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Marya Kazoun / Debora Vrizzi – Mise en Abyme
Un’istallazione articolata dell’artista libano-canadase Marya Kazoun e di una serie fotografica da performance e video dell’artista friulana Debora Vrizzi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 27 ottobre la galleria 3g arte contemporanea di Udine inaugura, presso i suoi spazi espositivi, in via della Rosta 44, la mostra “Mise en Abyme” in collaborazione con la Galleria Michela Rizzo di Venezia, una doppia personale delle artiste Marya Kazoun e Debora Vrizzi.
Come dice la curatrice Rosetta Gozzini “due artiste la cui tensione creativa è mossa da
principi opposti e complementari: Marya Kazoun e Debora Vrizzi. La prima, trova nella
imperativa manifestazione dell’interiorità il luogo di appartenenza della sua opera; la seconda,
al contrario, riconosce nell’esteriorità del fenomeno storico il punto di incontro del senso
dell’esistenza e della sua, per quanto creativamente intenzionata, ineludibile simbolicità”. La mostra si compone di un’istallazione articolata dell’artista libano-canadase Marya Kazoun e di una serie fotografica da performance e video dell’artista friulana Debora Vrizzi.
Marya Kazoun, artista dalla riconosciuta fama internazionale, propone “InGest”, un’installazione dal notevole impatto visivo composta di tele, sculture di vetro e di cinque grandi figure, gli Amos, che, come dice l’artista, “…sono creature pelose di natura incerta…essi sono stanchi del pesante carico dell’umanità, e questo si riflette sui loro corpi” secondo la curatrice “Il suo mondo è sostanzialmente psichico, in cui lo sprone della vita dà corpo ad esseri formalmente irreali ma che acquistano valenza esistenziale proprio perché nella loro apparente inconsistenza rimandano ad un sistema di riconoscimento che fa capo al pauroso ricordo dell’abisso della nostra anima. La Kazoun sembra ammettere con disarmata sincerità che i nostri luoghi interiori siano animati da presenze non definibili, ma probabilmente temibili. Marya tesse con le sue mani di maga creature che poi prendono forma e vita, esseri che affiorano dalla sua immaginazione. Creature multiformi e multi materiche che alimenta meticolosamente con rammendi di stoffa, fili, perline e vetro”. Marya Kazoun ha esposto in numerose mostre internazionali fra cui la 51a Biennale d’arte di Venezia e l’8a Biennale di Sharjah.
Debora Vrizzi, con l’opera “Un-happy ending”, rappresenta in modo fotografico le sue
performance relative alla tragica morte di otto personaggi femminili storici: Lady Diana (1997),
Francesca Woodman (1982), Madre Teresa di Calcutta (1997), Maria Antonietta (1793),
Marylin Monroe (1962), Mata Hari (1917), Nico (1988), Sissi (1898). Come dice la curatrice
“L’artista pur prendendo spunto dalla realtà storica rielabora i tratti dell’evento in cui la vita di queste donne si è fermata a partire, sembra, da una duplice immaginazione che congiunge
l’idea del fenomeno, dell’evento improvviso, a quella del destino, sottolineando il momento
critico del passaggio da una condizione a un’altra”. L’idea di partenza è quella delle news del telegiornale che possono essere interpretate come delle fiabe a puntate, delle fiabe senza lieto fine: delle storie (notizie ambigue) di “Principesse”, come dice l’artista, “di donne le cui vite/morti sono soggette ad interpretazione continua e cangiante”. La Vrizzi si è travestita e truccata come queste donne nel momento del passaggio al fine di interpretare le loro morti rendendole pop attraverso degli elementi utili ad identificarle per il loro passato da vive. Debora Vrizzi ha partecipato a Stazione di Topolò, Hic et Nunc e ha esposto in collettiva presso la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bondeno (Ferrara) e la Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone.
Come dice la curatrice Rosetta Gozzini “due artiste la cui tensione creativa è mossa da
principi opposti e complementari: Marya Kazoun e Debora Vrizzi. La prima, trova nella
imperativa manifestazione dell’interiorità il luogo di appartenenza della sua opera; la seconda,
al contrario, riconosce nell’esteriorità del fenomeno storico il punto di incontro del senso
dell’esistenza e della sua, per quanto creativamente intenzionata, ineludibile simbolicità”. La mostra si compone di un’istallazione articolata dell’artista libano-canadase Marya Kazoun e di una serie fotografica da performance e video dell’artista friulana Debora Vrizzi.
Marya Kazoun, artista dalla riconosciuta fama internazionale, propone “InGest”, un’installazione dal notevole impatto visivo composta di tele, sculture di vetro e di cinque grandi figure, gli Amos, che, come dice l’artista, “…sono creature pelose di natura incerta…essi sono stanchi del pesante carico dell’umanità, e questo si riflette sui loro corpi” secondo la curatrice “Il suo mondo è sostanzialmente psichico, in cui lo sprone della vita dà corpo ad esseri formalmente irreali ma che acquistano valenza esistenziale proprio perché nella loro apparente inconsistenza rimandano ad un sistema di riconoscimento che fa capo al pauroso ricordo dell’abisso della nostra anima. La Kazoun sembra ammettere con disarmata sincerità che i nostri luoghi interiori siano animati da presenze non definibili, ma probabilmente temibili. Marya tesse con le sue mani di maga creature che poi prendono forma e vita, esseri che affiorano dalla sua immaginazione. Creature multiformi e multi materiche che alimenta meticolosamente con rammendi di stoffa, fili, perline e vetro”. Marya Kazoun ha esposto in numerose mostre internazionali fra cui la 51a Biennale d’arte di Venezia e l’8a Biennale di Sharjah.
Debora Vrizzi, con l’opera “Un-happy ending”, rappresenta in modo fotografico le sue
performance relative alla tragica morte di otto personaggi femminili storici: Lady Diana (1997),
Francesca Woodman (1982), Madre Teresa di Calcutta (1997), Maria Antonietta (1793),
Marylin Monroe (1962), Mata Hari (1917), Nico (1988), Sissi (1898). Come dice la curatrice
“L’artista pur prendendo spunto dalla realtà storica rielabora i tratti dell’evento in cui la vita di queste donne si è fermata a partire, sembra, da una duplice immaginazione che congiunge
l’idea del fenomeno, dell’evento improvviso, a quella del destino, sottolineando il momento
critico del passaggio da una condizione a un’altra”. L’idea di partenza è quella delle news del telegiornale che possono essere interpretate come delle fiabe a puntate, delle fiabe senza lieto fine: delle storie (notizie ambigue) di “Principesse”, come dice l’artista, “di donne le cui vite/morti sono soggette ad interpretazione continua e cangiante”. La Vrizzi si è travestita e truccata come queste donne nel momento del passaggio al fine di interpretare le loro morti rendendole pop attraverso degli elementi utili ad identificarle per il loro passato da vive. Debora Vrizzi ha partecipato a Stazione di Topolò, Hic et Nunc e ha esposto in collettiva presso la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bondeno (Ferrara) e la Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone.
27
ottobre 2007
Marya Kazoun / Debora Vrizzi – Mise en Abyme
Dal 27 ottobre al 13 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
3G ARTE CONTEMPORANEA
Udine, Via Della Rosta, 44, (Udine)
Udine, Via Della Rosta, 44, (Udine)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.00 - 20.00
Vernissage
27 Ottobre 2007, ore 18.30
Autore
Curatore