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Maree Azzopardi – Opere 1996-2005
La mia nuova serie di fotografie, Il poeta assassinato è una parodia del mondo della moda femminile
Comunicato stampa
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“La mia nuova serie di fotografie, Il poeta assassinato è una parodia del mondo della moda femminile” dice l’artista australiana Maree Azzopardi. “Oggi, siamo abituati a vedere fotografie finte e ritoccate di splendide donne stampate sulle copertine delle riviste, ma avendo l’utilizzato la maschera di un manichino del 1930, il make-up è fisso. Per lo stesso motivo ho sgualcito e danneggiato le mie stampe originali, per poi rifotografarle ed imprimere un’atmosfera antiquata e ironica, quasi come fossero ritratti scattati in un cabaret.”
Ispirato all’uomo senza volto del racconto di Apollinaire, Il poeta assassinato, la nuova serie di fotografie della Azzopardi è basata sulla sua visione della anonima ed omologata società odierna. La maschera femminile priva di espressione trae, in maniera bizzarra, elementi di personalità da ogni modello fotografato. Alcuni ritratti sono erotici o melodrammatici, altri sereni e religiosi. Sebbene il viso da manichino possa apparire come una maschera spettrale, le fotografie di Maree Azzopardi celebrano la complessità della vita.
“E’ affascinante notare come la stessa maschera assuma caratteristiche differenti in relazione ai diversi modelli che la indossano: un bambino di sette anni, una bambina di nove, una ventenne, un uomo di trenta. I loro occhi, forse il dettaglio più importante di un ritratto, sono completamente coperti dalla maschera. In questo modo i modelli non possono cogliere l’attimo dello scatto. Tutto quello che vedono è l’oscurità.”
Le opere della Azzopardi sono spesso basate sui temi della sessualità, della morte, della religione e del mondo legato al mare. The Poet Assassinated (Il poeta assassinato - 2005) può essere considerato come il continuum della ricerca visiva iniziata con From the Garden (1996), nel quale figure luminose e fiori emergono da un fondo nero. Un’immagine mostra la mano di un cadavere che sostiene un fiore appassito. La fotografia è stata scattata durante il controverso soggiorno al St Vincent’s Hospital di Sydney, utilizzato dalla Azzopardi come residenza d’artista. Un’altra immagine raffigura una giovane donna che lavora come fisioterapista nell’ospedale. “Io ero interessata ad Hanna perché manipolava i corpi dei malati di AIDS. Hanna era premurosa e rappresentava un momento basilare nel percorso di avvicinamento alla morte di quei pazienti.”
Nella serie Opera Works (1999), Maree Azzopardi ritrae un campione di body-building abbigliato con costumi teatrali. In composizioni che ricordano i dipinti di Rembrandt, l’uomo ci mostra una figura muscolosa che è perfettamente rappresentativa della nostra società ossessionata dal fitness. I decori e l’atmosfera polverosa sono presi in prestito da epoche precedenti. Allo stesso modo, le fotografie in bianco e nero della serie Celeste (2001) sembrano giungerci da un tempo indefinito. Azzopardi focalizza l’attenzione sulle gambe di una modella fotografata all’interno di un fatiscente edificio a Malta. La modella fa il bagno e posa distesa su un fianco come un simbolico pasto, che ci rammenta il racconto biblico dei pani e dei pesci. La donna sembra colta in un rituale privato, e come per tutti i ritratti di Maree Azzopardi, lo spettatore aspetta il seguito della storia.
Jonathan Turner
Maree Azzopardi è nata in Australia nel 1966. Dal 1992, ha realizzato 20 personali in importanti gallerie e musei (Gallery Michael Carr; Sydney; Chapman Gallery, Canberra; Galleria Il Ponte Contemporanea, Roma; National Museum of Fine Arts, Valletta; Settenella Museum, Gozo). I suoi lavori sono inclusi in numerose mostre collettive al fianco di artisti noti come Cindy Sherman, Annie Leibovitz, Nino Longobardi, Matteo Basilè, Pierre et Gilles e Tracey Moffatt, in gallerie private e musei pubblici (Powerhouse Museum, Sydney; Art Gallery of South Australia, Adelaide; Museo dell’Arte e dell’Archeologia, Maiori; Museo d’Arte Contemporanea, Gallese; Temple University Gallery, Philadelphia; Benham Gallery, Seattle). Questa retrospettiva è la sua prima personale alla Galleria Zerotre di Orvieto.
