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Mariagrazia Pontorno – Tutto ciò che so
La Galleria Passaggi è lieta di presentare Tutto ciò che so, di Mariagrazia Pontorno.
Particolarmente sensibile al rapporto tra arte, natura e tecnologia, Pontorno ha realizzato un corpus di opere che si ispirano ad alcune vicende legate alla storia dell’Orto Botanico di Pisa.
Comunicato stampa
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La Galleria Passaggi è lieta di presentare nel suo spazio espositivo la mostra di Mariagrazia Pontorno Tutto ciò che so. Il progetto attorno a cui l’artista ha lavorato declina in maniera singolare la pulsione conoscitiva che è alla base sia della ricerca artistica che di quella scientifica.
Particolarmente sensibile al rapporto tra arte, natura e tecnologia, Pontorno ha realizzato un corpus di opere che si ispirano ad alcune vicende legate alla storia dell’Orto Botanico di Pisa, tra i più antichi orti botanici universitari del mondo, fondato nel 1543 da Luca Ghini. La stratificazione di eventi storici, come nei precedenti lavori dell’artista, è ancora una volta pretesto per raccordare tradizione e contemporaneità, cultura analogica e digitale, movimenti interiori e forme del pathos.
Proprio a partire dalle suggestioni di alcuni disegni di orchidee che Luca Ghini spedì a Leonhart Fuchs per il suo erbario, l’artista ha realizzato due sculture in cui bellezza formale e precisione scientifica trovano un punto di equilibrio e di incontro. Modellate in 3D e stampate attraverso la tecnica della stereolitografia, le immagini di sintesi hanno preso corpo in forme tridimensionali che restituiscono il fascino estetico e la valenza rigorosamente tassonomica degli antichi erbari.
La dimensione perturbante e scientificamente ingovernabile delle forze naturali è messa in scena in un video di animazione riferito a un accadimento storico del 1935, quando un secolare cedro del libano venne sradicato da una tempesta: le radici e i cieli sono del resto immagini care all’artista, che ha accolto tale notizia quasi come un invito.
Un avventuroso viaggio in Brasile del naturalista Giuseppe Raddi nel 1817, al seguito dell'Arciduchessa Leopoldina d'Asburgo Lorena, ha ispirato invece la realizzazione di una serie di lightbox. Durante la permanenza in Brasile, durata circa un anno, Raddi raccolse e catalogò specie di felci sino ad allora sconosciute, oggi custodite presso l’Orto Botanico di Pisa e oggetto di dialogo e scambio tra scienziati a livello internazionale. I tre lightbox di Mariagrazia Pontorno collocano le felci nei paesaggi in cui sono state rinvenute, ma in maniera non naturalistica, quasi a voler evocare, tra le altre cose, quella condizione di meraviglia e sperdimento che anche lo scienziato si trova a esperire di fronte a una natura sconosciuta e misteriosa, utilizzando metodologie di indagine che coniugano rigore e immaginazione.
La dimensione perturbante e scientificamente ingovernabile delle forze naturali è messa in scena in un video di animazione riferito a un accadimento storico del 1935, quando un secolare cedro del libano venne sradicato da una tempesta: le radici e i cieli sono del resto immagini care all’artista, che ha accolto tale notizia quasi come un invito.
Mariagrazia Pontorno ha inoltre realizzato quattro collage che documentano i molteplici aspetti di cui si è alimentato il progetto: letture, sopralluoghi all’Orto Botanico di Pisa, incontri e interviste con studiosi e addetti ai lavori. Una sorta di taccuino di viaggio per immagini, che visualizza i temi centrali della mostra: dalle modalità attraverso cui arte e scienza esplorano e ci restituiscono versioni del mondo, alle forme di solidarietà basate sugli scambi culturali, al viaggio come momento di conquista intellettuale e non territoriale.
Biografia di Mariagrazia Pontorno
Mariagrazia Pontorno (Catania, 1978) vive e lavora a Roma. Attualmente insegna Applicazioni digitali per le arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. La sua ricerca artistica è focalizzata sull’uso dell’animazione 3D, così da ri-creare immagini che rimandano alla vita quotidiana e allo scorrere del tempo. Il 3D è un linguaggio che le permette di evocare paradossi visivi: ciò che sembra familiare, sicuro e conosciuto improvvisamente appare distante, estraneo e perturbante. Grazie all’uso di sofisticati software di video-animazione, l’artista ricostruisce in modo realistico scene il cui confine tra realtà e finzione appare labile e immateriale, doppi artificiali il cui scarto con il corrispettivo analogico dà vita a cortocircuiti dello sguardo.
