Due splendidi Paesaggi di ampio respiro introducono l’ evento: due isole, due presenze, due punti fermi in mezzo al mare; la natura, senza indurre ad alcuna retorica, si manifesta come oggettiva presenza. Le opere, da sole, sanno parlare al cuore di chi le osserva.
Si passa poi alle “Architetture”: decontestualizzate rispetto all’ ambiente che le accoglie e isolate nelle loro singole componenti, presentano ai nostri occhi uno scenario insolito, lontano dai luoghi gremiti in cui viviamo; la forza magnetica degli oggetti raffigurati, ci costringe a concentrarci su di loro evitando ogni distrazione.
Non vanno trascurate le “Figure”: nudi femminili ricchi di sensualità ed erotismo in cui l’ intenso plasticismo dei corpi ben si adatta alla “sabbiosa” materia pittorica.
Si giunge poi al ciclo delle “Rose”: vive, carnose, sensuali, simbolo senza tempo della passione umana, forti, vibranti portavoce di sentimenti intensi, dell’amore come ragione primaria; si arriva così ai “Vegetali”: archetipi del mangiare italiano, simboli vivi di una cucina che non ha eguali nel mondo.
Con la sua caratteristica tecnica di pittura non dipinta ma spatolata attraverso un impasto di sabbie raccolte in giro per il mondo, marmi, argille al naturale o colorate, applicate su fondi di terre naturali, alluminio e oro, l’artista sottolinea il “Senso del vivente” (Marziani). Una pittura costruita attorno ai cinque sensi, dove Catalani non decide quali emozioni costruire, ma lascia libero il fruitore di farsi guidare dalla sua spinta emotiva.
La visione dell’ opera d’ arte scatena il libero gioco delle facoltà dell’ animo di ognuno e genera un senso di pienezza, di gioia e di conoscenza.