Dal 25 novembre 2004 al 23 gennaio 2005 la Fondazione Piero Portaluppi ospiterà una mostra di disegni satirici di Mario Sironi.
Conosciuto principalmente per la sua attività pittorica - in particolare i cicli murali - Sironi fu anche un graffiante disegnatore sulle pagine de “Il Popolo d'Italia”.
Voluto personalmente dal direttore del quotidiano Benito Mussolini, dall’agosto 1921 Sironi porterà il sostegno della sua satira irriverente al futuro duce, reduce dalla sconfitta elettorale. Quotidianamente fino al 1925, in modo meno costante fino al 1942, un anno prima della caduta del fascismo e della chiusura del giornale, l’artista, che sognava di realizzare un'arte monumentale capace di educare le masse, con lo stesso intento realizza disegni satirici di rara intensità.
La mostra nasce dalla straordinaria opportunità di accedere a una collezione di disegni originali ed è stata resa possibile grazie a Claudia Gian Ferrari, studiosa del Novecento Italiano. Il lungo lavoro di ricerca è stato svolto da Antonello Negri, docente di Storia dell'arte contemporanea all'Università degli Studi di Milano e da Marta Sironi, dottore di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Questi ultimi sono i curatori del catalogo, edito da Charta, che uscirà contestualmente alla mostra con una introduzione di Claudia Gian Ferrari.
La mostra è stata realizzata con il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. L’organizzazione e la produzione sono a cura della Fondazione Piero Portaluppi e dello Studio di consulenza per il ‘900 italiano e arte contemporanea Claudia Gian Ferrari. La curatela della mostra è di Antonello Negri, Marta Sironi e la Fondazione Piero Portaluppi.
Sia il catalogo, che la mostra, propongono un inedito punto di vista sulle vignette di Sironi ricollegandole a tutta la sua produzione.
Partendo dai disegni, gli studiosi hanno condotto una doppia e accurata indagine volta sia alla ricerca dell’iter seguito dall’artista per arrivare agli archetipi iconologici che l’hanno ispirato, sia a mettere in luce il contesto sociale e politico nel quale Sironi viveva e lavorava.
Ne risultano un catalogo e una mostra inediti nel loro taglio, senz’altro godibili da un ampio pubblico pur mantenendo un alto livello scientifico.