L'insensata ricerca di perfezione tipica della nostra società viene fotografata senza filtri dai lavori di Margie Geerlinks. In un mondo tiranneggiato dalla tecnologia e ossessionato dall'innovazione, l'uomo sembra aver trovato una risposta alle sue angosce e alla sua insicurezza concentrandosi su se stesso, costruendosi una realtà artificiale dove chiunque deve essere adolescente, dove bisogna apparire forti e vigorosi, e soprattutto belli. Paradossalmente in un mondo dove tutto deve andare più veloce viene chiesto alla natura di modificare i suoi ritmi, una breve infanzia che sfoci subito in un'eterna post-adolescenza. Ovviamente tutto questo passa attraverso la pelle, diario minuzioso della nostra vita, che noi cerchiamo continuamente di alterare per poter tranquillamente mentire a noi stessi sui nostri trascorsi e sul nostro futuro. Bambine che, come pazienti anziani, lavorano all'uncinetto il proprio seno e serafiche vecchiette che si truccano proprio come due liceali amiche per la pelle ci fanno addentrare con estrema crudeltà dentro alla nostra vacuità, ci illustrano la nostra assurda preferenza per il lontano, l'irraggiungibile, il nostro totale disinteresse per il vicino e per l'ottenuto. Questa società ormai bulimica di innovazione cerca disperatamente di rifiorire dalle proprie ceneri, sognando di bloccare l'effimero, ma non per gustare il momento in eterno, bensì per sfiorare superficialmente infiniti stimoli.