Ispirato all’uomo senza volto del racconto di Apollinaire, Il poeta assassinato, la nuova serie di fotografie della Azzopardi è basata sulla sua visione della anonima ed omologata società odierna. La maschera femminile priva di espressione trae, in maniera bizzarra, elementi di personalità da ogni modello fotografato. Alcuni ritratti sono erotici o melodrammatici, altri sereni e religiosi. Sebbene il viso da manichino possa apparire come una maschera spettrale, le fotografie di Maree Azzopardi celebrano la complessità della vita.
“E’ affascinante notare come la stessa maschera assuma caratteristiche differenti in relazione ai diversi modelli che la indossano: un bambino di sette anni, una bambina di nove, una ventenne, un uomo di trenta. I loro occhi, forse il dettaglio più importante di un ritratto, sono completamente coperti dalla maschera. In questo modo i modelli non possono cogliere l’attimo dello scatto. Tutto quello che vedono è l’oscurità.”
Le opere della Azzopardi sono spesso basate sui temi della sessualità, della morte, della religione e del mondo legato al mare. The Poet Assassinated (Il poeta assassinato - 2005) può essere considerato come il continuum della ricerca visiva iniziata con From the Garden (1996), nel quale figure luminose e fiori emergono da un fondo nero. Un’immagine mostra la mano di un cadavere che sostiene un fiore appassito. La fotografia è stata scattata durante il controverso soggiorno al St Vincent’s Hospital di Sydney, utilizzato dalla Azzopardi come residenza d’artista. Un’altra immagine raffigura una giovane donna che lavora come fisioterapista nell’ospedale. “Io ero interessata ad Hanna perché manipolava i corpi dei malati di AIDS. Hanna era premurosa e rappresentava un momento basilare nel percorso di avvicinamento alla morte di quei pazienti.”
Nella serie Opera Works (1999), Maree Azzopardi ritrae un campione di body-building abbigliato con costumi teatrali. In composizioni che ricordano i dipinti di Rembrandt, l’uomo ci mostra una figura muscolosa che è perfettamente rappresentativa della nostra società ossessionata dal fitness. I decori e l’atmosfera polverosa sono presi in prestito da epoche precedenti. Allo stesso modo, le fotografie in bianco e nero della serie Celeste (2001) sembrano giungerci da un tempo indefinito. Azzopardi focalizza l’attenzione sulle gambe di una modella fotografata all’interno di un fatiscente edificio a Malta. La modella fa il bagno e posa distesa su un fianco come un simbolico pasto, che ci rammenta il racconto biblico dei pani e dei pesci. La donna sembra colta in un rituale privato, e come per tutti i ritratti di Maree Azzopardi, lo spettatore aspetta il seguito della storia.
Jonathan Turner
Maree Azzopardi è nata in Australia nel 1966. Dal 1992, ha realizzato 20 personali in importanti gallerie e musei (Gallery Michael Carr; Sydney; Chapman Gallery, Canberra; Galleria Il Ponte Contemporanea, Roma; National Museum of Fine Arts, Valletta; Settenella Museum, Gozo). I suoi lavori sono inclusi in numerose mostre collettive al fianco di artisti noti come Cindy Sherman, Annie Leibovitz, Nino Longobardi, Matteo Basilè, Pierre et Gilles e Tracey Moffatt, in gallerie private e musei pubblici (Powerhouse Museum, Sydney; Art Gallery of South Australia, Adelaide; Museo dell’Arte e dell’Archeologia, Maiori; Museo d’Arte Contemporanea, Gallese; Temple University Gallery, Philadelphia; Benham Gallery, Seattle). Questa retrospettiva è la sua prima personale alla Galleria Zerotre di Orvieto.
30
aprile 2005
Maree Azzopardi – Opere 1996-2005
Dal 30 aprile al 12 giugno 2005
fotografia
Location
GALLERIA ZEROTRE
Orvieto, Via Di Loreto, 5, (Terni)
Orvieto, Via Di Loreto, 5, (Terni)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 15.30- 19.30 (chiuso il lunedì)
Autore
Curatore