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Massimo Di Cave – Il linguaggio dell’anima e del cuore
Massimo Di Cave utilizza il linguaggio dell’arte con forme espressive che passano dalla pittura alla scultura raccontandoci un percorso in cui l’uomo cerca disperatamente di capire il senso della sua vita dove fantasia e concretezza diventano creatività comunicazione e contaminazione
Comunicato stampa
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Massimo Di Cave architetto, nasce a Roma nel 1955, utilizza il linguaggio dell’arte con forme espressive che passano dalla pittura, alla scultura, all’architettura, raccontandoci un percorso esistenziale in cui l’uomo cerca disperatamente di capire il senso della sua vita e dove fantasia e concretezza diventano, nella vita dell’artista, creatività comunicazione e contaminazione.
Nel suo lessico pittorico iniziale si evidenziano dei percorsi antichi di grande sofferenza e la traccia d’olio diventa corposa, materica, violenta, incisiva ed a tratti primitiva in un percorso dove l’uomo, in uno slancio di libertà espressiva, comunica il suo disagio, la sua instabilità, ricercando nella fede l’unica speranza di trovare la luce ed il giusto cammino.
Nella sua prima produzione artistica si palesa più facilmente questa condizione umana che raggiunge il culmine nel gruppo scultoreo, in mostra permanente, nella chiesa di San Pio X in piazza Balduina a Roma, dove l’uomo contemporaneo disperato cerca un’elevazione spirituale come necessità vitale.
Nel suo secondo periodo l’artista, estremamente prolifico, si lancia in una “performance” di vivacità ottimistica con una serie di sessanta piccoli quadri dove la poesia, il gioco e la speranza conquistano spazio e vitalità espressiva e dove l’uomo, in una straordinaria contemporaneità, trova il suo percorso.
Nelle ultime sculture in ferro, la materia si presenta senza l’umano, plasmata e dipinta con colori bellissimi ed intensi ad eccezione di una dal titolo “La pioggia colorata” dove l’uomo si innalza verso il cielo inondato da una pioggia di colori.
A chiusura di questa serie, si può ammirare una piccola scultura, dove una croce sta per cadere ed il Cristo si stacca per elevarsi al cielo.
Osservando con attenzione, nel silenzio, questi quadri, queste sculture di varie dimensioni, cerco incuriosita di entrare nel mondo dell’artista: sono stupita dalla capacità di costruire “l’opera” attraverso le idee che diventano magia,creatività e sogno.
L’artista recupera in controtendenza l’artigianato dell’arte, della materia, rifiutando l’omologazione con l’utilizzo spesso della carta stampata, manipolata in un linguaggio intrinseco, individuale, raffinato ma sempre tagliente, incisivo, con la speranza di creare dei virus, attraverso una sintesi dell’arte contemporanea dal dadaismo al costruttivismo al futurismo al video alla transavanguardia all’arte povera, proponendo un racconto nuovo e fuori dagli schemi.
Nel suo lessico pittorico iniziale si evidenziano dei percorsi antichi di grande sofferenza e la traccia d’olio diventa corposa, materica, violenta, incisiva ed a tratti primitiva in un percorso dove l’uomo, in uno slancio di libertà espressiva, comunica il suo disagio, la sua instabilità, ricercando nella fede l’unica speranza di trovare la luce ed il giusto cammino.
Nella sua prima produzione artistica si palesa più facilmente questa condizione umana che raggiunge il culmine nel gruppo scultoreo, in mostra permanente, nella chiesa di San Pio X in piazza Balduina a Roma, dove l’uomo contemporaneo disperato cerca un’elevazione spirituale come necessità vitale.
Nel suo secondo periodo l’artista, estremamente prolifico, si lancia in una “performance” di vivacità ottimistica con una serie di sessanta piccoli quadri dove la poesia, il gioco e la speranza conquistano spazio e vitalità espressiva e dove l’uomo, in una straordinaria contemporaneità, trova il suo percorso.
Nelle ultime sculture in ferro, la materia si presenta senza l’umano, plasmata e dipinta con colori bellissimi ed intensi ad eccezione di una dal titolo “La pioggia colorata” dove l’uomo si innalza verso il cielo inondato da una pioggia di colori.
A chiusura di questa serie, si può ammirare una piccola scultura, dove una croce sta per cadere ed il Cristo si stacca per elevarsi al cielo.
Osservando con attenzione, nel silenzio, questi quadri, queste sculture di varie dimensioni, cerco incuriosita di entrare nel mondo dell’artista: sono stupita dalla capacità di costruire “l’opera” attraverso le idee che diventano magia,creatività e sogno.
L’artista recupera in controtendenza l’artigianato dell’arte, della materia, rifiutando l’omologazione con l’utilizzo spesso della carta stampata, manipolata in un linguaggio intrinseco, individuale, raffinato ma sempre tagliente, incisivo, con la speranza di creare dei virus, attraverso una sintesi dell’arte contemporanea dal dadaismo al costruttivismo al futurismo al video alla transavanguardia all’arte povera, proponendo un racconto nuovo e fuori dagli schemi.
05
giugno 2008
Massimo Di Cave – Il linguaggio dell’anima e del cuore
Dal 05 al 13 giugno 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEI LEONI
Roma, Via Margutta, 81, (Roma)
Roma, Via Margutta, 81, (Roma)
Orario di apertura
10.30 – 19.30
Vernissage
5 Giugno 2008, 18.30 – 21.30
Autore