“A one-night stand” indica la tappa di una compagnia teatrale che resta in un luogo solo per uno spettacolo e il giorno dopo riparte. Più comunemente si riferisce a una relazione estemporanea tra persone che si conoscono poco, senza particolari aspettative riguardo a un rapporto a lungo termine. One night stand è il titolo dell’installazione pensata da Massimo Palazzi per la disordinata sala comune di un appartamento di amici che, solo per una notte, diventerà sede di un progetto espositivo e curatoriale in cui sono stati coinvolti anche la fotografa Stefania Schubeyr e l’artista Oscar Colombo.

L’immagine del circo e dello spettacolo viaggiante sono al centro di una mostra che evoca paesaggi e partenze, con un pensiero alle lunghissime tele dei panorama ottocenteschi, mentre si srotolano le stampe del plotter. Foto recenti e dipinti realizzati una decina di anni fa, si confondono agli oggetti trovati nella sala e li integrano in una rappresentazione effimera, dove tempi e luoghi diversi creano una drammatizzazione narrativa basata su sottili richiami formali e tematici. La cavità del palco di un teatro all’aperto fotografato da S. Schubeyr ad Alessandria d’Egitto, fronteggia i volumi dei container blu di una misteriosa carovana che riflette lo skyline di Berlino nella luce rosa dell’alba o del tramonto. Ci sono anche un testo scritto da O. Colombo; il ritratto di un bimbo mascherato da puffo; cavità orali e denti dipinti in maniera iperrealista; palchi e sorrisi forzati come maschere di attori.

E tutte queste cose il giorno dopo saranno altrove.