La mostra vuole stimolare la riflessione, attività divenuta desueta negli ultimi tempi, attraverso l'esposizione di installazioni iperrealiste che danno una visione cruda e pungente su talune realtà che ci circondano: dalla folle rincorsa alla distruzione del pianeta (un tema quasi fastidiosamente divenuto moda) alla spinosa questione degli abusi sessuali sui minori dentro il confortante sistema ecclesiastico; all'esplorazione della tematica antifascista. Sarà esposta anche una sequenza di autoritratti che scandaglia il sottosuolo emotivo dell’autore in un passaggio da nodi sociali e comunitari a quelli più intimi e personali.
Ecco, quindi, che il titolo della mostra, corroborato anche dall’immagine della locandina, trova spiegazione. Creiamo situazioni che si attorcigliano, che prima o poi vengono al proverbiale pettine e non senza originare fastidio o addirittura dolore.
“I nodi che vengono al pettine”, spiega l’artista, “sono una consuetudine ormai consolidata, che è ben difficile sciogliere, anzi più spesso è facile che spezzino i denti del pettine stesso”.
La speranza è quella quindi di arrivare ad una maggiore consapevolezza per poter ripensare la nostra modalità di agire sul mondo e in generale fra/con noi stessi.