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Maria Cristina Spinato – Correspondances
Per il suo progetto Maria Cristina Spinato ha preso ispirazione e titolo da un passo della poesia Correspondances di Charles Baudelaire contenuta nei Fiori del Male
Comunicato stampa
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Per il suo progetto Maria Cristina Spinato ha preso ispirazione e titolo da un passo della poesia Correspondances di Charles Baudelaire contenuta ne I fiori del male:
La nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L'homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l'observent avec des regards familiers.
È l’idea di “tempio”, che il poeta francese identifica con un certo aspetto della natura, ad attirare l’attenzione dell’artista, accolta come profonda suggestione ad attuata fisicamente e visivamente con le proprie opere.
Il grande poeta francese ravviva, con questi brevi versi, sensazioni sopite, sentimenti offuscati dalla razionalità, allusioni simboliche che creano una “realtà onirica” e coinvolgente tutti i sensi.
L’interpretazione che ne offre Maria Cristina Spinato non è didascalica né banalmente descrittiva, quanto legata ad un’idea di reale trasformazione del dato visivo in pura vibrazione intima, che corrisponde alle sinergie sprigionate dallo stretto rapporto che si instaura tra l’ambiente esterno e l’anima di chi lo vive ed osserva col proprio sguardo interiore.
La Spinato si reca nei boschi della sua Toscana e ci passa intere giornate, in qualsiasi stagione, osservando attentamente sia la panoramica sia il dettaglio. Coglie colori che riflettono un’atmosfera morbida ma accentuata, che infonde energia benefica allo spirito, il quale in essa vi trova pace e benessere. Il tempo, congelato nel momento dello scatto, ritrova la propria dimensione, riattivato dal ritmo che gli alberi – colonna infondono alla totalità dell’immagine.
L’artista effettua successivamente un’elaborazione digitale degli scatti originali che altera la realistica percezione dell’immagine di partenza. Essa viene infatti riflessa orizzontalmente e ribaltata di 180° in modo da ottenere una chiusura visiva dell’ambiente che da esterno diventa, in apparenza, un interno. Ottiene, in questo modo, esattamente il tempio di cui parla Baudelaire, un luogo dall’aspetto quasi fiabesco, nel quale la luce naturale diventa emanazione energetica ultraterrena. La cognizione cronologica del tempo cede il passo ad una sospensione dai rimandi metafisici e la permanenza in questi luoghi incoraggia un raccoglimento silenzioso, rapiti come si è dall’incantevole e suggestiva bellezza dello spettacolo al quale assistiamo.
Questo metodo permette all’artista di creare immagini dalle apparenti prospettive “multiple”, con più punti di fuga, che attirano lo sguardo e lo incoraggiano idealmente ad addentrarcisi. Spinato riesce ad ottenere in questo modo una realtà inedita in perfetto equilibrio tra mondo esterno ed ambiente interno, stimolando contemporaneamente due tipi di sentimenti: l’anelito verso l’infinito e il desiderio di raccoglimento, entrambi sensazioni di completo abbandono in questi luoghi dalla forte connotazione onirica e metafisica.
La nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L'homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l'observent avec des regards familiers.
È l’idea di “tempio”, che il poeta francese identifica con un certo aspetto della natura, ad attirare l’attenzione dell’artista, accolta come profonda suggestione ad attuata fisicamente e visivamente con le proprie opere.
Il grande poeta francese ravviva, con questi brevi versi, sensazioni sopite, sentimenti offuscati dalla razionalità, allusioni simboliche che creano una “realtà onirica” e coinvolgente tutti i sensi.
L’interpretazione che ne offre Maria Cristina Spinato non è didascalica né banalmente descrittiva, quanto legata ad un’idea di reale trasformazione del dato visivo in pura vibrazione intima, che corrisponde alle sinergie sprigionate dallo stretto rapporto che si instaura tra l’ambiente esterno e l’anima di chi lo vive ed osserva col proprio sguardo interiore.
La Spinato si reca nei boschi della sua Toscana e ci passa intere giornate, in qualsiasi stagione, osservando attentamente sia la panoramica sia il dettaglio. Coglie colori che riflettono un’atmosfera morbida ma accentuata, che infonde energia benefica allo spirito, il quale in essa vi trova pace e benessere. Il tempo, congelato nel momento dello scatto, ritrova la propria dimensione, riattivato dal ritmo che gli alberi – colonna infondono alla totalità dell’immagine.
L’artista effettua successivamente un’elaborazione digitale degli scatti originali che altera la realistica percezione dell’immagine di partenza. Essa viene infatti riflessa orizzontalmente e ribaltata di 180° in modo da ottenere una chiusura visiva dell’ambiente che da esterno diventa, in apparenza, un interno. Ottiene, in questo modo, esattamente il tempio di cui parla Baudelaire, un luogo dall’aspetto quasi fiabesco, nel quale la luce naturale diventa emanazione energetica ultraterrena. La cognizione cronologica del tempo cede il passo ad una sospensione dai rimandi metafisici e la permanenza in questi luoghi incoraggia un raccoglimento silenzioso, rapiti come si è dall’incantevole e suggestiva bellezza dello spettacolo al quale assistiamo.
Questo metodo permette all’artista di creare immagini dalle apparenti prospettive “multiple”, con più punti di fuga, che attirano lo sguardo e lo incoraggiano idealmente ad addentrarcisi. Spinato riesce ad ottenere in questo modo una realtà inedita in perfetto equilibrio tra mondo esterno ed ambiente interno, stimolando contemporaneamente due tipi di sentimenti: l’anelito verso l’infinito e il desiderio di raccoglimento, entrambi sensazioni di completo abbandono in questi luoghi dalla forte connotazione onirica e metafisica.
12
dicembre 2009
Maria Cristina Spinato – Correspondances
Dal 12 dicembre 2009 al 15 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO COMUNALE
Abetone, Via Pescinone, 15 , (Pistoia)
Abetone, Via Pescinone, 15 , (Pistoia)
Orario di apertura
ore 9 – 14 tutti i giorni esclusa la domenica
Vernissage
12 Dicembre 2009, alle ore 17 00 nella Sala Consiliare
Autore
Curatore