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Massimo Romani – Sguardi
Le opere recenti di Massimo Romani si inoltrano nelle profondità dell’universo femminile, dentro a quell’insieme di allusive promesse e di ingenue verità che questi sguardi di giovani donne rivelano.
Comunicato stampa
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PRESENTAZIONE
Emiliana Mongiat
Le opere recenti di Massimo Romani si inoltrano nelle profondità dell’universo femminile, dentro a quell’insieme di allusive promesse e di ingenue verità che questi sguardi di giovani donne rivelano.
La pennellata accurata permette all’artista di fissare sulla tela la levigatezza dei volti, la morbidezza dei volumi, la delicatezza degli incarnati, le sfumature delle chiome, in un sapiente gioco di chiaroscuro e di luminosità che, inevitabilmente, conduce allo sguardo, rivelazione evocativa di anima e pensieri.
Anima e pensieri femminili che ora si affiancano a quelli dipinti in precedenza dall’artista, quando oggetto della sua pittura era l’uomo con le sue ossessioni, le sue paure, i suoi sogni, immerso in un universo grigio, monocromo. Un universo ovattato dentro il quale il colore è comparso a poco a poco, nel corso degli anni e della ricerca personale, a volte per sottolineare la presenza di oggetti, altre volte quella di elementi particolari legati alla spazialità, alle situazioni emotive: il colore usato per fermare e cristallizzare nel tempo quegli impensabili attimi di vita sottesi da un movimento o da un incontro e in grado di interrompere la sequenza quotidiana dei gesti e dei pensieri.
Ora i dipinti di Massimo Romani sono a colori, come gli sguardi e le emozioni delle donne raffigurate, che entrate in punta di piedi nel suo mondo ne hanno occupato gli spazi più segreti, gli anfratti più nascosti. Anche se i dipinti sono di piccole dimensioni, gli sguardi di Francesca, Irene, Melissa o Keiory si impongono, cercano un rapporto diretto con l’osservatore, lo accompagnano nella scoperta dei loro volti, lo interrogano, lo costringono ad accorgersi di loro.
Come hanno fatto con Massimo Romani, a cui hanno imposto di rinunciare al grigio e di trasformarle in delicate icone colorate.
Poi c’è la pittura, il forte legame con la fotografia da sempre presente in questo artista, qui usata per ottenere dalla realtà quelle «informazioni altrimenti troppo difficili da cogliere», nella condivisione dell’idea che «l’apparenza del mondo è veramente più eccitante dell’apparenza dell’arte» e che solo «la pittura realista dà l’occasione di gustare visivamente la realtà».(1)
(1)Charles Close, Ralph Goings in Iperrealisti americani Realisti europei, catalogo della mostra, Milano, Rotonda di via Besana, settembre ottobre 1974.
Emiliana Mongiat
Le opere recenti di Massimo Romani si inoltrano nelle profondità dell’universo femminile, dentro a quell’insieme di allusive promesse e di ingenue verità che questi sguardi di giovani donne rivelano.
La pennellata accurata permette all’artista di fissare sulla tela la levigatezza dei volti, la morbidezza dei volumi, la delicatezza degli incarnati, le sfumature delle chiome, in un sapiente gioco di chiaroscuro e di luminosità che, inevitabilmente, conduce allo sguardo, rivelazione evocativa di anima e pensieri.
Anima e pensieri femminili che ora si affiancano a quelli dipinti in precedenza dall’artista, quando oggetto della sua pittura era l’uomo con le sue ossessioni, le sue paure, i suoi sogni, immerso in un universo grigio, monocromo. Un universo ovattato dentro il quale il colore è comparso a poco a poco, nel corso degli anni e della ricerca personale, a volte per sottolineare la presenza di oggetti, altre volte quella di elementi particolari legati alla spazialità, alle situazioni emotive: il colore usato per fermare e cristallizzare nel tempo quegli impensabili attimi di vita sottesi da un movimento o da un incontro e in grado di interrompere la sequenza quotidiana dei gesti e dei pensieri.
Ora i dipinti di Massimo Romani sono a colori, come gli sguardi e le emozioni delle donne raffigurate, che entrate in punta di piedi nel suo mondo ne hanno occupato gli spazi più segreti, gli anfratti più nascosti. Anche se i dipinti sono di piccole dimensioni, gli sguardi di Francesca, Irene, Melissa o Keiory si impongono, cercano un rapporto diretto con l’osservatore, lo accompagnano nella scoperta dei loro volti, lo interrogano, lo costringono ad accorgersi di loro.
Come hanno fatto con Massimo Romani, a cui hanno imposto di rinunciare al grigio e di trasformarle in delicate icone colorate.
Poi c’è la pittura, il forte legame con la fotografia da sempre presente in questo artista, qui usata per ottenere dalla realtà quelle «informazioni altrimenti troppo difficili da cogliere», nella condivisione dell’idea che «l’apparenza del mondo è veramente più eccitante dell’apparenza dell’arte» e che solo «la pittura realista dà l’occasione di gustare visivamente la realtà».(1)
(1)Charles Close, Ralph Goings in Iperrealisti americani Realisti europei, catalogo della mostra, Milano, Rotonda di via Besana, settembre ottobre 1974.
17
novembre 2012
Massimo Romani – Sguardi
Dal 17 novembre al 09 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO ROCCO SCOTELLARO
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Vigevano, Via Cesarea, 49, (Pavia)
Orario di apertura
giovedì sabato e domenica ore 17-19
Vernissage
17 Novembre 2012, h 17,30
Autore
Curatore