Un reportage.
Spiegare come si coniugano forma e cuore è un compito che
va lasciato alle immagini. Marco Sanna fotografa con il
cuore, ed è contemporaneamente un artigiano e uno studioso
delle forme. Da sempre insegue l'emozione di scoprire linee
nuove in quello che ci sembra di conoscere: l'emozione di
vedere una forma nuova che si forma.
Comincia a scattare foto all'età di 15 anni, attratto
dall'emotività senza compromessi delle immagini di
Salgado. Infatti sceglie da subito il reportage come
sintassi, e il bianco e nero come grammatica.
Nella sua visione, il reportage non riporta fatti di
cronaca, ma le pure emozioni del fotografo.
Anche queste foto quasi astratte di corpi vanno considerate
come un reportage, e l'uso dell'inquadratura ne rende piena
testimonianza: il fotografo, entrando nell'immagine prima
che essa si formi, si sdraia e si contorce, ruota attorno al
corpo della modella in modo che alla fine le contorsioni
registrate non si sa più se siano della modella, o siano
sue.
Allora osservatore ed osservato diventano indistinguibili.
Forma e luce diventano la stessa cosa: sentimento.
Coniugando forma e cuore, lasciano la parola all'immagine.


L'autore

Marco Sanna (1971), autodidatta, iniza a fotografare a 15
anni: Sebastiao Salgado e Henri Cartier Bresson sono i suoi
primi modelli. Lavora attualmente come reporter presso il
quotidiano “Il Sardegna” e come freelance. Ha
pubblicato le sue foto sul britannico Sun, su L'Unione
Sarda, Top Girl, Qualitaly, Il Quotidiano e presentato i
suoi lavori in numerose esposizioni in Italia e all'estero.