Con la mostra di Mario Pezzi, il Palazzo del Commercio, sede dell’Associazione Ascom di Lugo vuole rendere omaggio a Faenza, una delle più importanti città al mondo nel campo della Ceramica d’Arte.

L’artista è uno dei più rappresentativi della città Manfreda, una vita spesa nell’Arte e per l’Arte, sia come insegnante dell’Istituto D’Arte per la Ceramica “Ballardini”, sia come costruttore e ideatore di Forme, Piatti, Sculture rappresentanti personaggi in po’ fiabeschi un po’ popolari, ironici e dissacranti dai vivacissimi colori.

Un percorso, la mostra, di rappresentazione figurativa ispirata dalla sapienza e dall’ironia popolare, con opere personalissime che uniscono abilità manuale, sapienza tecnica e senso del colore.

Sono “Pezzi Unici” che percorrono la sua storia artistica, le “Dame”, sculture di donne d’altri tempi, gentildonne plasmate con asimmetrica immediatezza, pungente ma bonaria, che portano nello sguardo e nei lunghi colli “alla Modigliani” la plasticità e il rigore del tempo passato, nelle quali si coglie anche tutta la loro fragilità emotiva.

Animali fantastici, derivanti da un mitologico zoo rivisitato dall’immaginazione scherzosa di Pezzi, e poi ancora Forme a Vaso o Piatti che raccontano storie.

Alla dolcezza del color terracotta fanno eco campiture squillanti a volte delimitate dal solco del graffito, sono i rossi, i gialli, i turchesi, i neri che gli consentono di chiudere gli esiti di una scultura suggeritagli dalla fantasia e dal gioco.

Mario Pezzi, un artista che ha portato la sua arte in mostre collettive e personali non solo in gallerie private o luoghi istituzionali italiani ma anche in numerosissimi Musei Europei, ed è stato pubblicato nei più importanti volumi di Arte Ceramica.

Nota e di rilievo la collaborazione con il Maestro Angelo Biancini, fondata sull’ammirazione reciproca e sul profondo rapporto umano, continuato fino alla morte del grande scultore romagnolo.

Una mostra che è conferma artistica per Mario Pezzi, ma anche per riscoprire attraverso le sue mani, le sue sculture, attraverso la sua osservazione irriverente il senso e il carattere della nostra terra.