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Mariaceleste de Martino – Un cappio al collo all’informazione che non dice la verità
Impiccare un giornalismo che spesso dà le notizie come fosse uno spettacolo d’intrattenimento piuttosto che un orribile dramma della verità. Sette “mezzibusti”, simbolo dei media televisivi, pendono dal soffitto e indossano magliette sulle quali sono raffigurate notizie in forma fotografica.
Comunicato stampa
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UN CAPPIO AL COLLO ALL’INFORMAZIONE CHE NON DICE LA VERITÀ
“Liberty and Potatoes. Liberté et Pommes de Terres. Libertà e Patate”
di Mariaceleste de Martino
film editor: Maria Valerio
“Come to me”, di Odette Albani
foto: Riccardo Schicchi
Il MusPic video proiettato a loop. Sette “mezzibusti”, simbolo dei media televisivi, pendono dal soffitto e indossano magliette sulle quali sono raffigurate notizie in forma fotografica. Scopo: denunciare le oscenità del nostro secolo e impiccare un giornalismo che spesso dà le notizie come fosse uno spettacolo d’intrattenimento piuttosto che un orribile dramma della verità. “Sette”, i giorni della settimana. “Sette” i peccati capitali.
IL CORPO NUDO COME MEZZO DI COMUNICAZIONE
Ho ripreso il motto del rivoluzionario francese André Chenier (Libertà e patate) perché si avvicina al mio modo di pensare. Rifiutando opportunismo e ipocrisia ho deciso di essere libera da ogni condizionamento. Con la decisione di posare nuda per un calendario nel 2002, ho voluto sottolineare come anche la notizia più obiettiva possa essere distorta dai media che, non solo in Italia, è condizionato dagli interessi politico-economici di chi detiene il vettore della comunicazione. La notizia va data nuda e cruda, così come si presenta. E così ho mostrato il mio corpo con le sue imperfezioni. Dire una mezza verità è come dire una menzogna. In questo caso, mostrare il corpo completamente nudo non è ostentazione, ma la volontà di essere chiara e diretta, senza filtri.
Dal calendario del 2002, attuale ancora oggi, ho sviluppato il progetto della video-installazione utilizzando le stesse immagini. Per la prima volta un giornalista utilizza il proprio corpo come mezzo di comunicazione per trasmettere la notizia. Le quattordici foto del video, sono pregne di dolore e sangue, una per ogni mese più la copertina e la controcopertina, ricostruiscono un tema di scottante attualità: il terrorismo, la clonazione, gli organismi geneticamente manipolati (OGM), l’inquinamento e la guerra chimico-batteriologica, la malasanità, il lavoro, la violenza sui minori, gli scontri al G8 di Genova, la morte di Carlo Giuliani, l’aborto, la violenza sessuale, la guerra, la fascinazione per il denaro. Le foto mi ritraggono completamente nuda a volto coperto. Solo nella foto di copertina che rappresenta il potere condizionante dei media, firmo il mio speciale reportage mostrando la mia faccia.
Una forma di trasgressione attraverso il linguaggio del corpo. La nostra società spesso ci impone dei ruoli che non ci consentono di uscire dai binari. Da giornalista professionista dal 1992 invece mi spoglio nuda e divento protagonista delle notizie, e anziché accarezzarvi e sedurvi vi prendo a schiaffi e a volte con crudeltà sottolineo la verità che non dovrebbe mai sfuggirci.
La società abbina troppo facilmente il corpo nudo al sesso. Io ho tentato di utilizzare l’energia e l’espressività del corpo, che è un tutt’uno con la mente e l’anima, allo stesso modo degli scultori classici. Le immagini sono molto forti e scioccanti, ma il mio obiettivo non è la pornografia né lo scandalo, bensì colpire duro con la forza dirompente della notizia.
L’intento del video è quello di far riflettere su quello che siamo e che siamo capaci di fare. Meglio un giornalista ‘nudo e crudo’ che un ‘mezzobusto’ che fa diventare normale con la sua normalità le mostruosità di questo nuovo millennio.
