Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mario Pauletto – Stato di progetto / Emilio Verziagi – Stato di fatto
Galleria Vastagamma dopo 2 anni di esposizioni di artisti emergenti, ha l’onore di presentare la prima mostra di due artisti consolidati ed esperti. Mario Pauletto, pittore ed Emilio Verziagi, scultore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MARIO PAULETTO
Stato di Progetto
- Ogni opera inizia sempre da un incontro.
Poi si sviluppa: dapprima come dialogo interiore (tutto si smuove come caos informe), poi si annuncia come progetto.
Solo allora inizio a lavorare.
Materie, colori e forme, segni e volumi, tutte le tecniche mi interessano. Impressionismo, Espressionismo, Informale, tutto può essere strumento.
Con ogni mezzo dò forma a numerosi lavori che si differenziano per frammenti o particolari.
Le opere così si moltiplicano. Si organizzano in serie.
Formano Collane: ritratti, bozzetti, monotipi, incisioni, schizzi, chine… Spesso le abbandono, per riprenderle anche molti anni più tardi.
Dietro ad ogni Progetto c’è la Storia. Davanti l’uomo.
Nel tempo, la visione dello stato di progetto è compresenza di ogni momento del percorso di ricerca.
Complessa compresenza.
È una Visione d’insieme, molteplice e plurima come la vita, che io ritraggo a memoria, ad occhi socchiusi. Faccio così da quando avevo 10 anni; mentre fuori tempestava e c’era freddo, io mi impegnavo a colorare un cestino di susine mature.
Paul Klee me l’ha mostrato, avevo 32 anni. Ancora mi interpella come problema. Jean Fautrier mi ha indicato il come (nell’esemplare “Bouquet” dalle pennellate distese e liquide, che si trattengono nell’attimo del passaggio all’Informale). Rembrandt mi ha suggerito la dimensione e la forza del segno pulito, prezioso, luminoso. Lo ripenso ogni volta che inquadro uno scorcio mentale prescelto: un volto, uno sguardo, un tempo o un luogo. Ciascuno è così com’è, in divenire, vivo e imperfetto, pulsante di colore.-
Mario Pauletto ad Alessandra Santin
Stralcio d i conversazione del 21novembre 2008
EMILIO VERZIAGI
Stato di Fatto
- Non ritraggo persone. Non cerco di rappresentare il volto di un bambino o di una donna. Mi soffermo, invece, e plasmo, il rapporto ineludibile che lega il figlio alla madre.
Mi preoccupo di rendere lo stretto legame d’amore che unisce gli amanti. Il mio desiderio è tutto rivolto a cogliere l’espressione degli affetti.
Quando tutto ciò è visibile, quando è uno stato di fatto, l’opera per me è compiuta.
Le mie sculture sono le emozioni e i sentimenti che affiorano dalla materia.
Il legno, la terra, il cemento si rivelano nella forma che contiene la relazione. La sfera è luogo della famiglia e soprattutto della maternità; il fusto allungato è segno del percorso di coppia; la linea morbida e orizzontale percorre invece il senso dell’eros, la danza della seduzione. La croce e le estremità che si assottigliano, annunciano le ferite della morte. Ma io ritraggo il dolore dell’assenza.
In ogni scultura l’occhio percorre l’andamento naturale della materia, ma si sofferma sulle forme umane della vita emotiva, sulle pieghe dei sentimenti condivisi.
Io non saprei vivere lontano dall’ambiente naturale.
Il paesaggio e il passaggio delle campagne friulane mi attira sempre. Vivo immerso nei colori delle materie naturali.
Però sono certe forme di alberi o l’accostarsi di elementi diversi come l’acqua e le pietre, a riportarmi ai momenti fondamentali della vita personale, quelli che mi interessa rappresentare.
L’amore, la nostalgia, l’attesa, la completezza di un unione. Solo questi stati di fatto danno un senso alla scultura, motivano e rendono vitale la ricerca…-
Emilio Verziagi ad Alessandra Santin
Stralcio d i conversazione del 21novembre 2008
Stato di Progetto
- Ogni opera inizia sempre da un incontro.
