Il vuoto - oggi sinonimo del nulla - appare tranquillo e calmo ma se lo potessimo guardare da vicino, il vuoto apparirebbe un mare in tempesta ribollente di ogni sorta di manifestazioni stravaganti, fenomeni che avverrebbero da sempre e in ogni dove. Il vuoto cosmico è in realtà formato da una miriade di costellazioni più o meno conosciute più o meno evidenti ad occhio nudo. A questo tipo di costellazioni, quelle dell’anima, quelle delle più intime aspirazioni, quelle dei sogni irrealizzabili, delle mete irraggiungibili, di quelle che oltrepassano la fantasia, si è ispirato l’artista Marco Neri realizzando, presso la Chiesa sconsacrata del Luogo Pio a Livorno, “Occhio e croce”, un importante site specific composto da sette pannelli di cielo stellato che riempiono altrettante cornici piene di “vuoto”. Un vuoto dove ognuno si ritrova e ritrova immagini del proprio vissuto dando spazio, nel buio della notte, ad un universo “altro” quello della fantasia umana senza limiti e confini. Marco Neri ricrea, con questa installazione, l’infinito e la profondità della notte attraverso uno stile tecnicamente scarno, estremamente contemporaneo. I dipinti apparentemente semplici ad un primo e sfuggevole guardare, sono invece frutto di uno studio approfondito della percezione visiva ed ispirazione ad un’antica tecnica che si avvaleva dei colori bianco, rosso e verde chiaro per rappresentare una notte stellata. Tecnica pittorica già utilizzata nella decorazione della Sala de Comares nell’Alhambra a Granada. Ed ecco che gli spazi ieri destinati ad iconografie religiose oggi si aprono alla profondità della notte e della più intima percezione. Costellazioni reali ed irreali sono raffigurate per coloro che ad “Occhio e croce” le sanno distinguere.