Inevitabilmente De Caria arriva alla performance, tutto il suo lavoro precedente ha sempre riguardato il concetto di scultura come atto fisico di resistenza o di volontà di potenza nei confronti del reale. Le sue opere allora erano una sorta di cristallizzazione, di “still” d’atti performativi ripetuti, usando come modello se stesso, infinite volte, in studio, per analizzare nel profondo l’atto di piegare una barra di metallo o quello di resistere alla trazione della forza di gravità tenendo per una corda un masso nero.