Il suo lavoro è stato esposto in musei italiani e internazionali tra cui: il MACRO di Roma, il Biedermann Museum di Donaueschingen, la Stadtgalerie di Kiel, il MLAC di Roma, il Museo di Castel Sant’Elmo di Napoli, l’Art Center di Thessaloniki, il Museo Riso di Palermo, il CIAC di Genazzano. E in gallerie private e spazi no profit come: Monitor, Roma; Lithium Project, Napoli; Murat 122, Bari; ISCP, New York; HSF, New York; casa Musumeci Greco, Roma
Particolarmente sensibile al rapporto tra arte, natura e tecnologia, Pontorno ha realizzato un corpus di opere che si ispirano ad alcune vicende legate alla storia dell’Orto Botanico di Pisa, tra i più antichi orti botanici universitari del mondo, fondato nel 1543 da Luca Ghini. La stratificazione di eventi storici, come nei precedenti lavori dell’artista, è ancora una volta pretesto per raccordare tradizione e contemporaneità, cultura analogica e digitale, movimenti interiori e forme del pathos.
Proprio a partire dalle suggestioni di alcuni disegni di orchidee che Luca Ghini spedì a Leonhart Fuchs per il suo erbario, l’artista ha realizzato due sculture in cui bellezza formale e precisione scientifica trovano un punto di equilibrio e di incontro. Modellate in 3D e stampate attraverso la tecnica della stereolitografia, le immagini di sintesi hanno preso corpo in forme tridimensionali che restituiscono il fascino estetico e la valenza rigorosamente tassonomica degli antichi erbari.
La dimensione perturbante e scientificamente ingovernabile delle forze naturali è messa in scena in un video di animazione riferito a un accadimento storico del 1935, quando un secolare cedro del libano venne sradicato da una tempesta: le radici e i cieli sono del resto immagini care all’artista, che ha accolto tale notizia quasi come un invito.
Un avventuroso viaggio in Brasile del naturalista Giuseppe Raddi nel 1817, al seguito dell'Arciduchessa Leopoldina d'Asburgo Lorena, ha ispirato invece la realizzazione di una serie di lightbox. Durante la permanenza in Brasile, durata circa un anno, Raddi raccolse e catalogò specie di felci sino ad allora sconosciute, oggi custodite presso l’Orto Botanico di Pisa e oggetto di dialogo e scambio tra scienziati a livello internazionale. I tre lightbox di Mariagrazia Pontorno collocano le felci nei paesaggi in cui sono state rinvenute, ma in maniera non naturalistica, quasi a voler evocare, tra le altre cose, quella condizione di meraviglia e sperdimento che anche lo scienziato si trova a esperire di fronte a una natura sconosciuta e misteriosa, utilizzando metodologie di indagine che coniugano rigore e immaginazione.
La dimensione perturbante e scientificamente ingovernabile delle forze naturali è messa in scena in un video di animazione riferito a un accadimento storico del 1935, quando un secolare cedro del libano venne sradicato da una tempesta: le radici e i cieli sono del resto immagini care all’artista, che ha accolto tale notizia quasi come un invito.
Mariagrazia Pontorno ha inoltre realizzato quattro collage che documentano i molteplici aspetti di cui si è alimentato il progetto: letture, sopralluoghi all’Orto Botanico di Pisa, incontri e interviste con studiosi e addetti ai lavori. Una sorta di taccuino di viaggio per immagini, che visualizza i temi centrali della mostra: dalle modalità attraverso cui arte e scienza esplorano e ci restituiscono versioni del mondo, alle forme di solidarietà basate sugli scambi culturali, al viaggio come momento di conquista intellettuale e non territoriale.
Biografia di Mariagrazia Pontorno
Mariagrazia Pontorno (Catania, 1978) vive e lavora a Roma. Attualmente insegna Applicazioni digitali per le arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. La sua ricerca artistica è focalizzata sull’uso dell’animazione 3D, così da ri-creare immagini che rimandano alla vita quotidiana e allo scorrere del tempo. Il 3D è un linguaggio che le permette di evocare paradossi visivi: ciò che sembra familiare, sicuro e conosciuto improvvisamente appare distante, estraneo e perturbante. Grazie all’uso di sofisticati software di video-animazione, l’artista ricostruisce in modo realistico scene il cui confine tra realtà e finzione appare labile e immateriale, doppi artificiali il cui scarto con il corrispettivo analogico dà vita a cortocircuiti dello sguardo.
Il suo lavoro è stato esposto in musei italiani e internazionali tra cui: il MACRO di Roma, il Biedermann Museum di Donaueschingen, la Stadtgalerie di Kiel, il MLAC di Roma, il Museo di Castel Sant’Elmo di Napoli, l’Art Center di Thessaloniki, il Museo Riso di Palermo, il CIAC di Genazzano. E in gallerie private e spazi no profit come: Monitor, Roma; Lithium Project, Napoli; Murat 122, Bari; ISCP, New York; HSF, New York; casa Musumeci Greco, Roma
25
ottobre 2014
Mariagrazia Pontorno – Tutto ciò che so
Dal 25 ottobre 2014 al 17 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
PASSAGGI ARTE CONTEMPORANEA
Pisa, Via Garofani, 14, (Pisa)
Pisa, Via Garofani, 14, (Pisa)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-20
Vernissage
25 Ottobre 2014, dalle 16 alle 22
Autore