“L’arte è pericolosa e non è mai casta, se lo è non è arte” (Pablo Picasso)
“Liberty and Potatoes. Liberté et Pommes de Terres. Libertà e Patate”
di Mariaceleste de Martino
film editor: Maria Valerio
“Come to me”, di Odette Albani
foto: Riccardo Schicchi
Il MusPic video proiettato a loop. Sette “mezzibusti”, simbolo dei media televisivi, pendono dal soffitto e indossano magliette sulle quali sono raffigurate notizie in forma fotografica. Scopo: denunciare le oscenità del nostro secolo e impiccare un giornalismo che spesso dà le notizie come fosse uno spettacolo d’intrattenimento piuttosto che un orribile dramma della verità. “Sette”, i giorni della settimana. “Sette” i peccati capitali.
IL CORPO NUDO COME MEZZO DI COMUNICAZIONE
Ho ripreso il motto del rivoluzionario francese André Chenier (Libertà e patate) perché si avvicina al mio modo di pensare. Rifiutando opportunismo e ipocrisia ho deciso di essere libera da ogni condizionamento. Con la decisione di posare nuda per un calendario nel 2002, ho voluto sottolineare come anche la notizia più obiettiva possa essere distorta dai media che, non solo in Italia, è condizionato dagli interessi politico-economici di chi detiene il vettore della comunicazione. La notizia va data nuda e cruda, così come si presenta. E così ho mostrato il mio corpo con le sue imperfezioni. Dire una mezza verità è come dire una menzogna. In questo caso, mostrare il corpo completamente nudo non è ostentazione, ma la volontà di essere chiara e diretta, senza filtri.
Dal calendario del 2002, attuale ancora oggi, ho sviluppato il progetto della video-installazione utilizzando le stesse immagini. Per la prima volta un giornalista utilizza il proprio corpo come mezzo di comunicazione per trasmettere la notizia. Le quattordici foto del video, sono pregne di dolore e sangue, una per ogni mese più la copertina e la controcopertina, ricostruiscono un tema di scottante attualità: il terrorismo, la clonazione, gli organismi geneticamente manipolati (OGM), l’inquinamento e la guerra chimico-batteriologica, la malasanità, il lavoro, la violenza sui minori, gli scontri al G8 di Genova, la morte di Carlo Giuliani, l’aborto, la violenza sessuale, la guerra, la fascinazione per il denaro. Le foto mi ritraggono completamente nuda a volto coperto. Solo nella foto di copertina che rappresenta il potere condizionante dei media, firmo il mio speciale reportage mostrando la mia faccia.
Una forma di trasgressione attraverso il linguaggio del corpo. La nostra società spesso ci impone dei ruoli che non ci consentono di uscire dai binari. Da giornalista professionista dal 1992 invece mi spoglio nuda e divento protagonista delle notizie, e anziché accarezzarvi e sedurvi vi prendo a schiaffi e a volte con crudeltà sottolineo la verità che non dovrebbe mai sfuggirci.
La società abbina troppo facilmente il corpo nudo al sesso. Io ho tentato di utilizzare l’energia e l’espressività del corpo, che è un tutt’uno con la mente e l’anima, allo stesso modo degli scultori classici. Le immagini sono molto forti e scioccanti, ma il mio obiettivo non è la pornografia né lo scandalo, bensì colpire duro con la forza dirompente della notizia.
L’intento del video è quello di far riflettere su quello che siamo e che siamo capaci di fare. Meglio un giornalista ‘nudo e crudo’ che un ‘mezzobusto’ che fa diventare normale con la sua normalità le mostruosità di questo nuovo millennio.
“L’arte è pericolosa e non è mai casta, se lo è non è arte” (Pablo Picasso)
21
giugno 2010
Mariaceleste de Martino – Un cappio al collo all’informazione che non dice la verità
21 giugno 2010
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
TRALEVOLTE
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (ROMA)
Roma, Piazza Di Porta San Giovanni, 10, (ROMA)
Orario di apertura
lunedì ore 19 - 22
Vernissage
21 Giugno 2010, ore 19
Autore
Curatore