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Maria Elisabetta Novello – 16/256 livelli di grigio
Maria Elisabetta Novello, giovane artista vicentina, da anni residente a Udine, opera una ricerca estetica complessa e ambiziosa: si interessa all’indefinito, e per dar forma al suo lavoro ha trovato un mezzo insolito ma quanto mai appropriato, la cenere
Comunicato stampa
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Sabato 15 marzo alle ore 18.30 inaugura la mostra 16/256 livelli di grigio, personale di Maria Elisabetta Novello, presso la galleria 3g Arte Contemporanea, in Via della Rosta, 44 a Udine.
L’esposizione è a cura di Martina Cavallarin, collaboratrice di Achille Bonito Oliva.
Elisabetta Novello, giovane artista vicentina, da anni residente a Udine, opera una ricerca estetica complessa e ambiziosa: si interessa all’indefinito, e per dar forma al suo lavoro ha trovato un mezzo insolito ma quanto mai appropriato, la cenere.
Polvere dalle infinite sfumature di grigio, come sottolinea la curatrice, è ciò che resta di oggetti che allo spettatore non è più dato conoscere. Il resto, appunto, ciò di cui non si può o non si vuole liberarsi, che ripropone forme dis-fatte in altra forma, rielaborazioni del ricordo, nel continuo scorrere del tempo.
L’esposizione propone teche in plexiglas nelle quali la cenere ricama fragili centrini, richiamo di una dimensione domestica, familiare; oppure crea paesaggi immaginari frutto della sedimentazione della materia e del tempo.
Spiega la curatrice: in alcuni lavori il pigmento sembra non avere nulla da raccontare arrendendosi al destino di essere analizzato. Poi le luci svelano un’installazione da “Storia Naturale”, di immagini granulose sospese sulla parete, creando un gioco di ombre proiettate sul muro a rivelare disegni e motivi formati dalla cenere stessa.
Un video tratto da una performance, mostra l’artista intenta a cancellare la sua stessa opera: un enorme centrino di cenere creato con pazienza certosina dall’artista, china sul pavimento, che rimanda a lavori femminili e nello stesso tempo a realtà lontane, ai Mandala, a monaci intenti a creare una preghiera tangibile, perfetta e peritura.
Nello spazio al piano sottostante viene ripresa e proiettata la danza della cenere appoggiata su un subwoofer in funzione, mentre si percepisce un soffio, il respiro dell’artista.
L’opera di Novello, dice Cavallarin, è un universo quasi impalpabile, volatile, leggero, i suoi lavori sono infatti una continua ri-declinazione del già accaduto; la sua è una composizione manuale che contiene in sé un’impronta di matrice fortemente concettuale; nel suo lavoro c’è un dialogo con il tempo, un costante misurarsi con il suo passaggio e il suo attraversare luoghi, persone e cose. Memoria e ricordo sono temi necessari nell’opera che ci parla di gesti lenti, universi molto femminili in cui lo scorrere era scandito da battiti rallentati. La riflessione allora si fa più profonda, la struttura del proprio esistere è movimento di liberazione del vero essere, tutte le parti s’intersecano ed agiscono all’unisono. Novello trova, in questo modo introspettivo, proprio la sua possibilità evidente di esistere e riconoscersi con e nel mondo.
Elisabetta Novello si è diplomata all’Accademia di Venezia, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, è stata presentata da diverse gallerie come NT Art Gallery di Bologna, Della Pina Arte Contemporanea a Pietrasanta. Nel 2007 ha vinto il concorso ManinFesto promosso dal Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, a Passariano (Ud).
L’esposizione è a cura di Martina Cavallarin, collaboratrice di Achille Bonito Oliva.
Elisabetta Novello, giovane artista vicentina, da anni residente a Udine, opera una ricerca estetica complessa e ambiziosa: si interessa all’indefinito, e per dar forma al suo lavoro ha trovato un mezzo insolito ma quanto mai appropriato, la cenere.
Polvere dalle infinite sfumature di grigio, come sottolinea la curatrice, è ciò che resta di oggetti che allo spettatore non è più dato conoscere. Il resto, appunto, ciò di cui non si può o non si vuole liberarsi, che ripropone forme dis-fatte in altra forma, rielaborazioni del ricordo, nel continuo scorrere del tempo.
L’esposizione propone teche in plexiglas nelle quali la cenere ricama fragili centrini, richiamo di una dimensione domestica, familiare; oppure crea paesaggi immaginari frutto della sedimentazione della materia e del tempo.
Spiega la curatrice: in alcuni lavori il pigmento sembra non avere nulla da raccontare arrendendosi al destino di essere analizzato. Poi le luci svelano un’installazione da “Storia Naturale”, di immagini granulose sospese sulla parete, creando un gioco di ombre proiettate sul muro a rivelare disegni e motivi formati dalla cenere stessa.
Un video tratto da una performance, mostra l’artista intenta a cancellare la sua stessa opera: un enorme centrino di cenere creato con pazienza certosina dall’artista, china sul pavimento, che rimanda a lavori femminili e nello stesso tempo a realtà lontane, ai Mandala, a monaci intenti a creare una preghiera tangibile, perfetta e peritura.
Nello spazio al piano sottostante viene ripresa e proiettata la danza della cenere appoggiata su un subwoofer in funzione, mentre si percepisce un soffio, il respiro dell’artista.
L’opera di Novello, dice Cavallarin, è un universo quasi impalpabile, volatile, leggero, i suoi lavori sono infatti una continua ri-declinazione del già accaduto; la sua è una composizione manuale che contiene in sé un’impronta di matrice fortemente concettuale; nel suo lavoro c’è un dialogo con il tempo, un costante misurarsi con il suo passaggio e il suo attraversare luoghi, persone e cose. Memoria e ricordo sono temi necessari nell’opera che ci parla di gesti lenti, universi molto femminili in cui lo scorrere era scandito da battiti rallentati. La riflessione allora si fa più profonda, la struttura del proprio esistere è movimento di liberazione del vero essere, tutte le parti s’intersecano ed agiscono all’unisono. Novello trova, in questo modo introspettivo, proprio la sua possibilità evidente di esistere e riconoscersi con e nel mondo.
Elisabetta Novello si è diplomata all’Accademia di Venezia, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, è stata presentata da diverse gallerie come NT Art Gallery di Bologna, Della Pina Arte Contemporanea a Pietrasanta. Nel 2007 ha vinto il concorso ManinFesto promosso dal Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, a Passariano (Ud).
15
marzo 2008
Maria Elisabetta Novello – 16/256 livelli di grigio
Dal 15 marzo al 24 aprile 2008
giovane arte
Location
3G ARTE CONTEMPORANEA
Udine, Via Della Rosta, 44, (Udine)
Udine, Via Della Rosta, 44, (Udine)
Orario di apertura
martedì-sabato 16.00-20.00
Vernissage
15 Marzo 2008, ore 18.30
Autore
Curatore