istante, dal caso, o dalla profonda conoscenza. Ma il risultato non varia. Per entrambi i fotografi – contro l’apparenza le differenze sono minime – è la compenetrazione con il soggetto, costituito da epifanie di realtà, che conta. E quando questo, nella sensibilità dell’artista, assume dignità di rappresentazione, diviene scatto fotografico. Poco importa che si tratti di una topografia o dell’anima di un bambino orientale è l’ibridazione di luce/ombra/colore che determina, il suo armonizzarsi nella profondità di uno spazio, il farsi messaggio di realtà affascinante e appassionato. Considerevole nel lavoro dell’uno e dell’altro è la capacità di dare immediatamente ordine nell’inquadratura e riuscire a mantenere un controllo elevato dei bilanciamenti cromatici. La poesia delle immagini è corroborata perciò da un’estetica sopraffina che ne accresce il potere di convinzione