Real Lies, un ossimoro a indicare bugie vere. Vere nel senso che celano una parte di verità. Non bugie che vogliono sembrare verità, ma verità che si finge, si trucca da bugia. Come il video proiettato su del vapore o la lettura di tarocchi famosi e sconosciuti.Il 31 maggio alle ore 18 il C.A.M. Gabelle ospita la mostra di Marco Paganini e Sabrina Garatti, Real Lies, a cura di Giacomo Pigliapoco e Luca Gennati. Il luogo non è scontato, è stato scelto e come tale è dato, mantenendo la sua natura di luogo di aggregazione e incontro. Un ambiente che trattiene ancora il senso del quotidiano. La quotidianità è chiave fondamentale delle opere in mostra, non sono presenti strani effetti speciali o materiali insoliti. Tutto fa parte di momenti e oggetti che viviamo giorno per giorno.Marco Paganini per l’occasione inviterà, come fatto già in passato, il pubblico a donare un proprio segreto. Cos’è un segreto e cosa significa farne dono? Tra l’artista e il pubblico si instaura un patto di fiducia sottinteso. I segreti saranno infine tema centrale di un’opera futura.Una tovaglia, delle carte, il lume di una candela. Un video sullo sfondo dove la metamorfosi di una crisalide ci sposta verso un’alterità. Sabrina Garatti riutilizza la pratica della cartomanzia, legge il futuro partendo dal passato. Ci fa sedere al suo banco, chiede la …mano sinistra sul cuore…, fa poi uso di volti famosi e citazioni tramutandole in moniti, buoni auspici o immagini sulle quali riflettere. Di nuovo: oggetti quotidiani come medium di un altrove che scopriamo essere ancora il nostro presente.La scelta di incontrarsi e la pratica quotidiana sono le fondamenta del ballare. Con 960 minuti Marco Paganini studia uno dei balli più famosi e affascinanti del mondo: il tango. La particolarità del tango è che non ha regole, nasce dal naturale sviluppo di un linguaggio e vive nel suo essere usato, non nell’essere canonizzato. Ogni tango è frutto di un incontro, nuovo, diverso e in un certo senso casuale. C’è un pizzico di pericolosità in questo. Assistiamo a due ballerini che danzano sul vapore. Si conoscono sul filo di una pentola, un metallo tanto asettico quanto quotidiano, comune, ma anche simbolo alchemico. Poco alla volta impariamo un linguaggio che si muove davanti a noi e riconosciamo qualcosa restandone rapiti.Rileggiamo il titolo, Real Lies. Giocando con la pronuncia, con la fonetica, assume una nuova connotazione. Realize, perché è un processo che il 31 maggio prende definitivamente forma, nel suo realizzarsi, senza la totale possibilità di previsione, così accade in un incontro sincero. Real Eyes, perché sono necessari occhi più veri, uno sguardo più attento per rileggere la quotidianità di alcuni oggetti, di alcune situazioni, per finalmente vedere qualcosa che è con noi tutti i giorni.Il C.A.M. è un Centro di Aggregazione Multifunzionale e come tale vive dell’incontrarsi e anche del donare. Ogni giorno ci sono corsi e lezioni gratuite per chiunque, è un luogo nel quale conoscere e farsi conoscere, stringere legami. Real Lies è una pratica verso l’altro, il tentativo di unire il mondo dell’arte e l’utenza del C.A.M., un esercizio, la prova di un incontro: come se stessimo facendo qualche passo di danza nell’acqua.