Mario Massolo immerge il suo cavalletto d’artista nella natura. Quest’azione rappresenta il punto di partenza, la condizione fondamentale perché la sua opera abbia inizio: a partire da questo momento la sua persona si trova completamente rapita dal paesaggio, ogni fibra del suo corpo percepisce il passaggio dell’aria sulla pelle, il calore del sole sul viso, il profumo dei tigli in fiore.

Le sue opere sono il trionfo dell’elemento naturale, la rielaborazione del messaggio di Cezanne che rivive nella geometria delle pennellate e che pone come condizione fondamentale per dipingere il silenzio.

I dipinti di Massolo amano comunicare attraverso il silenzio, un silenzio però gremito di mille voci, che comunicano con lo spettatore attraverso la bellezza delle cromie, delle tinte che esplodono nel trionfo della fioritura primaverile o che digradano nel lieve pendio coperto dal candore della prima neve dell’inverno. La figura umana raramente fa incursione nei suoi dipinti e in quei fugaci momenti appare come un oggetto, una presenza inanimata, un dettaglio muto e inconsapevole della bellezza dell’elemento naturale.

Cecilia Gamberini