Poi si sviluppa: dapprima come dialogo interiore (tutto si smuove come caos informe), poi si annuncia come progetto.
Solo allora inizio a lavorare.
Materie, colori e forme, segni e volumi, tutte le tecniche mi interessano. Impressionismo, Espressionismo, Informale, tutto può essere strumento.
Con ogni mezzo dò forma a numerosi lavori che si differenziano per frammenti o particolari.
Le opere così si moltiplicano. Si organizzano in serie.
Formano Collane: ritratti, bozzetti, monotipi, incisioni, schizzi, chine… Spesso le abbandono, per riprenderle anche molti anni più tardi.
Dietro ad ogni Progetto c’è la Storia. Davanti l’uomo.
Nel tempo, la visione dello stato di progetto è compresenza di ogni momento del percorso di ricerca.
Complessa compresenza.
È una Visione d’insieme, molteplice e plurima come la vita, che io ritraggo a memoria, ad occhi socchiusi. Faccio così da quando avevo 10 anni; mentre fuori tempestava e c’era freddo, io mi impegnavo a colorare un cestino di susine mature.
Paul Klee me l’ha mostrato, avevo 32 anni. Ancora mi interpella come problema. Jean Fautrier mi ha indicato il come (nell’esemplare “Bouquet” dalle pennellate distese e liquide, che si trattengono nell’attimo del passaggio all’Informale). Rembrandt mi ha suggerito la dimensione e la forza del segno pulito, prezioso, luminoso. Lo ripenso ogni volta che inquadro uno scorcio mentale prescelto: un volto, uno sguardo, un tempo o un luogo. Ciascuno è così com’è, in divenire, vivo e imperfetto, pulsante di colore.-
Mario Pauletto ad Alessandra Santin
Stralcio d i conversazione del 21novembre 2008
EMILIO VERZIAGI
Stato di Fatto
- Non ritraggo persone. Non cerco di rappresentare il volto di un bambino o di una donna. Mi soffermo, invece, e plasmo, il rapporto ineludibile che lega il figlio alla madre.
Mi preoccupo di rendere lo stretto legame d’amore che unisce gli amanti. Il mio desiderio è tutto rivolto a cogliere l’espressione degli affetti.
Quando tutto ciò è visibile, quando è uno stato di fatto, l’opera per me è compiuta.
Le mie sculture sono le emozioni e i sentimenti che affiorano dalla materia.
Il legno, la terra, il cemento si rivelano nella forma che contiene la relazione. La sfera è luogo della famiglia e soprattutto della maternità; il fusto allungato è segno del percorso di coppia; la linea morbida e orizzontale percorre invece il senso dell’eros, la danza della seduzione. La croce e le estremità che si assottigliano, annunciano le ferite della morte. Ma io ritraggo il dolore dell’assenza.
In ogni scultura l’occhio percorre l’andamento naturale della materia, ma si sofferma sulle forme umane della vita emotiva, sulle pieghe dei sentimenti condivisi.
Io non saprei vivere lontano dall’ambiente naturale.
Il paesaggio e il passaggio delle campagne friulane mi attira sempre. Vivo immerso nei colori delle materie naturali.
Però sono certe forme di alberi o l’accostarsi di elementi diversi come l’acqua e le pietre, a riportarmi ai momenti fondamentali della vita personale, quelli che mi interessa rappresentare.
L’amore, la nostalgia, l’attesa, la completezza di un unione. Solo questi stati di fatto danno un senso alla scultura, motivano e rendono vitale la ricerca…-
Emilio Verziagi ad Alessandra Santin
Stralcio d i conversazione del 21novembre 2008
07
dicembre 2008
Mario Pauletto – Stato di progetto / Emilio Verziagi – Stato di fatto
Dal 07 al 28 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA VASTAGAMMA
Pordenone, Vicolo Del Molino, 10, (Pordenone)
Pordenone, Vicolo Del Molino, 10, (Pordenone)
Orario di apertura
17-20
Vernissage
7 Dicembre 2008, h 18,30
Autore