Libico di nascita, Massimo Livadiotti ha eletto Roma come sua città adottiva, e ne ha assimilato la storia e la cultura, mescolando così i caratteri della nostra città, ai simboli e alle suggestioni della sua cultura d’origine.



L’artista presenta una serie di lavori inediti, dipinti, disegni e sculture, dedicati alla ricerca sul tema dell’enigma.

Dopo molti anni di intensa attività, Massimo Livadiotti ha abituato il suo pubblico ad una pittura colta, fatta di continui richiami ad altre culture, di riferimenti a miti e leggende, di simboli la cui lettura non sempre risulta facile, di sincretismo, di paesaggi a noi lontani eppure sempre reali. Intense immagini ricche di colori, di suggestioni, di significati, popolano le tele di Livadiotti e ne caratterizzano il suo percorso artistico.

Il ciclo pittorico che qui viene presentato non si discosta da questo modo di lavorare dell’artista. Non inganni il “gioco” enigmistico: non si tratta di puro divertissement, ma, al contrario, di uno stimolo intellettuale che Livadiotti vuole proporre al suo pubblico.

Lo stesso titolo della mostra deve essere decifrato: la parola “crittogramma” indica un insieme di elementi enigmatici da risolvere.

In questo caso, l’artista propone non solo Rebus, ma anche una riflessione sui numeri, che va a completare il lavoro sull’enigma. Il titolo è stato dunque in un certo senso “adattato” all’esigenza di indicare anche la presenza dei numeri.



Accanto ai dipinti e ai disegni, Livadiotti espone per la prima volta alcune sculture, realizzate nel corso degli anni. E’ lo stesso artista ad affermare: “la scultura è per me un linguaggio completo, attraverso il quale posso esprimere il mio amore viscerale per l’arte africana, il mio interesse per l’animismo, la mia passione per il legno, che è materia viva, e le mie radici culturali che appartengono alla Roma classica e che mi fanno amare la dimensione del frammento”.